Anello dei Tre Santi

Da Sant'Isidoro (Sasso di Preguda) a San Pietro al Monte di Civate

(Triangolo lariano/Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 900 m circa in salita; 800 m circa in discesa (calcolando i tantissimi saliscendi)

DURATA: 6,30h

DIFFICOLTA': EE (al limite inferiore)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: novembre 2022

 

Ho deciso di dare questo nome (Anello dei Tre Santi) a un bellissimo percorso escursionistico che collega tre chiese poste nei comuni di Valmadrera e Civate sui versanti meridionali del Monte Moregallo, del Monte Rai e del Monte Cornizzolo (Triangolo lariano). Si tratta della Chiesetta di Sant’Isidoro a Preguda (647 m), della Chiesa di San Tomaso nell’omonima località (580 m), entrambe nel territorio di Valmadrera, e dell’Abbazia di San Pietro al Monte, capolavoro del Romanico lombardo (662 m), nel territorio di Civate.

 

Non ingannino le quote basse e non si pensi che un itinerario di questo tipo sia una facile passeggiata; se l’accesso diretto alle tre chiese è caratterizzato da camminate abbastanza brevi e alla portata di tutti (difficoltà T/E), la traversata che le unisce è un lungo itinerario che presenta diversi tratti abbastanza impegnativi (qualche passaggio è un po’ esposto per quanto facile), ed è quindi riservata a escursionisti esperti (la difficoltà può essere considerata complessivamente EE, anche se non ai livelli massimi).

 

Oltre alla bellezza dell’ambiente attraversato (nonostante la vicinanza con una pianura fortemente antropizzata e industrializzata), l’itinerario presenta motivi di interesse naturalistico (i massi erratici), culturale (le casote e altre strutture della civiltà contadina) e artistico (l’abbazia di San Pietro, anche se non è sempre visitabile all’interno, è davvero molto bella).

 

Gran parte dell’itinerario può essere percorsa in tutti i mesi dell’anno (naturalmente in assenza di neve), mentre il percorso tra San Tomaso a San Pietro al Monte potrebbe presentare problemi nella stagione fredda, perché alcuni tratti si svolgono all’ombra e col terreno ghiacciato potrebbero risultare pericolosi. A mio parere, il periodo ideale per effettuare questa gita è la prima parte dell’autunno, quando gli alberi sfoggiano i colori più belli e le temperature, data la quota, sono più gradevoli.

 

Infine: l’itinerario inizia dal centro di Valmadrera e arriva fino a Civate. Da qui, per tornare a Valmadrera bisogna percorrere circa 2,5 km su strade asfaltate (con un bel tratto discretamente trafficato). L’unica alternativa è l’autobus della linea Como-Erba-Lecco (asfautolinee). Orari e informazioni sono reperibili in rete. I biglietti vanno acquistati prima di salire sull’autobus e, a mio parere, è meglio farlo a Valmadrera, all’inizio della camminata.  Poco prima della Chiesa Parrocchiale, in via Manzoni n. 9, c’è una rivendita che apre alle 7,30 (Tabaccheria Isella).

 

ACCESSO STRADALE. Punto di partenza e di arrivo è il Comune di Valmadrera, comodamente raggiungibile con la superstrada che collega Milano alla Valtellina (SS 36). A Valmadrera consiglio di lasciare la macchina in uno dei parcheggi liberi di Via Leopardi (ce ne sono tre, tutti sulla sinistra della via: il primo proprio all’inizio, l’ultimo dopo 200 metri).

 

ITINERARIO. Da Via Leopardi (240 m c.a) si scende in Via Manzoni e si gira a sinistra, raggiungendo piazza Monsignor Citterio (Chiesa Parrocciale; 234 m). Si gira ancora a sinistra e si imbocca verso destra Via Sant’Antonio (all’inizio c’è un cartello indicatore dell’itinerario n. 6 per il Moregallo e Preguda). Dopo un breve tratto, si gira a sinistra e si percorre la lunga e stretta Piazza Fontana, in fondo alla quale si prosegue lungo una sorta di stradina asfaltata e poi inerbita che porta a una breve scalinata che sale in Via Grigna, presso le case di Scimirone. Si gira a sinistra e, lasciato a sinistra il sentiero n. 3 per San Tomaso, si prosegue lungo la via, alla fine della quale si imbocca un sentiero che in breve conduce in Via Piazza Rossè. Girando a sinistra si raggiunge un vicinissimo bivio (300 m c.a). Si prende a destra (cartello indicatore del sentiero n. 6) una stradina col fondo in cemento che sale ad un piccolo parcheggio privato dal quale si imbocca un largo sentiero. Si incontra subito un bivio: stare a destra lungo un sentiero che procede tra il bosco e alcune recinzioni; superata una ricostruzione della Grotta di Lourdes si arriva a un altro bivio: si può andare sia diritti che a sinistra. Salendo a sinistra si raggiunge una stradina col fondo in cemento e la si segue a destra fino a una piazzola (qui arriva l’altro sentiero, quello che si percorre se al bivio di prosegue diritto). Dalla piazzola (cartello indicatore) si imbocca  verso Nord una ripida stradina col fondo in cemento, al termine della quale si prosegue lungo un bel sentiero fino a un bivio segnalato (550 m c.a). Si prende a destra e, dopo essere passati davanti a una bella casota, si raggiunge il panoramico dosso sulla cresta Est del Monte Moregallo dove si trova la chiesetta di Sant’Isidoro, addossata al grande masso erratico di Preguda (647 m; ore 1,20 da Valmadrera, Via Leopardi).

 

Dal piccolo spiazzo erboso dietro il masso erratico, si imbocca il Sentiero Elvezio (cartello indicatore prima della chiesetta), che traversa verso Ovest lungo il versante meridionale del Monte Moregallo, alternando tratti nel bosco a tratti su terreno erboso aperto e abbastanza ripido (qui si incontrano due passaggi attrezzati su facili roccette; il primo da affrontare in discesa, il secondo, un po’ più impegnativo, in salita). Si arriva così al bellissimo dosso alberato della Forcellina (720 m; ore 0,30 da Sant’Isidoro/Preguda), dove c’è una piccola area di sosta e dove si incrocia il Sentiero Paolo ed Eliana, diretto al Moregallo.

 

Si procede verso Ovest prima in leggera salita nel bosco, poi su terreno aperto; i pendii erbosi non sono ripidissimi, ma occorre un po’ di attenzione nell’attraversare alcuni piccoli speroni rocciosi. Si raggiunge così il fondo del canalone che scende dalla Forcella di Sambrosera (725 m c.a) e che incide profondamente il versante meridionale del Moregallo (ambiente molto bello, dominato dalle guglie calcaree della montagna). Si persegue in salita sulla sponda opposta del canale, guadagnando una ventina di metri di dislivello, poi si scende nel bosco fino alla Fonte di Sambrosera (716 m; ore 0,30 dalla Forcellina), poco prima della quale si possono vedere diverse piccole strutture in pietra (casote e caselli del latte).

 

Pochi metri dopo la piccola area di sosta davanti alla fonte, si imbocca sulla sinistra il sentiero n. 5 per San Tomaso (cartello indicatore). Dopo pochi minuti di salita ci si trova davanti a una sorta di bivio: non si scende a sinistra, ma si prosegue diritti raggiungendo un bivio segnalato (744 m; cartelli indicatori). Lasciato a destra il sentiero n. 7 che sale a Pianezzo, si prosegue diritti iniziando a scendere nel bosco fino a incontrare il greto di un torrentello (grossi massi; 580 m c.a). Oltrepassato il greto, il sentiero si divide, ma i due rami si riuniscono subito (quello di sinistra è in piano, ma presenta un passaggio un po’ esposto sul greto; l’altro sale solo di pochissimi metri). Si arriva quindi al vasto e bellissimo ripiano erboso dove si trovano le belle case contadine di San Tomaso (580 m) e l’omonima chiesetta, affacciata su Valmadrera e su un ampio panorama (ore 0,20 da Sambrosera; ore 2,40 dalla partenza).

 

A San Tomaso si trovano il punto di ristoro della OSA (Organizzazione Sportiva Alpinisti) di Valmadrera, l’Agriturismo Rusconi e il piccolo ma interessantissimo Museo della vita contadina. Il ristoro OSA è aperto il mercoledì e la domenica; il Museo dovrebbe essere aperto da marzo a ottobre la prima e la terza domenica del mese (dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 13,30 alle 17,00), ma, volendolo visitare, è meglio verificare presso i gestori (lavaldeier@gmail.com;  Tel: 3396149918). A San Tomaso si trovano anche un bel lavatoio e, poco prima di arrivare, sulla destra del sentiero, una fontana.

 

Dietro l’edificio che accoglie il Museo della vita contadina, si riprende il cammino imboccando l’ampio tracciato del sentiero n. 5 (cartello indicatore per Taja Sass e San Martino) che, verso Ovest e poi verso Nord-Ovest entra nel solco della Val Molinata. Si giunge in breve a un bivio; lasciato a destra il sentiero dell’itinerario n. 1, si prosegue pressoché in piano superando un’antica calchera (fornace per la fabbricazione della calce) e raggiungendo la località Taja sass (Taglia sassi o Taglia sasso; 625 m c.a), dove sono ancora evidenti i segni dell’attività che vi si svolgeva (il taglio di alcuni grandi massi erratici di serpentino). Il largo sentiero prosegue in direzione Sud-Est e in pochi minuti raggiunge un bivio segnalato: per evitare una proprietà privata bisogna salire a destra e poi abbassarsi di nuovo per proseguire sul fianco destro idrografico della Val Molinata. Si raggiunge il greto di un grosso ruscello (quasi sempre asciutto) dopo il quale occorre fare attenzione a non perdere il sentiero: pochi metri dopo il greto si sale a destra, poi subito a sinistra e quindi si prosegue lungo il fianco della valle passando presso i massi erratici della Molinata (sono sulla sinistra del sentiero, un po’ più in basso). Più avanti il sentiero (un po’ stretto e non particolarmente agevole) raggiunge un bivio (585 m c.a): si abbandona il sentiero n. 5 che prosegue diritto e si sale a destra lungo il Sentiero Luisin (cartello indicatore) che si inerpica lungo un ripido pendio erboso fino a una sella erbosa tra la quota 701 m e l’imponente quota 913 m della cresta Est-Nord-Est del Corno Birone (695 m; ore 0,50 da San Tomaso), dove il Sentiero Luisin si immette per un tratto sul Sentiero Dario e William, proveniente da Valmadrera.

 

Si gira a destra e si sale sotto la parete meridionale della quota 913 m; il terreno è ripido, ma il sentiero è ben tracciato. Si raggiunge così un bivio segnalato (780 m c.a): si lascia a destra il Sentiero Dario e William che procede diritto verso il Corno Birone, e si segue il Sentiero Luisin che compie un lungo traverso, prima in leggera discesa poi in salita, sotto la parete orientale del Corno Birone. Il sentiero è ben tracciato, ma attraversa pendii erbosi molto ripidi passando anche sopra alcuni salti rocciosi e, verso la fine della risalita, presenta un breve passaggio abbastanza esposto per quanto facile (questo lungo traverso è il tratto che, con terreno ghiacciato, può risultare pericoloso). Al termine del traverso, si raggiunge una sella erbosa e, in leggera discesa, si attraversa fino a incrociare il Sentiero Lucio Vassena sulla cresta Sud-Est del Corno Birone. Si scende brevemente a sinistra e si raggiunge un bivio segnalato (750 m), si abbandona il Sentiero Lucio Vassena e si segue a destra il Sentiero Luisin che affronta un nuovo traverso lungo il versante meridionale del Corno Birone. Anche questo traverso si svolge su pendii in qualche tratto piuttosto ripidi (ora nel bosco, ora su terreno aperto) e con qualche passaggio su roccette un po’ esposte (catena sul tratto meno agevole). Al termine del traverso si raggiunge la forcella a monte del Ceppo di Forcola (790 m c.a; ore 0,50 dalla sella erbosa quota 695 m).

 

Dalla forcella si scende in Val dell’Oro: il sentiero si abbassa nel bosco con diversi tornanti fino a incrociare (720 m c.a) il sentiero che sale da Civate e passa dalle “tre casote”. Si gira a destra e si procede verso Ovest (alcuni saliscendi) in direzione dell’Abbazia di San Pietro (a tratti già visibile). Raggiunto il fondo della valle si guada il piccolo torrente e si risale brevemente fino a raggiungere l’Abbazia di San Pietro al Monte, a fianco della quale si stende un ampio e bellissimo prato (662 m; ore 0,40 dalla forcella a Monte del Ceppo di Forcola; ore 2,20 da San Tomaso; ore 5,00 dalla partenza).

 

Dall’Abbazia di San Pietro si può scendere direttamente lungo l’antica mulattiera di accesso, che parte dall’Oratorio di San Benedetto, ma qui suggerisco un percorso leggermente più lungo. Usciti dal grande prato dalla sua parte superiore, si gira a sinistra lungo un ampio sentiero all’inizio lastricato. Tenendosi sul versante destro idrografico della valle, si raggiunge la località Sason (605 m), caratterizzata dalla presenza di alcuni massi erratici. si procede diritti per poche decine di metri (ignorando il sentiero che scende a destra) e, nei pressi di un grosso masso erratico, ci si abbassa a sinistra per un sentiero a scalini, raggiungendo il ripiano dove si trova la Casotta del Partigiano. Attraversato il piccolo pianoro verso destra, si riprende la discesa lungo un ampio sentiero e si arriva subito a un bivio: andare a sinistra seguendo il largo sentiero che, dopo un inizio col fondo in terra, presenta lunghi tratti lastricati. Dopo una breve risalita, il sentiero scende più decisamente e si immette (470 m c.a) in quello che arriva direttamente dall’abbazia. Si procede verso valle lungo questo antico percorso acciottolato e si arriva alla Cascina dell’Oro (373 m; fontanella sulla destra; ore 0,40 da San Pietro al Monte).

 

Si gira a sinistra e, passando davanti alle case, si imbocca un bel sentiero stretto tra due muretti di sassi; lo si segue in discesa  fino a guadare nuovamente (facile) il torrente della Val dell’Oro. Oltre il guado si segue una strada sterrata e ci si immette su Via Val dell’Oro (asfaltata). Si segue questa strada verso destra fino al vicino ristorante Hostaria da Edo. Qui si abbandona la strada e si scende a destra (scalinata in cemento) nel breve ma interessante orrido percorso dal torrente. Usciti dall’orrido si percorre brevemente Via Broggi e si imbocca a sinistra la Scalinata Barzegutta, che scende fino a Via dei Mulini. Percorrendo questa via ci si immette nella più ampia Via Tozio che, più avanti, diventa Via Bellingera. Si prosegue lungo questa strada passando accanto agli impianti sportivi (sulla sinistra); si oltrepassano Via Baselone e Via IV Novembre e si imbocca a sinistra la via successiva (è sempre Via Bellingera). Alla piccola rotonda si prosegue a destra (sempre su Via Bellingera) e si raggiunge la strada principale, che collega Civate e Valmadera (225 m). Ora bisogna percorrere verso Nord-Est questa via abbastanza trafficata (ci sono i marciapiedi) fino ad entrare in Valmadrera. Giunti in Via Manzoni, poco prima del cimitero, si può imboccare sulla sinistra, una via (le macchine non possono entrare da qui) che porta direttamente al secondo parcheggio di Via Leopardi (240 m c.a; ore 0,50 dalla Cascina dell’Oro; ore 1,30 da San Pietro al Monte; ore 6,30 dalla partenza).

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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