Monte Bolettone dalla Valle Bova

(Triangolo lariano - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 900 m (più alcuni saliscendi per un totale di altri 80 metri circa)

DURATA: 2,30h la salita; 2,00/2,10h la discesa

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: maggio 2016

 

Il Monte Bolettone (1318 m) è una cima modesta, ma assai popolare e frequentata soprattutto dagli escursionisti locali. La sua cima, che si trova sulla dorsale montuosa compresa tra Como ed Erba, si affaccia sulla Brianza e sulla Pianura Padana, ma offre anche un bel panorama soprattutto verso Ovest dove si ammira una bella schiera di grandi cime, dal Monte Rosa alla piramide del Finsteraarhorn (senza dimenticare, dalla parte opposta, i monti della Valsassina e della Bergamasca).

 

Gli itinerari che ne raggiungono la sommità sono molto facili (talvolta anche brevi, come quello che sale in circa un’ora dall’Alpe del Viceré) e si svolgono su sentieri evidenti e molto battuti. Tuttavia quello che descrivo in questa relazione offre maggiori difficoltà e percorre un ambiente molto interessante dal punto di vista geologico e idrogeologico: la Valle Bova, dal 2007 Riserva Naturale Regionale. Le attrattive maggiori sono costituite dal Buco del Piombo (una grande grotta che si apre nella verticale fascia rocciosa che caratterizza la sezione intermedia della valle) e dall’Orrido del Caino, scavato dal Torrente Bova. Dal punto di vista escursionistico la parte più impegnativa è costituita proprio dal superamento (sia all’andata che al ritorno) della fascia rocciosa, facilitato da due scale, la “scala di legno”, sulla destra idrografica, e la “scala di ferro”, sul versante opposto.

 

Il percorso che propongo è ad anello e, una volta raggiunta la cima del Bolettone, percorre la cresta sommitale della valle fino alla Bocchetta di Lemna e al Monte Puscio (detto anche Croce di Maiano o semplicemente Monte Croce) prima di abbassarsi di nuovo sul fondo della valle per tornare al punto di partenza. La difficoltà, concentrata nella parte intermedia della salita e della discesa, è valutabile EE. La gita si svolge quasi sempre nel bosco, mentre sulle creste sommitali ci sono lunghi tratti panoramici privi di vegetazione di alto fusto.

 

ACCESSO STRADALE. Il punto di partenza si trova in via Minoretti, alla periferia di Erba. Se si proviene dal centro di Erba bisogna raggiungere la frazione Crevenna, quindi imboccare via San Giorgio, passare sotto la provinciale Arosio-Canzo, proseguire per la ripida e stretta via Minoretti fino al bivio con via dei Castani dove si trova il Ristorante Ca’ Nova (ormai chiuso): sulla sinistra della strada si trova un piccolo parcheggio. Se si arriva a Erba con la provinciale Arosio-Canzo, venendo da Arosio si imbocca sulla sinistra via Balbor che incrocia via Minoretti; venendo da Canzo si imbocca sulla destra via Minoretti e la si segue fino al parcheggio di cui sopra.

 

ITINERARIO. Dal parcheggio presso l’ex Ristorante Ca’ Nova si torna indietro lungo via Minoretti per qualche decina di metri fino a trovare, sulla destra, l’inizio della stradina sterrata che entra in Valle Bova (420 m circa). Ci sono diversi cartelli indicatori, tra cui quello per l’Orrido del Caino e le scale di legno e di ferro. Si segue la stradina incontrando presto un bivio segnalato: si lascia a sinistra l’itinerario che porta al Buco del Piombo e si sale a destra, raggiungendo con una ripida salita la stradina che proviene dall’Eremo di San Salvatore. Si prosegue verso sinistra, sempre su stradina sterrata, ma con pendenza più lieve (guardando a sinistra, dove gli alberi lo permettono, si può ammirare la parete rocciosa con il Buco del Piombo); poi si perde quota (35 m circa) e si raggiunge il fondo della valle: si guada il Torrente Bova, si attraversa un bella radura e si guada nuovamente il torrente (in condizioni normali i guadi sono senza problemi). Qui la stradina finisce e si prosegue lungo la valle su un bel sentiero pressoché pianeggiante, raggiungendo un robusto ponticello in legno prima del quale il sentiero si divide (bivio segnalato): a destra si sale alla scala di ferro, a sinistra si va alla scala di legno. Si prende a sinistra, si passa il ponticello (più avanti inizia l’Orrido del Caino), si transita davanti a un grosso masso e si incontra un nuovo bivio: si sta a destra (a sinistra si sale verso il Buco del Piombo per il sentiero della cascata) e si raggiunge una facile paretina attrezzata con una robusta catena (le rocce sono un po’ lisce: attenzione con terreno bagnato). Si supera la paretina e si raggiunge la scala di legno che sale ripidissima per circa quindici metri, permettendo di superare la barriera rocciosa. Il sentiero riprende entrando verso sinistra in una valletta: all’inizio è esposto (catena e protezione a valle) sulla piccola forra sottostante, poi procede senza alcuna difficoltà fino a un bivio. Si sale a sinistra (a destra si traversa in direzione della scala di ferro), poi si prosegue verso Sud avvicinandosi al bordo della parete che precipita verso la Valle Bova. Per un tratto il sentiero si tiene vicinissimo al salto roccioso (alto diverse decine di metri) e richiede la dovuta attenzione, poi raggiunge una seconda valletta percorsa dal torrentello che forma la cascata sulla parete rocciosa. Si entra nella valletta e si procede in salita verso Ovest sul suo lato sinistro idrografico. Si incontrano due bivi: al primo si prosegue diritti (destra), al secondo, che si trova su una netta curva, si prende a destra e si segue il sentiero che ora traversa in piano e in direzione contraria fino a raggiungere una dorsale. Qui si volta a sinistra e si segue la dorsale, dapprima ben definita. Più avanti il sentiero diventa piuttosto largo e pianeggiante: lo si segue fino a incontrare un bivio segnalato (poco evidente): si prende il sentierino che sale a destra e in breve, su terreno ripido, si raggiunge la strada asfaltata che proviene dalla vicina Alpe del Vicerè: la si segue verso destra e in pochi minuti si arriva al Rifugio Cacciatori (920 m c.a; ore 1,40 dalla partenza)

 

Ora si prosegue lungo la stradina sterrata (a tratti col fondo in cemento) che porta alla Capanna Mara; dopo una decina di minuti, quasi al colmo di una ripida salita col fondo in cemento, si incontra un sentiero che si stacca sulla sinistra (non ci sono indicazioni, ma il sentiero è evidente) e sale ripidamente nel bosco. Più avanti la pendenza diminuisce; si passa davanti all’edifico in cemento della Sorgente Carei e si raggiunge la stradina sterrata che dall’Alpe del Viceré sale al rifugio (chiuso da tempo) che si trova poco sotto la cima del Bolettone. Si gira a destra e quasi subito si incontra, sulla sinistra, un sentiero (alcune frecce rosse) che percorre il filo del crestone meridionale della montagna. Il sentiero incrocia quattro volte la stradina: alla quarta conviene seguirla verso sinistra, raggiungendo il rifugio e, poco dopo, la cima del Monte Bolettone (1318 m; ore 0,50 dal Rifugio Cacciatori; ore 2,30 dalla partenza). Se alla fine, invece di seguire la stradina, la si traversa e si prosegue lungo la cresta, si raggiunge la panoramica quota 1313 m: volgendo a sinistra (Ovest) si raggiunge per cresta la cima del Bolettone (il percorso si allunga al massimo di una decina di minuti).

 

Dalla cima si torna indietro lungo la cresta e, invece di abbassarsi alla stradina, si raggiunge la sella erbosa (1297 m) tra il Bolettone e la quota 1313 m. Qui (cartelli indicatori) si prende un bel sentiero che scende a sinistra e, traversando sotto la quota 1313 m, va a prendere la cresta Nord-Est del Bollettone (se dalla sella 1297 m si raggiunge la panoramica quota 1313 m, non si deve poi tornare indietro: basta scendere lungo la cresta Nord-Est seguendo un ripido sentierino che si collega a quello sopra descritto). Percorrendo la cresta si raggiunge la Bocchetta di Lemna (1169 m): da qui una stradina col fondo in cemento si abbassa a destra e raggiunge in breve la Capanna Mara (1125 m; 30 minuti dal Bolettone). Passando davanti all’edifico, si raggiunge la cresta che, con un paio di saliscendi, porta verso Est-Sud-Est fino al Monte Puscio o Croce di Maiano (1141 m; 20 minuti dalla Capanna Mara). Da qui il sentierino si abbassa lungo la cresta meridionale della montagna fino a raggiungere la sella (855 m) tra il Monte Puscio e il Monte Panigas (o Panigaa), dove si incrocia il bel sentiero che dalla Capanna Mara scende verso Erba. Traversato il sentiero si prende (cartello indicatore) il sentierino che porta alla scala di ferro. Si traversa quasi in piano il versante Nord-Ovest del Monte Panigas fino raggiungere la sua cresta occidentale, lungo la quale ci si abbassa con percorso a tratti piuttosto ripido (attenzione con terreno scivoloso). Anche questo sentiero passa vicino alla fascia di rocce che caratterizza la Valle Bova, ma il tracciato presenta tratti meno esposti di quello percorso all’andata. A 735 m circa si stacca verso sinistra (bivio segnalato) il Sentiero dei Cepp; poco sopra i 600 m di quota si entra in un ripido canale roccioso che precipita nell’Orrido del Caino e si incontra un nuovo bivio. Si lascia il sentiero che, traversato il canale verso destra, porta alla parte alta dell’orrido e si piega a sinistra lungo una sorta di cengia rocciosa (catena e protezione a valle) che conduce alla scala di ferro (più corta di quella di legno). La si scende con attenzione, ci si abbassa superando ancora qualche tratto su roccette (catene) e si arriva al robusto ponticello di legno attraversato all’andata (560 m c.a; 50 minuti dal Monte Puscio; ore 1,40 dalla cima del Bolettone). Seguendo il percorso dell’andata si torna al punto di partenza (20/30 minuti; ore 2,00/2,10 dal Bolettone).

 

NOTA 1. Le due scale sono collegate da una sentiero (difficoltà EE) che permette di scavalcare l’Orrido del Caino su un ponte naturale di roccia. Al bivio che si incontra dopo aver superato la scala di legno, invece di proseguire a sinistra, si va a destra, si traversa il torrentello che percorre la valletta e si segue un sentiero che torna verso l’orrido. Il sentiero si abbassa e, attrezzato con un corrimano d’acciaio, raggiunge un ponte naturale che scavalca la strettissima forra tagliata fra le rocce. Dalla parte opposta si risale ripidamente (per un tratto c’è ancora il corrimano) e poi si traversa a destra per riprendere, dopo aver traversato lo stretto canale roccioso, il sentiero descritto nella relazione poco prima della scala di ferro (la traversata richiede circa 20 minuti).

 

NOTA 2. Tra il ponticello di legno e l’inizio della scala di ferro, sul versante sinistro idrografico della valle, si stacca verso Nord un sentierino che conduce a una passerella di metallo (con ringhiera di protezione), percorrendo la quale si penetra nella forra del torrente raggiungendo in pochi minuti l’inizio dell’orrido vero e proprio, dove si ammira una bella cascata immersa in un ambiente davvero suggestivo.

 

NOTA 3. E’ possibile abbreviare il percorso descritto nella relazione rinunciando a salire al Monte Bolettone e/o al Monte Puscio. Dal Rifugio Cacciatori basta seguire la stradina sterrata indicata nella relazione: in 40 minuti si arriva alla Capanna Mara. Poco sotto l’edificio si imbocca il sentiero che scende a Erba passando dall’eremo di San Salvatore e che incrocia il percorso decritto nella relazione alla sella tra il Monte Puscio e il Monte Panigas. Se si evitano entrambe le cime, il dislivello si riduce di circa 250 metri e la durata di almeno un’ora.

 

NOTA 4. In caso di piena del torrente, alcuni metri prima del primo guado, sulla destra, si può prendere un sentiero che, tenendosi a destra (sinistra idrografica) del corso d’acqua, arriva al ponticello in legno.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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