ll camoscio: inverno e primavera |
|
Immagini
|
|
Quando arriva l'inverno i camosci, che ormai vestono completamente la scura livrea invernale, lasciano le quote più alte e si abbassano verso il fondovalle. Si tratta, in un certo senso, di un ritorno alle origini, a quell'ambiente dei boschi che forse hanno abbandonato a causa della sempre più massiccia presenza dell'uomo. | |
Il tardo autunno e l'inizio dell'inverno, tra novembre e dicembre, è anche la stagione degli amori. I combattimenti tra i maschi sono spettacolari: i due contendenti si inseguono di corsa cercando di "agganciarsi" con le corna. E' una tecnica più pericolosa di quella degli stambecchi, perché sul terreno ripido un "incidente" può anche capitare. | |
Un piccolo e la madre. La femmina del camoscio ha le corna più corte ed è più piccola del maschio (può pesare fino a 35 kg, mentre il maschio adulto arriva a 40/50 kg); le differenze tra i due sessi sono però meno accentuate che tra gli stambecchi e forse solo un occhio esperto riesce a distinguerli facilmente. | |
Quando arriva la primavera (qui siamo a maggio) il pelo invernale lascia il posto a quello estivo con una nuova muta completa. Questa foto ci mostra che il camoscio, pur non avendo le rocce come ambiente naturale originario, è riuscito ad adattarvisi bene e a dar prova di buone qualità "alpinistiche". | |
Le nascite avvengono intorno alla metà di maggio: ho scattato questa foto il 23 giugno, quindi i piccoli hanno poco più di un mese. Siamo a circa 2000 metri, al di sotto del limite dei boschi. E' un'altra testimonianza della diversa natura originaria del camoscio rispetto allo stambecco. | |
|
|