Traversata Corna Camozzera - Monte Ocone(Val d'Erve/Resegone- Lombardia)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1000 m circa (tenendo conto solo dei maggiori saliscendi) DURATA: 4,00h (salita); 1,50h (discesa) DIFFICOLTA': EE AGGIORNAMENTO RELAZIONE: settembre 2021
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La lunga dorsale che dal Resegone si prolunga verso Sud fino alla bassa vallata del Fiume Brembo presenta un primo tratto sul quale, tra il valico della Passata e il Passo del Pertüs, si elevano tre cime ancora prevalentemente rocciose ma coperte in gran parte da una fitta vegetazione boschiva: la Corna Camozzera, (1452 m), la quota 1411 m e il Monte Ocone (1351 m). La loro traversata offre un interessante itinerario per escursionisti esperti, non troppo frequentato ma decisamente consigliabile per la varietà dei passaggi (alcuni un po’ esposti, altri dove occorre affrontare qualche passo di facile arrampicata) e per il panorama che, per quanto limitato a Nord dalla massa rocciosa del Resegone, offre prospettive inedite sulle Prealpi Lombarde e sulle Alpi Orobie. Poiché l’itinerario si svolge a quote basse, è meglio affrontarlo in giornate non troppo calde e possibilmente con terreno asciutto, dato che spesso ci si muove su terreno ripido seguendo un sentiero non sempre agevole.
Quasi tutte le relazioni che si trovano su Internet descrivono questo itinerario in senso inverso (forse quello più frequentato), dal Monte Ocone alla Corna Camozzera, e con partenza dalla Forcella Alta di Costa Imagna (1300 m). Qui invece lo descrivo con partenza da Erve (559 m) e in senso contrario, dalla Corna Camozzera al Monte Ocone. Il dislivello è decisamente maggiore e, passando per la variante della Valle Verde, si percorrono sentieri decisamente poco frequentati (il che, per certi aspetti, costituisce un altro elemento di interesse).
ACESSO STRADALE. A Erve si arriva lasciando a Calolziocorte la strada provinciale che collega Lecco e Bergamo. Salendo verso Nord-Est, dopo 5 km si raggiunge il caratteristico paesino: lungo la strada che lo attraversa si trovano diversi parcheggi. Quello in fondo al paese, da dove inizia l’itinerario, in estate è a pagamento il sabato e nei giorni festivi (gratta e sosta in vendita negli esercizi commerciali di Erve).
ITINERARIO. L’itinerario inizia alla rotonda per l’inversione di marcia che si trova alla fine della strada asfaltata che attraversa il paese. Da qui (585 m; diversi cartelli indicatori), si imbocca la stradina sterrata che attraversa il Torrente Gallavesa su un piccolo ponte e sale verso Nord lungo la destra idrografica della valle fino alla località Gnétt (633 m), dove si trova l’Agriturismo “Due camosci”. Qui si attraversa di nuovo il torrente (guado o, poco più avanti, ponticello in ferro), si passa accanto a una pozza d’acqua (artificiale) e si oltrepassa di nuovo il torrente (guado o ponticello). Giunti di nuovo sulla sua destra idrografica, si imbocca (cartelli indicatori) un evidente sentiero che lo costeggia verso Nord-Est (sulla destra si possono ammirare le belle pozze del torrente). In breve si raggiunge un bivio segnalato: si lascia a sinistra il ripido sentiero che porta al Rifugio Alpinisti Monzesi lungo il “Pra di rat” e si prosegue diritti (destra) lungo il “Sentiero San Carlo” che porta allo stesso rifugio. Seguendo questo bel sentiero, e dopo aver attraversato per l’ultima volta il torrente su un bel ponticello (“Ponte del Bruco”), si raggiunge la freschissima Sorgente San Carlo (750 m; ore 0,40 dalla partenza). Si continua lungo il sentiero sulla sinistra idrografica della valle e dopo pochi minuti, subito dopo aver superato un ruscello, si incontra un sentiero che si stacca sulla destra e che è segnalato da un cartello “artigianale” di legno con una scritta a pennarello nero che indica la salita al Rifugio Alpinisti Monzesi per la variante “Valle Verde”. Si imbocca questo sentiero che sale lungo il versante destro idrografico del vallone, boscoso e all’inizio piuttosto incassato: non ci sono segnavia, ma il tracciato è, nella prima parte, evidente. A quota 960 m c.a, si incontra un sentiero (cartelli “artigianali” in lamiera): a sinistra si va verso il Rifugio Alpinisti Monzesi, a destra verso il valico della Passata. Si segue il sentierino di destra e ci si riporta verso il fondo del vallone: qui il tracciato è meno evidente e l’ambiente si fa più selvaggio (suggestivo). A quota 1020 m c.a si incontra un bivio privo (attualmente) di indicazioni: non ci si deve abbassare a destra verso il ruscello, ma salire a sinistra. Poco sopra si piega a sinistra e più avanti, a una sorta di bivio, si tiene ancora la sinistra per raggiungere, a circa 1120 m di quota, il sentiero che proviene dal Rifugio Alpinisti Monzesi. Lo si segue verso destra in leggera salita, raggiungendo la soglia di un pascolo: con percorso più ripido, si sale a sinistra tra il bosco e il pascolo, si passa a sinistra di due baite e si raggiunge il valico della Passata (1244 m; ore 1,10 dalla Sorgente San Carlo; ore 1,50 dalla partenza), dove si trovano una baita e uno storico cippo di confine (risale al 1781) tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.
Da qui si segue il sentierino (segnavia 588; cartello indicatore al valico) che percorre la lunga e boscosa cresta Nord della Corna Camozzera (segnavia bianco-rossi). Dopo un breve tratto sul dorso della cresta, il tracciato si tiene prevalentemente sulla sua sinistra. A circa 1350 m di quota si scavalca la cresta passando attraverso una caratteristica strettoia tra due rocce cui segue la discesa lungo un breve canalino roccioso (facile). Il sentierino prosegue quindi ancora lungo il lato sinistro della cresta; passa attraverso una sorta di trincea rocciosa e, dopo aver traversato un ripiano, riguadagna il filo della cresta a 1390 m c.a. Ora si segue la cresta, più stretta e panoramica (qualche elementare roccetta), fino a una sella erbosa sotto la cima della Corna Camozzera. Il sentierino passa più in basso e a sinistra della cima: per raggiungerla bisogna salire brevemente verso destra e, dopo aver superato un breve tratto abbastanza esposto sul sottostante salto roccioso, si raggiunge la cima dove è stata recentemente collocata (primavera 2021) una croce di legno (1452 m; ore 1,00 dalla Passata; ore 2,50 dalla partenza).
Tornati sul sentierino, lo si segue verso destra abbassandosi lungo la cresta fino a una sella erbosa (1375 m); proseguendo lungo la cresta si raggiunge il caratteristico passaggio che precede la quota 1411 m: sulla destra del filo, si devono prima scavalcare in piano alcuni massi (attenzione con il bagnato) quindi risalire un canalino roccioso (I+) alto una quindicina di metri. Superato ancora qualche facile passaggio roccioso si raggiunge di nuovo il filo della cresta e ci si porta sulla quota 1411 m. Sempre seguendo il sentierino e i segnavia (non molto frequenti in verità) ci si abbassa lungo la cresta e poi alla sua destra lungo un ripido pendio erboso (qui la traccia tende a essere sommersa dall’erba). Rientrati nel bosco non bisogna scendere fino al successivo pendio erboso ma, all’altezza di un albero con segnavia un po’ sbiadito (100 metri sotto la quota 1411 m), prendere a sinistra un’esile traccia che traversa quasi in piano sempre nel bosco e poi (divenuta più evidente) risale in cresta con un breve tratto assai ripido. Tornati a destra del filo, si prosegue per un tratto a saliscendi e infine, salendo lungo un ripido pendio terroso (sempre immerso nel bosco), si raggiunge la cresta Ovest del Monte Ocone. Lungo di essa,verso sinistra, se ne raggiunge in pochi minuti la cima, dove è posta una croce in metallo e da dove si gode un bel panorama (1351 m; ore 1,00 dalla Corna Camozzera; ore 3,50 dalla partenza).
DISCESA. Seguendo ora un evidente sentiero, ci si abbassa lungo la cresta Sud-Est del Monte Ocone e, dopo aver superato un bel roccolo in muratura, si raggiunge lo strettissimo intaglio del Passo del Pertüs (1193 m), scavalcato da un ponticello. Si prosegue ancora per un breve tratto lungo la cresta quasi pianeggiante fino a una radura circondata da faggi. Invece di proseguire lungo la cresta in leggera salita, si prende un sentiero che si abbassa a destra, raggiungendo in breve un più ampio sentiero proveniente da sinistra; lo si segue verso destra e, quasi subito, ci si abbassa a sinistra fino a una strada sterrata. La si segue verso destra fino alla sella erbosa della Pertülena, posta sulla dorsale che divide la Valle di Erve, a Ovest, dalla Valle Fracetta, a Est (1040 m c.a; ore 0,40 dal Monte Ocone; ore 4,30 dalla partenza). Da qui si imbocca il sentiero 802 (cartello indicatore per il Rifugio Alpinisti Monzesi) e lo si segue verso Nord con qualche saliscendi fino a incontrare un bivio segnalato: si lascia il sentiero 802 e si scende a sinistra (cartello indicatore per Nesolio ed Erve). Subito dopo aver superato un rudere (937 m), si incontra una traccia di sentiero che proviene da sinistra; la si segue verso destra e, dopo un traverso nel bosco (tracciato poco agevole), si raggiungono tre belle case (914 m). Da qui il sentiero (sempre immerso nel bosco) diviene più bello ed evidente e si abbassa fino all’antico borgo di Nesolio (700 m c.a). Attraversate in discesa le case, si imbocca la bella mulattiera che scende a Erve, dove si percorre la breve via Pero fino alla strada principale (570 m c.a; ore 1,10 dalla Pertülena; ore 5,40 dalla partenza). Lungo di essa si raggiunge il parcheggio dove si è lasciata l’auto (se si è parcheggiato al termine della strada, presso la rotonda, calcolare circa 10/15 minuti per arrivarvi).
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