Monte Mars - Cresta dei Carisey

Roccia

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 200 metri l'arrampicata vera e propria (ma lo sviluppo è decisamente maggiore)

DURATA: 2 ore fino all'attacco, 3,30 dall'attacco alla cima del Monte Mars

DIFFICOLTA': II e III con un passaggio di III+/IV-

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: luglio 2004

 

Collocate tra la pianura piemontese, la bassa Valle d’Aosta e la valle di Gressoney, le Alpi Biellesi sono un piccolo mondo alpino che ho imparato ad amare molti anni fa grazie alla passione di Fausto, un amico che da sempre le frequenta (sua mamma è originaria della Valle del Cervo). I suoi racconti e suoi inviti insistenti alla fine hanno contagiato me e i miei amici: ne sono scaturite tante belle escursioni, in tutte le stagioni dell’anno, e alcune belle arrampicate su vie di ottimo granito.

Non è una realtà fuori dal mondo: i sentieri sono ben segnalati (da anni opera tra queste montagne l’Associazione amici dei sentieri del biellese) e molte vie di roccia, grazie ai recenti interventi delle guide alpine del gruppo Tike Saab, sono modernamente attrezzate. Tuttavia, se escludiamo alcune zone, come la conca del lago Mucrone (raggiunta dalla funivia), non sono montagne affollate. Anzi. Spesso abbiamo percorso itinerari molto belli in grande solitudine, godendo del bellissimo panorama che le creste e le cime offrono: i giganti della Valle d’Aosta da una parte, la distesa della pianura Padana dall’altra. Una compagnia spesso presente è invece quella della nebbia pomeridiana, come accade in molte valli del Piemonte.

La Cresta dei Carisey, cioè la cresta SSO del Monte Mars (2600 m; è la cima più alta delle Alpi Biellesi), è la “super-classica” di queste montagne. Si tratta di una via facile (II e III grado con un passaggio di III+/IV-), molto bella e panoramica, su roccia ottima (granito), in qualche tratto esposta ma ora ben protetta da una serie di luccicanti spit. I tiri di corda sono corti (25/30 metri) e le possibilità di far sicurezza, grazie ai numerosi spuntoni oltre che agli spit, sono molte. Per quanto sia una salita classica, non mi è parsa molto frequentata: l’ho salita due volte, sempre nel mese di luglio (nel 1992 e nel 2004), incontrando al massimo un’altra cordata.

Dietro il Santuario di Oropa (13 km da Biella) si prende la funivia che sale alla conca del Lago del Mucrone (tel. 015.2455929). Dalla stazione di arrivo (m 1870), in direzione sud-ovest (numerosi cartelli indicatori), ci si porta nei pressi del piccolo Lago del Mucrone (m 1902) e quindi si sale alla Bocchetta del Lago (m 2026; ore 0,25). Da qui si segue il sentiero (segnavia C11) che porta, con una lunga traversata verso ovest, al Rifugio Coda. All’inizio bisogna abbassarsi qualche decina di metri, poi si procede a lungo quasi in piano fino al valloncello che scende dal Colle Chardon; a questo punto si ricomincia a salire per attraversare tutto il versante meridionale del Monte Mars; il sentiero è evidente e segnalato; qualche punto più esposto è attrezzato con corde fisse. Oltrepassato l’attacco della via Innominata (si incontra dopo uno sperone roccioso che il sentiero supera protetto da una vecchia catena e da un recente corrimano), una serie di tornanti porta nelle vicinanze del rifugio Coda (tel. 015.2562405). Qui si incontra un bivio: a sinistra, in pochi minuti, si va al rifugio, andando a destra si raggiunge in breve il Colle Sella, da dove passa il tracciato dell’Alta via delle Alpi Biellesi. Volgendo a destra e aggirando a sud un modesto spuntone roccioso, si raggiunge l’intaglio dell’attacco (m 2240; ore 1,40 – 2 ore circa dalla funivia).

All’inizio le difficoltà si tengono sul II (con un passo di III); si tratta di superare placchette e dentini fino in cima al primo salto. Da qui si scende per un breve camino un po’ faticoso (III); la discesa è ora facilitata da una corda fissa oppure può essere effettuata con un breve corda doppia (ancoraggio in loco). Si sale poi una placca verticale ma ben appigliata (III) e si prosegue lungo la cresta con qualche saliscendi fino ad una fessura che sale da sinistra a destra. Superata tale fessura (III) si giunge sulla cosiddetta Punta Amici (m 2338). La cresta diviene per un tratto pressoché orizzontale: la si segue traversando una serie di placche con percorso esposto e molto bello (II/III-) fin quando essa si raddrizza a formare un dosso. Si supera questo tratto con un passaggio ben appigliato ma assai esposto proprio sullo spigolo a destra (III). Per arrivare al successivo colletto bisogna superare in discesa un caratteristico passaggio verticale chiamato “l’inginocchiatoio” (in realtà non ci si inginocchia). Anche questo passo (che è di III) può essere sceso grazie ad una breve corda doppia (ancoraggio sul posto). La cresta si alza ora più ripida: procedere facilmente fino ad una macchia di roccia bianca; poco più in alto salire a sinistra alla base di una paretina che si supera (III) per arrivare a rocce più semplici lungo le quali si raggiunge la base dell’ultimo salto della cresta. E’ il cosiddetto “Dado”, alto una decina di metri, che presenta il passaggio più impegnativo della via; per superarlo ci sono diverse possibilità: quella “protetta” dagli spit segue  lo spigolo in mezzo al salto, prima lungo un un diedro appena a sinistra e poi sullo spigolo stesso. E’ un bel passaggio di III+ (forse di IV-). Qualche metro a sinistra è possibile superare una bellissima fessura che taglia la placca quasi verticale: le difficoltà sono di V- e non ci sono protezioni (ore 2,30 dall’attacco)

Oltre il Dado la cresta prosegue ancora rocciosa ma più facile (qualche passaggio di II) fino ad un colletto dove passa l’Alta via delle Alpi Biellesi e dove termina l’arrampicata. Da qui ci sono due possibilità: scendere a sinistra (corde fisse) verso il rifugio Coda e, seguendo i segnavia, raggiungere di nuovo il Colle Sella da cui si torna alla funivia seguendo l’itinerario dell’andata (ore 2/2,30). L’altra possibilità consiste nel proseguire la salita lungo la cresta verso la cima del Monte Mars: anche in questo caso basta seguire il tracciato dell’Alta Via (bolli azzurri e qualche corda fissa) fino alla croce della vetta, da dove si gode un panorama eccezionale (ore 1 dal Dado).

Per tornare alla conca del Mucrone e alla funivia bisogna ora seguire in discesa la via normale del Monte Mars. Il sentiero si tiene un poco sul lato meridionale della cresta est della montagna, raggiunge un colle erboso, sale alla quota 2431 e quindi, continuando ad abbassarsi lungo il versante meridionale della cresta, raggiunge la conca sassosa (m 2195) sotto il colle Chardon, che separa il Monte Mars dal Monte Rosso. Traversando in piano verso sud est si raggiunge il colle (m 2200 circa) dove si trova il minuscolo Laghetto del Monte Rosso; da qui ci si abbassa in direzione della ormai visibile conca del Lago del Mucrone; raggiunto l’ampio sentiero che la percorre, si volge a sinistra e si arriva alla stazione della funivia (2 ore). Il percorso è segnalato e attrezzato con corde fisse in alcuni passaggi.

 

BIBLIOGRAFIA:

Gianni Lanza, ALPI BIELLESI, Edizioni Gariazzo, 2004

Carta IGC, IVREA, BIELLA, BASSA VALLE D'AOSTA (1:50.000)

CARTA DEL BIELLESE, nord-ovest, foglio primo (1:25.000), Edita dalla "Filatura di Chiavazza"

 

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