Torrione di Valsolda e Cima di Fiorina (dall'Alpe Fiorina)

(Valsolda - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1300 m circa (contando le risalite)

DURATA: 4,00h la salita; 2,15h la discesa

DIFFICOLTA': EE

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: novembre 2015 (ultimo aggiornamento: dicembre 2015)

 

Torno a proporre in questa pagina un’escursione ad anello che ha come meta le due cime più alte della bellissima Valsolda: il Torrione di Valsolda (1805 m) e la Cima di Fiorina (1810 m). Da esse, come ho già scritto nella precedente relazione, si gode un notevole panorama, che arriva fino alla corona delle Alpi, dal Monviso al Monte Rosa, dall’Oberland ai gruppi del Pizzo Badile e del Monte Disgrazia.

 

Anche questa escursione si svolge in ambiente particolarmente suggestivo: la salita, indiretta e lunga ma molto interessante, si snoda nella zona nord-orientale della valle e, nella parte alta, segue uno dei due sentieri percorribili all’interno della Riserva naturale integrale della Valsolda, gestita dall’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste della Regione Lombardia). Durante la discesa si può visitare anche il Buco della Noga (Büs de la Noga), detto anche Grotta dell’Orso, la maggiore cavità della Valsolda. A questi elementi mi piace aggiungerne altri due: il silenzio e la solitudine. Li ho incontrati anche altre volte in Valsolda e per me sono uno dei suoi pregi maggiori.

 

Le difficoltà della gita non sono omogenee: per lo più ci si muove su sentieri ben segnalati, ma la salita del Torrione è decisamente più impegnativa (EE): si svolge su terreno erboso piuttosto ripido con qualche passaggio di I, mentre il primo tratto della discesa presenta un passaggio di 5/6 metri su roccia poco inclinata (II),  ma scivolosa se umida o bagnata. Tuttavia questo tratto si può evitare, perché la Cima di Fiorina può essere raggiunta direttamente senza scavalcare il Torrione (vedi la relazione). Anche il lungo traverso sui ripidi prati del versante meridionale del Torrione è considerabile EE, quindi nel complesso attribuirei questa valutazione all’intera escursione.

 

ACCESSO STRADALE. La località di partenza è Dasio (580 m), la frazione più alta del Comune di Valsolda. Vi si può arrivare sia dalla Svizzera che dall’Italia. Nel primo caso si segue l’autostrada A9, poi si prosegue in Svizzera lungo l’autostrada A2. Si esce a Lugano Sud, si traversa la città percorrendo il lungolago e si ritorna in Italia. Entrati nel Comune di Valsolda, tra le frazioni di San Mamete e Cressogno, si prende a sinistra la Strada Sasso Rosso-Dasio che, dopo 5 km, raggiunge Dasio (discrete possibilità di parcheggio nei pressi della chiesa). Se si vuole evitare il passaggio attraverso la Svizzera, da Como si prosegue lungo la strada statale del lago fino a Menaggio. Qui si gira a sinistra in direzione di Porlezza e si prosegue fino al Comune di Valsolda: tra le frazioni di Cressogno e San Mamete si prende a destra la strada Sasso Rosso-Dasio.

 

ITINERARIO. Dalla piazzetta davanti alla chiesa (580 m) si imbocca la stradina acciottolata e gradinata che si inoltra tra le case; dove si biforca (cartelli indicatori per i sentieri 1, 5 e 3 barrato – Sentiero delle 4 valli) si sale a destra e, più avanti, si incontra un altro bivio. Si prende a destra la piccola Via per Buggiolo (cartello indicatore del Sentiero delle 4 valli) che, usciti dalle case, diventa un sentiero che prosegue in piano lungo una recinzione per poi abbassarsi leggermente e traversare su un bel ponte il Torrente Soldo. Subito dopo il ponte c’è un bivio: salire a sinistra (cartello indicatore e segnavia bianco-rossi) lungo un bel sentiero che procede per un tratto parallelo al torrente, poi si sposta a destra e raggiunge una grossa baita. Si prosegue traversando verso Est in leggera salita il prato a monte della baita; si passa quindi poco sotto la grande costruzione dell’Alpe Rancó e si raggiunge (750 m c.a) la stradina in parte sterrata che proviene da Drano. Si sale verso sinistra lungo questa stradina (cartello indicatore del Sentiero delle 4 valli) e la si segue, ignorando diverse deviazioni segnalate, fino all’area di sosta attrezzata dall’ERSAF in località Alpe Serte (900 m c.a). Poco più avanti, oltrepassato il bivio per l’Alpe Mapel, la stradina termina e ci si trova davanti a un bivio privo di indicazioni: si prende il sentiero di destra che sale (si incontrano presto i segnavia bianco-rossi) prima sul versante sinistro idrografico del vallone poi, traversato facilmente il torrente (ambiente molto suggestivo), su quello destro. Il vallone si fa quindi più stretto e dominato a Nord dalle pareti rocciose delle quote 1267 m e 1385 m. Proseguendo nella bella faggeta e ignorando altri bivi, si raggiunge in leggera salita il poco pronunciato valico del Passo Stretto (1102 m), dopo il quale si apre un’ampia e radura erbosa. Si percorre in leggera discesa la radura e al suo termine si incontra un nuovo bivio segnalato. Si prende a sinistra (Sentiero delle 4 valli, direzione Seghebbia) e quasi subito si incontra un altro bivio segnalato: si abbandona il sentiero delle 4 valli e si prende a sinistra (cartello indicatore per Alpe Fiorina, Bocchetta di San Bernardo e Rifugio San Lucio) una traccia che si inoltra nella Valle di Fiorina (badare ai segnavia bianco-rossi perché la traccia non è molto evidente a causa delle foglie dei faggi) percorrendone per un tratto il ripido versante destro idrografico. Si attraversa quindi il fondo della valle passando accanto ad un enorme masso e si inizia a salire con numerose svolte il versante opposto fino ad incontrare (1200 m c.a) un sentiero che taglia orizzontalmente il pendio. Si va a sinistra (il cartello indicatore indica solo la direzione opposta, per Seghebbia) e, tornati verso il centro del Vallone di Fiorina, lo si percorre verso Nord-Ovest in leggera salita fino alla bella radura dove si trovano le due baite in legno dell’Alpe Fiorina (1340 m) gestita dall’ERSAF (ore 2,10 da Dasio). Siamo nel cuore della parte settentrionale della Riserva naturale integrale: alcuni cartelli invitano al massimo rispetto dell’ambiente e a seguire esclusivamente il tracciato dei sentieri autorizzati.

 

A sinistra e un po’ più in alto delle baite, presso un cartello indicatore, si prende il sentiero che, verso Sud-Sud-Ovest, traversa in salita fino alla Bocchetta del Boj (1454 m o 1460 m, a seconda delle cartine), ben visibile già dall’Alpe Fiorina. Da qui, verso Ovest, inizia il traverso che percorre tutto il versante meridionale del Torrione di Valsolda. Il percorso alterna tratti pianeggianti a brevi risalite. Il terreno, prevalentemente erboso, è ripido (a tratti molto ripido), ma il sentiero è ben tracciato: bisogna prestare attenzione soprattutto quando si traversano, nella prima parte, alcuni tratti rocciosi. Al termine della traversata si raggiunge una bocchetta senza nome (1580 m c.a) sulla cresta Sud-Sud-Ovest del Torrione di Valsolda. Ci si abbassa pochi metri sul versante opposto, lungo il sentiero che scende verso l’Alpe Noresso, incontrando subito un bivio segnalato a vernice (poco visibile) sul tronco di un faggio. Si prende a destra e si segue un sentiero non molto evidente a causa delle foglie dei faggi, ma ben segnalato (segnavia bianco-rossi) che si tiene sotto il filo della cresta (versante occidentale). Raggiunta una sorta di dosso a circa 1660 m, ci si trova pressoché all’altezza di una selletta sulla cresta del Torrione; si abbandona il sentiero che prosegue verso la Cima di Fiorina e, verso destra (vecchie indicazioni a vernice su un sasso poco più in alto del sentiero), ci si porta alla selletta, poco prima della quale si incontra un’esile traccia (segnavia bianco-rossi sbiaditi) che, scavalcata la cresta, inizia a tagliare verso destra il ripido versante meridionale del Torrione su terreno erboso con qualche facile (I) passaggio roccioso. Non ci sono particolari difficoltà, ma la ripidezza e la lunghezza del pendio richiedono la dovuta attenzione. Si entra così in un canale erboso e lo si segue verso l’alto sempre su terreno ripido, ma lungo una traccia migliore e sempre segnalata. Al colmo del canale erboso ci si trova sotto la verticale parete di roccia che scende a Ovest della cima: la si costeggia prima in piano poi in salita fino a incrociare, sulla cresta Nord, il sentiero che proviene dalla Cima di Fiorina: girando a destra si sale in breve alla panoramica cima (1805 m; ore 1,30 dall’Alpe Fiorina). Appena sotto la piccola croce, si trova il libro di vetta.

 

Si torna sui propri passi fino al punto in cui si incontra il sentiero che arriva dalla Cima di Fiorina percorrendo la cresta che unisce le due cime. Ci si abbassa a destra del filo e si affronta in discesa un passaggio roccioso discretamente impegnativo: sono 5/6 metri di II grado non troppo inclinati su roccia buona ma scivolosa se umida. Attualmente (autunno 2015) uno spezzone di corda legato ad un mugo secco facilita la discesa dei primi metri. Il passaggio non è esposto ma, per quanto breve, richiede attenzione e un minimo di capacità alpinistica. Al termine del passaggio si è di nuovo sul sentiero, evidente e ben segnalato, che prosegue verso Nord. Passando ora a destra ora a sinistra di alcuni risalti rocciosi, ci si abbassa a una sella (1770 m c.a), si risale alla quota 1809 m, ci si abbassa a una nuova sella (1780 m c.a) arrivando infine sulla cresta Nord-Est della Cima di Fiorina; svoltando a sinistra se ne raggiunge in breve la vetta (1810 m), dove si trovano un croce di legno e il libro di vetta (ore 0,20 dal Torrione di Valsolda; ore 4,00 da Dasio).

 

DISCESA. Dalla cima si scende lungo la cresta Ovest lungo un bel sentiero che in breve porta al colletto 1714 m. Da qui, verso sinistra, si segue un sentiero ricavato tagliando i robusti rami dei mughi che coprono questo tratto della montagna. In leggera salita si passa sotto la Cima di Fiorina poi, piegando verso Sud, si traversa in leggera discesa sotto il Torrione. Il sentiero è segnalato e abbastanza evidente, ma passare tra i mughi è un po’ fastidioso a causa dei rami ricresciuti. Alla fine, fuori dai mughi, si procede su terreno più agevole e si arriva al dosso a quota 1660 m da dove si era passati in salita. Seguendo il sentiero già fatto si torna al bivio sotto la selletta a quota 1580 m c.a. A questo punto si svolta a destra e si percorre il sentiero ben segnalato anche se non sempre troppo evidente (sempre a causa delle foglie dei faggi) che scende nel valloncello sul versante Ovest della forcella. A quota 1460 m circa, poco sopra una radura ben visibile, si abbandona il fondo del valloncello e si prende un sentiero (attenzione ai segnavia) sulla sinistra. Si risale una decina di metri poi si volta a destra e, pressoché in piano, si raggiunge un colletto erboso (1470 m c.a) tra le Cime di Noga e il Monte Pradè. Da qui si scende verso Sud nel vallone che porta all’Alpe Mapel. Il sentiero, sempre ben segnalato, si fa presto anche evidente. A 1290 m c.a si trova (cartello indicatore) la deviazione che in pochi minuti porta alla Grotta dell’Orso (che vale la pena di visitare, possibilmente muniti di una torcia elettrica). Continuando a scendere lungo il vallone, si arriva infine al bel dosso erboso dove si trova l’Alpe Mapel (1145 m; ore 1,30 dalla Cima di Fiorina).

 

All’estremità meridionale del dosso erboso si imbocca (cartello indicatore) il sentiero che scende a Dasio. Il tracciato si abbassa prima verso Sud, poi traversa verso Ovest e, dopo aver superato due bivi tra i 1060 e i 1030 m (al primo si lascia sulla sinistra il sentiero 35 per l'Alpe Serte e il Passo Stretto, al secondo si lascia sulla destra il sentiero 35 per il Sasso di Mont e l'Alpe Puria), raggiunge una sorta di piano dove la vegetazione più rada permette di ammirare il dolomitico versante orientale del Sasso di Mont. Traversata la zona pianeggiante verso Sud, il sentiero si abbassa nel vallone dominato  a destra dalle pareti del Sasso di Mont; il tracciato, evidente e ben segnalato, si tiene sul versante destro idrografico del vallone, prima stando in alto rispetto al torrente che scorre sul fondo, poi, da un piccolo dosso a circa 790 m di quota, abbassandosi a sinistra e avvicinandosi maggiormente al fondo del vallone. A 680 m circa si piega decisamente a destra, si passa sotto una verticale parete rocciosa (fontana) e si imbocca una larga mulattiera che raggiunge le case più alte di Dasio. Lasciata a destra la piccola Via De Bernardi, si scende lungo Via Leopardi (si tratta di viuzze acciottolate ed esclusivamente pedonali); ripassati dal bivio con Via per Buggiolo si scende al parcheggio presso la chiesa (580 m; 45 minuti dall’Alpe Mapel; ore 2,15 dalla Cima di Fiorina).

 

NOTA 1. Dalla Cima di Fiorina non è necessario scendere al colletto 1714 m; si può tornare indietro brevemente lungo la cresta percorsa in salita, poi individuare (non ci sono indicazioni) e prendere a destra un sentiero che, tra i mughi, scende verso Sud-Ovest e raggiunge quello descritto nella relazione nel punto in cui piega verso Sud per traversare sotto il Torrione.

 

NOTA 2. C'è un'ulteriore variante per scendere dalla cima. Essa è molto meno panoramica, ma permette di evitare il tratto un po' fastidioso fra i mughi e si riconnette all'itinerario descritto nella relazione a quota 1460, all'inizio del traverso che porta alla sella erbosa tra le Cime di Noga e il Monte Pradè.

Dal colletto a 1714 m si prosegue per pochi metri lungo il sentiero 34 che aggira a Sud le quote 1721 e 1725 m; si incontra subito un quadrato di vernice gialla con alcuni numeri in nero (un po' sbiaditi). Una piccola freccia indica la direzione da prendere per seguire il sentiero 21, che percorre il vallone che scende a Sud del colletto. Si segue quindi una debole traccia che si abbassa verso sinistra passando tra alcuni mughi dopo i quali diviene più evidente e perde quota rimanendo sempre sul versante sinistro idrografico del vallone, talvolta avvicinandosi al fondo, talvolta rimanendo più in alto. Si è sempre immersi nel bosco (faggeta) e la traccia è spesso coperta dalle foglie, ma risulta in generale ben visibile. I ogni caso i segnavia bianco-rossi (o rosso-bianco-rossi) sono frequenti. Darei solo un paio di indicazioni. A circa 1660 m ci si trova di fronte a quello che pare un bivio: bisogna scendere a destra (il segnavia si trova quasi subito). A 1470 m, preceduto da un masso con un bel segnavia, c'è un bivio: non seguire la traccia che sale leggermente e passa sotto un salto di roccia, ma quella di destra che prosegue in piano e passa accanto a due rocce per poi abbassarsi con più decisione fino a una radura (1440 m c.a), caratterizzata, sulla sinistra, dalla presenza di una sorta di rudere presso cui si trovano dei segnavia. Prima del rudere si segue una traccia che arriva, poco sopra, a un masso con segnavia. Ci si trova così a quota 1460 m c.a, sul fondo del valloncello dove ci si ricongiunge con l'itinerario descritto nella relazione. Svoltando a destra, infatti, si prende il sentiero che traversa in direzione del colletto erboso (1470 m c.a) tra le Cime di Noga e il Monte Pradè.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CARTOGRAFIA:

Carta Turistica Kompass, 1:50.000, LAGO DI COMO-LAGO DI LUGANO. Utile soprattutto per avere una visione d'insieme delle montagne del Lario Occidentale e per orientarsi nel panorama dalla cima.

Carta Escursionistica della Valsolda, 1:25.000. E' decisamente la più precisa: sulla base della Carta Nazionale Svizzera, riporta tutti gli itinerari della valle. E' reperibile presso la Pro Loco Valsolda.

Foresta Regionale Valsolda, Carta escursionistica 1: 17.500. Questa cartina è interessante e utile soprattutto perché sul retro riporta molte informazioni turistiche ed escursionistiche sulla valle. E' acquistabile on-line sul sito dell'ERSAF (l'ente regionale per le foreste) e forse anche in loco.

Tutte queste cartine sono acquistabili anche a Valsolda, nella frazione San Mamete, presso l'edicola-cartoleria Carta e Penna in Piazza Roma. Il negozio apre alle 8 o poco prima (anche la domenica mattina).

 

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