Cima Tuss(Val Grande - Piemonte)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1000 m circa DURATA: 3,30h la salita DIFFICOLTA': EE (nella parte finale) AGGIORNAMENTO RELAZIONE: settembre 2004
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lo avevano detto in tanti: la vista che si gode dalla Cima Tuss è più
spettacolare di quella che si ammira dalla Cima Sasso. In effetti è così:
sebbene più limitato (la Cima Sasso è più alta e sorge in una
posizione “strategica” tra la Val Grande e la Val Pogallo), il
panorama offerto da questa sorta di spalla poco rilevata della cresta
che dalla Cima Sasso scende verso gli alpeggi di Velina, in Val Grande,
è particolarmente suggestivo: verso nord la visione del Pedum, oltre i
grandi salti di roccia che scendono dalla cresta ovest della Cima Sasso,
è selvaggia e spettacolare; verso il basso, il fondo della Val Grande
rivela uno dei suoi angoli più segreti e “mitici”: la gola
dell’Arca, con le sue alte pareti rocciose
tra cui scorre il torrente, si può ammirare da un punto di vista
“aereo” particolarmente suggestivo (portare il binocolo). L’itinerario
che sale alla Cima Tuss (m 1735) coincide in gran parte con quello,
abbastanza frequentato, che raggiunge la Cima Sasso (m 1916) da Cicogna;
se ne stacca solo nell’ultimo tratto, per seguire a sinistra
un’esile traccia quasi pianeggiante. Le maggiori difficoltà (EE) sono
concentrate proprio qui: occorre prestare attenzione prima ad
individuare la traccia, poi a seguirla lungo i ripidi pendii erbosi che
attraversa. Il
punto di partenza è Cicogna, la “piccola capitale” della Val
Grande. Per arrivarvi, si segue l’autostrada A26 (Genova-Gravellona)
fino all’uscita di Verbania. Arrivati a Fondotoce si seguono le
indicazioni per San Bernardino Verbano e quindi ci si porta a Rovegro.
Da qui parte la stretta strada asfaltata (recentemente sistemata)
che si addentra nella valle del San Bernardino e, dopo aver
superato il Ponte di Casletto (bella vista sulla gola dove scorre il rio
Val Grande che, proprio qui, confluisce nel torrente San Bernardino),
sale a Cicogna con alcuni stretti tornanti. Dalla
piazzetta della chiesa imboccare, a destra della fontana e presso il
monumento ai caduti, una mulattiera segnalata che sale tra le case; alla
fine dell’abitato si incontra un bivio: prendere a destra (numerose
segnalazioni: indicazioni per il rifugio L’Alpino, sentiero natura,
segnavia bianco-rossi) e salire nel castagneto dove si possono osservare
i muri a secco dei terrazzamenti (roncature) che permettevano di
coltivare questi ripidi pendii. Usciti dal bosco, prima di arrivare al
rifugio L’Alpino (Associazione Nazionale Alpini), conviene seguire, verso sinistra, la traccia che
conduce ai ruderi delle case più basse dell’Alpe Pra (m 1223), dove
si trova il celebre masso coppellato. Ritornati sul sentiero principale
si sale in breve al vicino rifugio (m 1250 – ore 1,20 da Cicogna). Il
tracciato prosegue nella faggeta tenendosi a sinistra del costone, poi
lo scavalca passando attraverso una stretta breccia rocciosa (m 1300 c.a)
e raggiunge un panoramico terrazzo erboso (m 1311) presso l’Alpe
Leciuri. Lasciato a destra il sentiero che scende a Pogallo, salire a
sinistra verso la cresta che sale alla Cima Sasso. Dopo averne raggiunto
il filo, il sentiero si tiene ancora sulla destra, nella faggeta, e
guadagna di nuovo la cresta più in alto. Superato un tratto più
ripido, si esce dal bosco a circa 1500 metri di quota e si raggiunge la
Colma di Belmello: guardando verso sinistra, in basso, si noteranno i
ruderi
dell’alpe Belmello (m 1419), costruita con il marmo di un
filone affiorante. Ora
bisogna seguire l’ampio e panoramico crestone erboso, caratterizzato
da alcune emergenze rocciose (quota 1589 m, quota 1632 m, quota 1625 m)
che si aggirano, seguendo la buona traccia, ora a destra ora a sinistra.
Superata la quota 1632 m, conviene osservare attentamente il percorso
che si dovrà affrontare: a sinistra della Cima Sasso si noterà
benissimo un colle erboso alla base di un notevole salto di roccia
verticale (la Cima Tuss si trova ancora un po’ più a sinistra ed è
di poco più alta del colle); non sarà difficile individuare la
traccia, esile ma abbastanza evidente, che, con percorso pressoché
orizzontale, unisce il colle erboso alla base (quota IGM 1673 m)
dell’ultimo ripido tratto della cresta che sale alla Cima Sasso. Si
prosegue quindi lungo il crestone fino ad individuare l’inizio della
traccia: non è molto evidente, ma, se si è osservato bene il percorso,
non si farà fatica a trovarla e a rinvenire gli ometti
(sufficientemente numerosi) che la segnalano. Seguendo
la traccia, che attraversa ripidi pendii erbosi sotto i salti rocciosi
che caratterizzano il versante meridionale della Cima Sasso, si
raggiunge il colle erboso da cui inizia la breve e aerea cresta di erba
e roccette elementari che conduce, con percorso poco inclinato ed
evidente, fino all’ometto della Cima Tuss (ore 2,10 dal rifugio
L’Alpino; ore 3,30 da Cicogna). DISCESA:
lungo il percorso della salita in poco più di due ore. Se si ha tempo
(e voglia) si può, una volta tornati alla quota 1673 m, salire alla
Cima Sasso seguendo le buone tracce che ne superano il balzo finale. Una
bellissima alternativa (difficoltà: EE) consiste nel raggiungere la
traccia che collega l’alpe Belmello all’alpe Corte del Bosco (la si
incrocia a circa 1420 metri, quota del mio altimetro, scendendo il
pendio, abbastanza ripido ma senza particolari problemi, sotto il colle
erboso). Seguendo verso destra la traccia si arriva ai ruderi di Corte
del Bosco, dai quali è possibile scendere a Velina e, da qui, ritornare
a Cicogna. Il percorso è tipicamente valgrandino e selvaggio; la
traccia, specialmente fino a Corte del Bosco, non è sempre facile da
seguire, nonostante qualche raro e
sbiadito segnavia (noi l’abbiamo persa, ma ci siamo potuti
arrangiare grazie ad una sufficiente conoscenza del luogo); invece tra Corte
del Bosco e Velina il sentiero, una volta individuato, è bello e
persino segnalato (vecchi segnavia rossi un po’ sbiaditi).
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BIBLIOGRAFIA: Paolo Crosa Lenz: VALGRANDE, ESCURSIONI STORIA E NATURA, Ed. Grossi, Domodossola, 1996 Carta Nazionale Svizzera 1:50.000, foglio 285, DOMODOSSOLA Carta 1:30.000, PARCO NAZIONALE VAL GRANDE, Edizioni Zanetti, 2002
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