Abbazia di San Pietro al Monte di Civate

Visita alla chiesa

 

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Salito lo scalone, ci troviamo nell’ampio portico semicircolare illuminato da diverse bifore dalle quali si gode un suggestivo panorama verso valle. Ci portiamo davanti al massiccio portone d’entrata, ma prima di varcarlo osserviamo l’affresco che lo sovrasta: Cristo in trono consegna a San Pietro le chiavi, segno di autorità, e a San Paolo il libro della parola. Una scritta (ovviamente in latino) sul bordo inferiore dell’affresco ci dice che la chiesa è dedicata a San Pietro e a San Paolo. La tradizione poi ha finito per far prevalere la dedica a San Pietro.

L'atrio semicircolare che precede l'ingresso della chiesa visto dall'interno.

Varcata la soglia, prima di accedere all’unica navata della chiesa, ci fermiamo ad osservare gli affreschi che ricoprono il piccolo ambiente che la precede. Nella lunetta sopra la porta è rappresentato Abramo che tiene in grembo tre personaggi, simbolo delle “molte genti” di cui è padre (lo dice la scritta in latino: “Abramo padre di molte genti”). Secondo un’altra interpretazione i tre personaggi sono tre fanciulli che rappresentano i giusti. Sull’arco sopra la lunetta si leggono i nomi della tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Sulla parete alla nostra sinistra è rappresentato san Gregorio papa che si rivolge ad un gruppo di uomini (“Venite figli, ascoltatemi e vi insegnerò il timore di Dio”, così dice la scritta in latino sotto l’affresco); sulla parete a destra è invece raffigurato il Papa Marcello che si rivolge ad un altro gruppo di persone (“Avvicinatevi, figli, e sarete illuminati”). Sotto entrambe le scene è dipinto un pesce immerso nell’acqua, simbolo del battesimo di Cristo. Infine, sulla volta del piccolo ambiente, vediamo rappresentata la Città Celeste, il Paradiso, al centro della quale campeggia la figura di Cristo in gloria. Agli angoli della città sono scritti i nomi delle quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Ai piedi di Gesù si vede l’Agnello ferito al costato, simbolo della sua morte e resurrezione e “fonte di vita”: ai suoi piedi sgorga infatti dell’acqua e è a essa che Gesù invita a bere (nel libro che tiene in mano c’è infatti scritto, in latino, “Chi ha sete venga”).

Sulla piccola volta successiva sono dipinti quattro personaggi che versano dell’acqua da grandi otri. Essi simboleggiano i quattro fiumi del Paradiso Terrestre (Tigri, Eufrate, Fison, Geon). Al centro della volta troviamo il segno di Cristo: la croce, le iniziali greche del suo nome (“X”, da leggere “C”, e “P”, da leggere “R”), e altre due lettere greche, la prima e l’ultima dell’alfabeto, “A” (alfa) e “Ω” (omega), che indicano in Cristo il principio e la fine di tutto. Sui due muretti laterali troviamo due bassorilievi a stucco che rappresentano il grifone (a destra) e la chimera (a sinistra), simboli del male che fugge sconfitto.

Insomma, questo ingresso nella chiesa non è un semplice passaggio fisico, ma anche morale e teologico, in cui ci viene trasmesso il messaggio fondamentale della fede cristiana: Cristo ha affidato alla Chiesa (san Pietro, san Paolo, i papi) la sua parola di vita; chi l’accoglierà, ricevendo il Battesimo e vivendo secondo le virtù (teologali e cardinali) sarà degno di accedere alla Città Celeste, alla salvezza eterna in Paradiso. Il messaggio tuttavia non si conclude qui: qualcosa ancora hanno da dirci le due piccole cappelle che si trovano a destra e a sinistra del piccolo ambiente da cui siamo entrati: la cappella dei santi (a destra di chi entra) e quella degli angeli (a sinistra) ci ricordano che la chiesa è una comunità più vasta di quella presente sulla terra, perché abbraccia anche coloro che ci hanno preceduto sulla strada della fede.

Nella cappella dei santi il catino dell’abside è dominato dalla figura di Gesù come “Verbo”, come parola divina (Gesù, che appare in un tondo sostenuto da due angeli, tiene nella mano sinistra il libro) che gli evangelisti (rappresentati dai loro simboli nella volta della piccola navata che precede il piccolo abside) hanno diffuso. Sotto la figura di Gesù sono rappresentati sei gruppi di tre santi ciascuno. Solo a fatica sopra i gruppi si possono leggere alcune lettere delle parole che li identificano: patriarchi, profeti, apostoli ed evangelisti, martiri, pontefici, anacoreti. Sulla parete della piccola navata sono affrescate due scene di martirio.

Nella cappella degli angeli il catino dell’abside presenta la figura di Cristo “Pantocratore” (onnipotente) rappresentato in un tondo sorretto da Cherubini e Serafini (caratterizzati dal fatto di possedere sei ali). Nella fascia sottostante sono rappresentati sette gruppi di tre angeli ciascuno; sono le altre gerarchie angeliche: angeli, arcangeli, troni, dominazioni, virtù, principati, potestà (i nomi sono leggibili sopra ogni gruppo). Sulla volta e sulla parete della piccola navata che precede il piccolo abside sono rappresentati i sette angeli dell’Apocalisse.

Vista interna della chiesa di San Pietro, parete della controfacciata. I tre archi definiscono il piccolo ambiente dell'ingresso (al centro) e le due piccole cappelle laterali: a sinistra quella dei santi e a destra quella degli angeli. Si notano le due scale che scendono nella cripta e, sulle pareti, alcune degli affreschi votivi che le caratterizzano.

Rivolgiamo ora la nostra attenzione al centro della navata: subito ci colpisce la bellezza del ciborio, sopra l’altare. Ricorda molto da vicino quello di Sant’Ambrogio a Milano, sia per la decorazione che per la struttura architettonica. Sui frontoni, decorati a stucco, è rappresentato il fulcro della dottrina cristiana: la morte, la risurrezione e l’ultima venuta di Gesù. Sul frontone orientale, rivolto a noi che entriamo, campeggia la figura del Crocifisso secondo l’immagine del Cristo trionfante (di origine bizantina), con gli occhi aperti e il volto sereno; ai suoi lati sono raffigurati la Madonna, con una mano appoggiata al viso (espressione del dolore) e l’altra tesa verso la croce, e l’apostolo Giovanni in atteggiamento di dolore. Sul frontone nord, a destra per chi entra, è rappresentata la Resurrezione. Le pie donne (Maria Maddalena e Maria di Giacomo) trovano il sepolcro vuoto e un angelo maestoso che annuncia loro l’avvenimento straordinario. Due guardie siedono a terra in preda al terrore. La proporzione tra le figure non è naturale: l’artista ha fatto corrispondere (come spesso allora si usava) la loro grandezza fisica a quella morale: l’angelo è la figura più grande, le guardie sono più piccole. Il frontone ovest (rivolto al fondo della chiesa) ripropone l’immagine presente sopra la porta d’ingresso: Cristo in trono consegna a San Paolo il libro della sua Parola e a San Pietro le chiavi, simbolo del potere di perdonare i peccati e di guidare gli uomini sulla via della salvezza. Sul frontone meridionale, infine, è rappresentata la venuta gloriosa di Cristo alla fine dei tempi: Gesù appare in trono, circondato da una mandorla sostenuta da due angeli. Secondo un’altra interpretazione su questo frontone è rappresentata invece l’Ascensione al cielo di Gesù.

Agli angoli, sopra i capitelli delle colonne del ciborio, sono collocati i simboli dei quattro evangelisti: un uomo (San Matteo), un’aquila (San Giovanni), un leone (San Marco), un vitello (San Luca). All’interno del ciborio, nella cupola, vediamo, ai quattro angoli, i quattro angeli dell’Apocalisse che trattengono i quattro venti della terra; al centro è rappresentato l’Agnello (Gesù) circondato da diciotto figure aureolate (i santi). Anche queste figure sono presenti nel libro dell’Apocalisse: sono coloro (uomini e donne) che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello e lo adorano costantemente nel suo tempio.

Vista interna della chiesa di San Pietro. Al centro dell'immagine spicca lo splendido ciborio che sovrasta l'altare. Si nota bene la decorazione a stucco del frontone orientale, che rappresenta la Crocifissione. Si può anche osservare la decorazione a stucco che caratterizza il parapetto della scala (quella a destra) che scende nella cripta.

Volgendoci per uscire dalla chiesa non possiamo non essere colpiti da un altro gioiello presente in questa chiesa: l’affresco che copre la parte alta della controfacciata. Anche questa rappresentazione fa riferimento al libro dell’Apocalisse e richiama il fedele al fatto che il male è sempre in agguato. Lo simboleggia il grande drago rosso che minaccia di aggredire il bimbo nato dalla donna distesa sulla sinistra. Tuttavia il messaggio di questo affresco vuole essere una parola di conforto per chi lascia la chiesa: per quanto terribile, il male non potrà trionfare perché il Signore (rappresentato in trono entro una mandorla colorata) manderà il suo aiuto: guidato dall’arcangelo Michele, un gruppo di angeli trafigge il drago. Il male sarà sconfitto: sono visibili, sotto il drago, alcuni piccoli diavoli che precipitano in basso.

Un particolare della controfacciata con il grande affresco rappresentante la vittoria del bene sul male. E' questo un elemento singolare: in genere sulle controfacciate della chiese medievali era dipinto il giudizio universale, che rappresentava un severo monito per i fedeli che uscivano dalla chiesa. A chi esce da questa chiesa è invece lasciato un messaggio di speranza: grazie all'azione salvifica di Gesù, le forze del male, per quanto terribili (il drago rosso) non prevarranno. 

Prima di lasciare definitivamente questo luogo intriso di arte e spiritualità cristiana possiamo ancora visitare la cripta. Prima osserveremo che il parapetto di una delle due scale è finemente decorato a stucco: in tre riquadri vediamo alcuni animali (leoni e grifoni) al centro di una complessa raffigurazione di una pianta di vite. Il significato simbolico di questa rappresentazione è di difficile lettura, pertanto lo tralascio e rinvio ad approfondimenti che ognuno potrà fare per proprio conto.

Scendiamo nella cripta, divisa in tre piccole navate da due file di colonne. La decorazione è principalmente a stucco mentre l’uso della pittura è assai limitato. A sinistra dell’altare, sopra una piccola finestra, è rappresentata la presentazione di Gesù Bambino al Tempio; dietro l’altare è raffigurata la crocifissione di Cristo sovrastata dalla rappresentazione della morte e dell’assunzione in cielo della Madonna.

Torniamo nella chiesa. Prima di lasciarla definitivamente osserviamo che le sue pareti presentano ancora alcuni affreschi. Sono opere molto più tarde rispetto alla chiesa e alla sua decorazione: quello vicino al ciborio, sulla parete nord, è del Quattrocento, poi ce ne sono due della metà del Seicento e infine ancora uno del Cinquecento. Anche quello della parete sud è della metà del Cinquecento. Si tratta, in tutti i casi, di ex-voto. Essi hanno ricoperto la decorazione pittorica originaria (di cui si vedono solo pochissime tracce) che ornava tutto l’interno della chiesa, facendola risultare particolarmente splendida. Di uno splendore che noi oggi possiamo solo immaginare.

 

NOTA: ho tratto questa descrizione dai seguenti testi:

Vincenzo Gatti, ABBAZIA BENEDETTINA DI SAN PIETRO AL MONTE PEDALE DI CIVATE, "Scuola Beato Angelico" di Milano, 1980

ITALIA ROMANICA - LA LOMBARDIA, testo di Sandro Chierici, Jaca Book, 1978

 

 

 

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