Giro del monte Coltignone

(Gruppo delle Grigne - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1200 m circa (complessivamente)

DURATA: 3,30h la salita, 2,45h la discesa

DIFFICOLTA': E/EE; EEA per la ferrata alla Corna di Medale

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: maggio 2005

 

Il giro del monte Coltignone permette di unire alcuni dei percorsi più interessanti della Costiera del Monte San Martino, che comprende un complesso di cime poste tra i Piani Resinelli e la città di Lecco. E’ una zona selvaggia e dirupata, ma percorsa da una rete di sentieri in genere ben segnalati e curati.

 

L’itinerario proposto raggiunge innanzitutto la cima della Corna di Medale (m 1029) che, con il Sasso Cavallo, è certamente la più importante struttura rocciosa delle Grigne: la sua parete meridionale, alta quasi 400 metri, presenta alcune decine di itinerari classici (come quello aperto da Riccardo Cassin e Mario dell’Oro nel 1931) e modernissimi. La salita che propongo segue la via ferrata “Alpini della Medale”, a mio avviso molto bella. Sulla guida del CAI-TCI, Eugenio Pesci la definisce un “itinerario assai esposto, lungo e faticoso”, impegnativo ma divertente “per chi abbia una qualche esperienza di parete e tecnica di roccia”. Ovviamente va affrontata con la debita attrezzatura. Chi volesse evitarla potrà seguire una delle due varianti proposte al termine della relazione.

 

Dalla Corna di Medale si sale al monte Coltignone (m 1479) lungo il sentiero GER che, dopo un lungo traverso, supera un incassato canalone (qualche catena) e poi un ripido prato. Dal Coltignone si scende alla Bocchetta di Val Verde con percorso molto panoramico, e quindi ci si abbassa lungo l’omonima valle, scoscesa, selvaggia e, finalmente, anche silenziosa: fin qui, purtroppo, la vicinanza della civiltà si è fatta “sentire”. Infine, raggiunto il rifugio ANA “Riccardo Piazza”, si torna al punto di partenza lungo un facile e frequentato sentiero, all’inizio molto panoramico.

 

Accesso stradale: da Lecco si segue la strada provinciale che sale in Valsassina. Poche centinaia di metri dopo il ponte sul torrente Gerenzone, all’altezza di una nettissima curva verso destra, si imbocca, sulla sinistra, una strada (via Quarto) che si segue fino al piazzale presso il piccolo cimitero di Rancio. Lungo questa strada (se non sul piazzale) è possibile parcheggiare l’auto.

 

Itinerario: dalla piazzetta del cimitero di Rancio (m 370) prendere la via che sale tra le case (via Antonio Bonaiti – all’inizio, sulla destra, c’è una fontanella accanto alla quale è dipinto il segnavia 52). Poco più avanti imboccare a destra un viottolo a scalini e seguirlo fino a che non sbuca su una strada asfaltata; girare a sinistra lungo la strada e seguirla. Dopo un tornante a destra diventa sterrata: poco dopo si trova sulla sinistra il sentiero segnalato da cartelli metallici con i segnavia 52 (San Martino) e 58 (ferrata). Seguire questo sentiero (scalinata in cemento all’inizio) che sale dapprima ripidissimo tra due recinzioni e poi nel bosco fino a sbucare (altra scalinata in cemento) su una stradina sassosa affiancata da grandi reti paramassi. Andare a sinistra fino ad incontrare un bivio segnalato. Girare a destra (cartello indicatore per la ferrata, n. 58; il sentiero 52 prosegue diritto ancora per poco) e salire lungo un sentiero che costeggia un’altra rete paramassi. Più avanti si trova un altro cartello indicatore per la ferrata: salire a sinistra nel bosco (ripido) in direzione della parete dell’Antimedale; traversare alla sua base verso la Corna di Medale (bolli rossi) e raggiungere lo sperone lungo il quale sale la via ferrata (m 630 circa; cartello indicatore all’attacco; 30 minuti da Rancio).

 

All’inizio il percorso supera uno speronino poco inclinato poi, dopo una traversata a destra, sale con bellissimi tratti esposti lungo placche e diedri. Un solo, breve, passaggio è strapiombante. A 800 metri circa termina il tratto più bello e ripido. Seguono altri cento metri di dislivello che presentano ancora qualche tratto impegnativo; poi, raggiunta la cresta terminale del Medale, si sale con più facilità, ma badando a non smuovere sassi, sempre seguendo il cavo metallico, fino alla croce della vetta (in realtà è un poco più in basso del punto culminante, m 1029; ore 1,30 dall’attacco).

 

Poco a monte della croce, prima del punto culminante, si stacca a sinistra un sentiero (segnavia 56, 57 e 59) che si abbassa ad una selletta. Si prosegue scavalcando un rilievo della cresta e si scende ad un’altra selletta. Lasciato a sinistra il sentiero n. 57, si prende quello che traversa verso destra (cartello indicatore con il n. 59, “Sentiero GER”). Si percorre il lungo traverso con qualche saliscendi (sentiero evidente; un passaggio sovente umido è attrezzato con una catena); a quota 1150 circa si entra nel canalone che incide il versante meridionale del Monte Coltignone. Con percorso sempre più ripido si raggiunge il suo punto più stretto, interrotto da una grotta formata da una grande masso incastrato. Si esce a verso destra superando una paretina attrezzata con una catena; poi si prosegue verso l’alto lungo un altro tratto attrezzato con catena (sentiero molto ripido e roccette); alla fine si sbuca sul prato terminale, sempre piuttosto ripido) e si raggiunge la cima del Monte Coltignone, caratterizzata da un evidente parapetto in legno (m 1479; ore 1,30 dalla Corna di Medale).

 

Tornare indietro fino al termine del parapetto, prendere un sentiero che si abbassa a destra costeggiando a debita distanza il salto che precipita verso il lago. Dopo una breve risalita si incontra un bivio segnalato: a destra si va verso Cima Calolden e sinistra verso il Forcellino e la Val Verde lungo il percorso dell’Anello Alto. Imboccata questa direzione, si scende fino ad una costruzione di cemento, ci si abbassa a sinistra (cartello) lungo il sentiero protetto dal solito parapetto di legno (stiamo seguendo una classica passeggiata effettuabile comodamente dai Piani Resinelli). Superato un magnifico punto panoramico e una bacheca in legno, si lascia la stradina che si sta percorrendo e ci si abbassa a sinistra (cartello indicatore dell’Anello Alto) nel bosco: il sentiero non è molto evidente, ma ci sono i segnavia (due A rosse sugli alberi). Si arriva così alla Bocchetta di Val Verde (m 1287).

 

Lasciata a destra una stradina che porta ai Piani Resinelli, si prosegue in leggera salita e poi in piano fino ad un bivio: prendere il sentiero che si abbassa a sinistra (cartello indicatore dei sentieri 52 e 54). Si scende ora la Val Verde: il terreno è ripido e boscoso, il sentierino è abbastanza evidente; ci sono segnavia dell’Alta via delle Grigne (un quadrato rosso con un bollo azzurro al centro). Raggiunti i 720/710 metri di quota (secondo il mio altimetro) si traversa il fondo della Val Verde e, passando sotto una parete di roccia nera, si inizia a risalire fino al filo di una cresta. Dalla parte opposta si scende (roccette attrezzate con catene) sul fondo di un canalone incassato (Val Farina); attraversato il canale si risale il versante opposto (all’inizio lungo un canalino boscoso assai ripido e attrezzato con una catena) fino ad una forcelletta. Ci si abbassa e si risale ad un’altra forcelletta dalla quale, in leggera salita, si raggiunge il rifugio “Riccardo Piazza” dell’Associazione Nazionale Alpini di Rancio-Laorca (m 767; 2 ore dalla cima del Monte Coltignone).

 

Si prende ora l’ampio sentiero che si stacca a sud del rifugio e si sale fino ad un bivio (m 805); lasciato a sinistra il sentiero n. 56 per la Corna di Medale, si scende lungo il sentiero 52 passando dalla Cappelletta della Madonna (m 750 circa); da qui ci si abbassa verso Rancio lungo una bella mulattiera che porta alla stradina affiancata dalla rete paramassi già seguita all’andata. Girando verso sinistra si incontra dopo poche decine di metri il sentiero che sale alla ferrata e, più avanti, quello che scende a destra verso Rancio: seguendolo si raggiunge la strada sterrata e poi asfaltata dalla quale, prendendo sulla destra il viottolo scalinato, si rientra alla piazzetta del cimitero di Rancio (45 minuti dal rifugio Piazza).

 

VARIANTI INIZIALI PER EVITARE LA FERRATA

 

1) PER I SENTIERI 52, 56A e 56. Da Rancio seguire l’itinerario descritto nella relazione fino al bivio tra i sentieri 52 e 58 (sulla stradina sassosa affiancata dalle reti paramassi). Lasciato a destra il sentiero 58, proseguire diritti lungo il 52. Dopo una cinquantina di metri, presso un piccolo pilone votivo con l’immagine della Madonna, girare a destra e salire nel bosco (corrimano metallico all’inizio) lungo una bella mulattiera recentemente risistemata (segnavia: tre bolli azzurri disposti a triangolo). A circa 700 metri di quota il sentiero volta a sinistra sotto una grande nicchia rocciosa in cui è posto un crocifisso. Poco oltre, sul traverso in leggera salita, si incontra un sentiero (il 56A)  che sale a destra (freccia azzurra e scritta “Medale”). Si procede su terreno ripido, dapprima in parte roccioso (segnavia: due strisce rosse), fino ad incontrare (m 860 circa) il sentiero 56 che proviene da sinistra (all’incrocio si trova un masso con diverse scritte). Volgendo a destra (bolli rossi) si traversano, su terreno a volte piuttosto ripido, alcuni valloncelli fino a raggiungere la cresta terminale della Corna di Medale, dove si incontra, pochi metri sotto la croce, il cavo metallico della ferrata. Seguendolo si raggiunge la cima (ore 1,30/1,40 da Rancio)

 

2) per la Valle Nera. Seguire l’itinerario descritto nella relazione fin sotto la parete dell’Antimedale. Dove il sentiero inizia a traversare verso la Corna di Medale per raggiungere l’attacco della ferrata, prendere un’evidente traccia (non ci sono segnavia) che sale la pietraia alla base delle rocce dell’Antimedale, raggiungendo il solco della Valle Nera, ben visibile a sinistra della parete rocciosa. Si segue il fondo boscoso e talvolta il fianco destro orografico (sinistra per chi sale) del canalone piuttosto ripido fino ad incontrare (m 880 circa) il sentiero 56 che proviene da sinistra. Volgendo a destra (bolli rossi) si traversano, su terreno a volte ripido, alcuni valloncelli fino a raggiungere la cresta terminale della Corna di Medale, dove si incontra, pochi metri sotto la croce, il cavo metallico della ferrata. Seguendolo si raggiunge la cima (ore 1,30 da Rancio)

 

Tra queste due varianti (entrambe classificabili E+) consiglierei  la prima, che è più comoda e più panoramica. La seconda è forse più sbrigativa ma, a parte la bella visione delle pareti del Medale e dell’Antimedale che si gode all’inizio, si svolge in un valloncello incassato e piuttosto ripido.

 

 

 
 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Eugenio Pesci: LE GRIGNE, Guida dei Monti d'Italia, CAI-TCI, 1998

APT Lecco/C.M. Lario Orientale, LE GRIGNE (opuscolo dei sentieri), 1991

Cartina 1:20.000, GRUPPO DELLE GRIGNE, Touring Club Italiano (topograficamente è la più bella)

 

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