La Corveggia, per la Costa la Sterlera(Lombardia - Alto Lario)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1250 m + almeno 100 m durante la discesa DURATA: 3,40 ore (salita); 3,30 ore (discesa) DIFFICOLTA': E fino alla quota 2150 m, F fino alla Corveggia AGGIORNAMENTO RELAZIONE: aprile 2004
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Le sponde settentrionali del Lago di Como sono dominate dalle cime della Catena dei Muncech, una serie di vette comprese tra il Passo di San Iòrio e il Monte Berlinghera. Da alcune di queste cime si staccano lunghi crestoni che si protendono verso il lago come straordinarie balconate che promettono percorsi di ampio respiro, aperti al paesaggio in ogni direzione, ma soprattutto verso sud, verso il sinuoso bacino del lago in cui si specchiano le montagne del Lario. In particolare quattro di queste lunghe dorsali hanno da sempre esercitato una forte attrattiva su di me, per il loro profilo e per la loro linearità. Due scendono dal Monte Durìa, la prima verso Dosso del Liro, la seconda verso Livo, all’inizio dell’omonima valle. Le altre due scendono dal Sasso Canale, o meglio dalla Corveggia, una punta ben individuata che si alza a sud di questa montagna: la prima scende verso Domaso, la seconda verso Gera Lario. L’itinerario proposto in questa pagina raggiunge La Corveggia (m 2282) dal crestone sud-ovest (detto Costa la Sterlera), poi scende lungo il crestone sud-sud-est fino a Montalto e quindi traversa lungo il tracciato della Via dei Monti Lariani fino al punto di partenza. Si tratta di un lungo e magnifico percorso escursionistico con un tratto finale ai limiti dell’alpinismo facile: l’ultima frazione della Costa la Sterlera è rappresentata infatti da una cresta discretamente esposta con qualche passaggio di I grado su rocce salde e articolate. Chi volesse limitarsi alle difficoltà escursionistiche potrà concludere la salita alla punta quota 2150 e scendere per il medesimo itinerario; oppure potrà percorrere l’itinerario della discesa da Montalto alla cima della Corveggia: si tratta comunque di belle escursioni molto raccomandabili. Il periodo migliore va dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno. Accesso stradale. Il punto di partenza dell’itinerario è Tabbiadello (m 1047), un piccolo nucleo di case posto proprio sul crestone che conduce alla Corveggia. Lo si raggiunge da Domaso, all’estremità settentrionale del Lago di Como. Si prende la strada per Vercana e, poco prima della frazione Caino, si lascia la strada principale e si gira a sinistra per i Monti di Vercana. La strada termina (9 km circa da Domaso) poco prima di Tabbiadello, a metri 1035 (discrete possibilità di parcheggio). Itinerario. Passando tra le case di Tabbiadello, si prende una mulattiera che, aggirato a destra il dosso dietro le abitazioni, raggiunge le case di Pighé (m 1120). Dall’estremità destra di questo alpeggio, si segue un sentierino (non ci sono segnalazioni, ma il tracciato è abbastanza evidente) che taglia il fianco orientale della quota 1283 e raggiunge la vasta sella della Bocchetta di Graglio, m 1214 (ore 0,40), dove si trova un’area di sosta con una grossa fontana (in presenza di neve è invece meglio tenersi sul costone e scavalcare la quota 1283 perché i pendii attraversati dal sentierino sono abbastanza ripidi). Ora bisogna percorrere il largo dosso che conduce al Motto della Croce: si sale lungo una traccia poco definita il bosco di faggi sopra la bocchetta, sbucando sul vasto prato che copre il dorso del crestone. Superata l’Alpe Graglio (m 1420) si procede fino alla quota 1887, detta appunto Motto della Croce, segnalata da un ometto (ore 1,40). Questo tratto richiede una buona visibilità perché la cresta è davvero molto ampia, mancano punti di riferimento e non ci sono segnalazioni di alcun tipo. Oltre il Motto della Croce il crestone si fa detritico/roccioso e si restringe a cresta: seguendola si raggiunge facilmente la quota 2150 (quota del mio altimetro; sulla cartina svizzera al 50.000, foglio 277 – Roveredo, è invece riportata una quota 2023 che però a mio parere è sbagliata) (ore 0,30 dal Motto della Croce; 0re 2,50 da Tabbiadello). Da qui parte un tratto di cresta orizzontale lungo circa 300/350 metri in parte roccioso in parte detritico: nella prima parte è a mio parere più facile tenersi un po’ più in basso del filo, a destra (sud-est), poi si ritorna in cresta fino alla base del più ripido tratto finale. Lo si supera tenendo quasi sempre il filo e superando, nel tratto intermedio, una bella crestina di rocce salde e articolate che propongono un’arrampicata discretamente esposta ma facile (I grado). Un ultimo tratto meno ripido e detritico conduce infine al punto culminante della Corveggia (m 2282 - ore 0,50 dalla quota 2150; ore 3,40 da Tabbiadello). Il panorama è molto bello, a 360 gradi: il Lago di Como, le montagne del Lario Occidentale, la vicina Costiera dei Muncech, le cime della Valtellina (Retiche e Orobie) e quelle della Valsassina. In discesa, a meno di voler ripercorrere l’itinerario di salita, consiglio di seguire il più facile crestone sud-sud-est della Corveggia fino a Montalto e da qui tornare a Tabbiadello con una traversata panoramica di circa 4,5 km. Il primissimo tratto del crestone sud-sud-est è stretto ma facile, poi si fa più largo e si scende senza problemi. Fino a circa 1900/1850 metri è detritico (non ci sono segnalazioni, ma il percorso, con buona visibilità, è evidente). Quando il terreno diventa erboso si trova una traccia di sentiero sempre più netta; dopo un boschetto si arriva all’Alpe Prato (m 1358) e poi all’Alpe Zocca. (m 1272), dove arriva la strada asfaltata. Invece di seguire da subito la strada ci si tiene sul largo dorso del crestone e si scende a raggiungerla più in basso; la si segue verso destra fino ad un tornante dopo il quale ci si abbassa lungo un sentiero che traversa il prato e raggiunge Montalto (m 1000 c.a – 2 ore dalla Corveggia). Dalle case più occidentali del paesino parte il bel sentiero per Tabbiadello. E’ ben segnalato (n.4 - Via del Monti Lariani; segnavia rosso-bianco-rosso) ed evidente. Procedendo in piano verso nord il sentiero si inoltra nella Valle San Vincenzo. Ad una baita abbandonata si abbassa ripidamente e attraversa il torrente su un massiccio ponte di pietra e metallo. Dalla parte opposta si deve affrontare una ripida e faticosa risalita di un centinaio di metri, poi si inizia a traversare in piano fino alle case di Incisa. Un cartello dice che siamo a 950 metri, ma a me pare più verosimile la quota indicata dal mio altimetro: 1040 m. Questo tratto è molto bello, panoramico verso il lago e le montagne della Valsassina e delle Orobie. La traversata procede sempre in piano (ci sono alcuni brevi saliscendi). Si arriva ad un nuovo ponticello dopo il quale il sentiero diventa una stradina: la si lascia quasi subito, imboccando un sentiero che sale a destra (segnavia su un sasso e piccola freccia rossa su una betulla). Si raggiunge un altro nucleo di case: subito dopo non bisogna farsi ingannare da un segnavia su un sasso che sembra indicare una traccia che si abbassa. Bisogna proseguire lungo il bel sentierino principale che, attraverso un castagneto, porta, con un’ultima leggera risalita, a Tabbiadello, dove si conclude l’itinerario (ore 1,30 da Montalto).
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BIBLIOGRAFIA: A. Gogna, A. Recalcati: MESOLCINA SPLUGA, Guida dei Monti d'Italia, CAI/TCI, 1999 Carta Nazionale della Svizzera 1:50.000, foglio 277 - ROVEREDO KOMPASS Carta Turistica 1:50.000, foglio 92 - CHIAVENNA VAL BREGAGLIA
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