Giro del Gran Paradiso - Terza tappa

Dal Rif. Chabod al Rif. Vittorio Emanuele II per la vetta del Gran Paradiso

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Dal Rifugio Chabod si segue verso Est il sentiero che passa a destra della dépendance (rifugio invernale, utilizzato però anche in estate per accogliere i numerosi alpinisti) e, stando sulla destra della Costa Savolera, arriva alla presa dell’acqua (2820 m al mio altimetro). Qui si piega a destra, si passa il torrente (passerelle in legno) e si traversa (buon sentierino e ometti) fino a prendere il filo di una morena; lo si risale fino a 2970 m circa (quota del mio altimetro) per poi traversare a destra (sentierino e ometti) verso il bacino occupato dal Ghiacciaio di Laveciau. Prima di mettere piede sul ghiacciaio bisogna traversare (in leggera discesa e su facili cenge) alcune placche rocciose sotto le quali, tra la roccia e il ghiacciaio, può essere aperta una crepaccia marginale: prestare la dovuta attenzione.

 

Raggiunto il ghiacciaio poco sopra i 3100 metri di quota e formata la cordata, si prosegue in leggera pendenza stando sulla sinistra (destra idrografica) passando alla base di un ripidissimo pendio ghiacciato. Poi ci si sposta progressivamente verso destra, in direzione della cresta rocciosa alla sinistra idrografica del ghiacciaio; si traversa poi a sinistra (crepacci) verso la parete Nord-Ovest del Gran Paradiso passando tra un nodo di crepacci a sinistra e uno di crepacci e seracchi sulla destra. Quando diviene possibile, si torna di nuovo a destra con un lungo traverso a tratti quasi pianeggiante in direzione della cresta rocciosa di cui sopra. Con un traverso ascendente verso sinistra (crepacci) si guadagna il centro del vallone glaciale e lo si risale (crepacci) per poi uscirne sulla destra e raggiungere il dorso della cosiddetta Schiena d’Asino, dove arriva anche (dal versante opposto) la via normale che sale dal Rifugio Vittorio Emanuele II.

 

Si prosegue lungo la dorsale della Schiena d’Asino e, dopo un tratto più aereo, si raggiunge il pianoro (3800 m circa) a sinistra della Becca di Moncorvé (3875 m). Deviando a sinistra si sale un ripido pendio e poi, con un lungo traverso in leggera salita, passando sotto le rocce del Roc (4026 m), si arriva alla crepaccia terminale, poco sotto le rocce sommitali del Gran Paradiso. Superata la crepaccia (più o meno aperta a seconda delle stagioni e dell’innevamento), si raggiungono le roccette lungo le quali, senza particolari difficoltà, si arriva a un terrazzino proprio sul filo della cresta (spit sul masso alle spalle di chi sale), a breve distanza dalla vetta tradizionale con la Madonnina. Scavalcato un masso inclinato, si affronta un corto traverso facile, ma assai esposto sul sottostante Ghiacciaio della Tribolazione (uno spit all’inizio e uno alla fine del traverso). Superato un ultimo breve passaggio (al massimo II), si raggiunge la cima con la Madonnina (4052 m; ore 4,30/5,00 dal Rifugio Chabod).

 

In discesa si segue lo stesso percorso fino alla Schiena d’Asino. Da qui ci si abbassa verso sinistra (Sud-Ovest) in direzione della balconata roccioso-detritica che si affaccia sul sottostante bacino di Moncorvé (bella vista sul Ciarforon); quindi si scende più direttamente verso Ovest, attraversando anche una zona detritica piuttosto ampia in stagione avanzata. Continuando ad abbassarsi, si tende a destra, verso il centro del ghiacciaio; si scende quindi un tratto abbastanza ripido (ghiaccio in stagione avanzata: attenzione). Ci si abbassa infine passando tra alcuni affioramenti rocciosi (più consistenti in stagione avanzata; attenzione, nelle ore più calde, a eventuali cedimenti del manto nevoso, eroso dall’acqua che vi scorre sotto) e si raggiunge, ormai fuori dal ghiacciaio, una zona di placche rocciose pianeggianti a 3150 m circa (quota del mio altimetro).

 

Si scende verso Ovest camminando su queste placche poco inclinate (numerosi ometti), raggiungendo, su terreno morenico, un sentierino lungo il quale si prosegue la discesa. Ormai in vista del rifugio, l’itinerario (sentiero e ometti) piega a sinistra (Sud-Sud-Ovest) e, dopo aver attraversato una pietraia, raggiunge il caratteristico edifico del Rifugio Vittorio Emanuele II (1732 m; ore 2,30/3,00 dalla cima; ore 7,00/8,00 dal Rifugio Chabod).

 

NOTA 1. La descrizione del percorso si basa ovviamente sulla nostra salita effettuata alla fine di luglio 2017. Il percorso di salita fino alla Schiena d’Asino potrebbe variare in relazione alle condizioni del ghiacciaio. La stessa cosa vale per la discesa dalla Schiena d’Asino verso il Rifugio Vittorio Emanuele II. Comunque si tratta di una salita molto frequentata e la traccia è pressoché sempre presente (cosa che naturalmente non deve diminuire l’attenzione e la prudenza: l’insidia dei crepacci non va mai trascurata).

 

NOTA 2. Il torrione roccioso con la Madonnina costituisce la vetta tradizionale del Gran Paradiso. Il vero punto culminante della montagna (4061 m) è costituito da una cresta nevosa più a Nord e viene raggiunto quasi esclusivamente dalle cordate che salgono gli itinerari della parete Nord-Ovest, della Parete Est o della cresta Nord-Nord-Est. Per raggiungerla dalla via normale occorre proseguire oltre la vetta tradizionale con la Madonnina, tuttavia la descrizione di questa prosecuzione esula dagli intenti di questa relazione (chi fosse interessato potrà trovare le indicazioni navigando su internet oppure rivolgendosi ai custodi dei rifugi o alle guide alpine della zona).

 

NOTA 3. Data l’elevata frequentazione della salita al Gran Paradiso, il tratto finale sulle roccette è spesso molto affollato, con la conseguente formazione di complicati incroci di cordate nei punti obbligati. Occorre munirsi di pazienza e della dovuta attenzione.

 

NOTA 4. Qualora si fosse costretti a rinunciare alla salita al Gran Paradiso, l’unica alternativa è quella di raggiungere il Rifugio Vittorio Emanuele II percorrendo la traversata escursionistica che unisce i due rifugi (sentiero n. 1A). Questo percorso (ore 2,30) implica una perdita di quota di circa 250 metri, con successiva risalita più o meno equivalente (i due rifugi si trovano più o meno alla stessa altezza).

 

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