Gran Paradiso - Parete est |
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1515 m al bivacco; 450 m all'attacco; 400 m alla cima DURATA: 6 ore al bivacco; 2/2,30 ore all'attacco; 2/3 ore alla cima DIFFICOLTA': AD AGGIORNAMENTO RELAZIONE: dati tecnici: luglio 1995; dati logistici: novembre 2001
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Il Gran Paradiso (m 4061) è una
montagna famosa e frequentata: è' l'unico "quattromila"
interamente italiano; è al centro del primo parco nazionale del nostro
paese; ha una via normale assai facile che, in primavera, costituisce
anche un classicissimo itinerario di scialpinismo; sulla sua parete
nord-ovest corrono alcune vie (la storica Cretier e le più moderne
Bertolone e Diemberger) molto belle e quindi oggetto di attenzione da
parte di numerose cordate che possono valersi ora non solo del Rifugio
Vittorio Emanuele II, ma anche del più comodo Rifugio Chabod, che
consente un accesso più diretto all'attacco.
Il versante est del Gran Paradiso presenta una bella e larga parete il cui settore destro è costituito da uno scivolo di neve e ghiaccio che si alza dal pianoro del Ghiacciaio della Tribolazione fino alla cima. La pendenza non sostenuta (40°/45° con un centinaio di metri a 50° nel tratto intermedio) e il dislivello non eccessivo (circa 400 metri) ne fanno una salita tecnicamente non veramente difficile (AD); non è quindi la difficoltà che qui si deve cercare, bensì qualcosa d'altro, cioè quell'insieme di sensazioni che possono nascere dall'immersione in un ambiente d'alta montagna lontano non solo dal rumore del fondovalle, ma anche dalla variopinta (e anche un po' rumorosa) comodità di un bel rifugio gestito (magari anche affollato, come nel caso dei due rifugi sopra citati). La posizione dei bivacchi che fanno da punto d'appoggio è spettacolare e sui pianori della Tribolazione ci si sente davvero in un mondo "diverso". E' la ricerca di queste sensazioni (oltre ad un mio particolare amore per le montagne di questo gruppo e per la natura di questo parco) che mi ha spinto, alcuni anni fa, a percorrere questo itinerario; credo che sia lo spirito giusto per affrontare la via, altrimenti si rischia di essere delusi, perché, alla fin fine, si superano duemila metri di dislivello per arrivare all'attacco di una parete che non offre soddisfazioni alpinistiche "forti" (a meno che non la si trovi in condizioni particolarmente dure). L'avvicinamento avviene ovviamente in due giorni, con pernottamento al Bivacco Gerard-Grappein (9 posti), recentemente costruito a poca distanza dal vecchio Bivacco Pol (4/6 posti) in cima allo sperone roccioso (3200 m circa) della Barma des Bouquetins che separa in due colate il Ghiacciaio della Tribolazione, alla Testata della Valnontey. La salita al bivacco è già in se stessa un'ascensione, non difficile ma complessa e in ambiente di alta montagna. Lungo lo sperone della Barma occorre prestare attenzione a non uscire dall'itinerario corretto perché si può finire in zone esposte alla caduta dei seracchi. NOTA (estate 2009): negli ultimi anni le pareti ghiacciate hanno subito molti cambiamenti e credo che ciò valga anche per questa (che è esposta ai raggi del sole sin dal primo mattino). Prima di affrontarne la salita potrà essere utile consultare l'Ufficio Guide Alpine di Cogne (aperto dalle 9,00 alle 12,30), telefonando al numero 0165-74835. ITINERARIO Da Cogne si sale in auto alla frazione Valnontey (m 1666). Lasciato il parcheggio sempre affollatissimo si prosegue in leggera salita lungo l'omonima bellissima valle dapprima su una stradina sterrata poi su una bella mulattiera che attraversa la bella radura dei casolari di Valmiana (m 1729) e raggiunge il ponte dell'Erfaulet (m 1830 - 1 ora). Passato il ponte, il sentiero sale sulla sinistra orografica della valle fino ad un bivio segnalato (m 2040 - 1 ora): a destra si sale ai Casolari dell'Herbetet e al Bivacco Leonessa, a sinistra si va ai Bivacchi Martinotti, Borghi, Pol e Gerard-Grappein. Si segue il sentiero di sinistra portandosi al centro del vallone su terreno morenico in un ambiente di severa bellezza, dominato dalle seraccate dei ghiacciai circostanti. Si lascia sulla sinistra il sentiero che porta ai Bivacchi Martinotti e Borghi, proseguendo lungo la sponda sinistra (orografica) del torrente che, ad un certo punto, occorrerà attraversare. Non è detto che questo possa avvenire dove è indicato dai segnavia; spesso si è costretti a salire fino a trovare un guado praticabile. Attraversato il torrente ci si porta sul nevaio di scarico della seraccata centrale della Tribolazione e si raggiunge la morena che lo delimita sulla destra orografica. Si segue il filo della morena, lungo e via via più ripido, fin contro le rocce dello sperone della Barma des Bouquetins (degli stambecchi). Superato un breve passaggio (I) si seguono le rocce verso sinistra su ripidi pendii erbosi e detritici fino allo spiazzo dove si apre la Barma (grotta, antico ricovero degli alpinisti), segnalata da una targa (m 2698 - ore 1,40). Si prosegue ancora a sinistra fino ad entrare in un canale che permette di raggiungere a destra un dosso detritico-erboso (ometto) al di sopra delle rocce (qualche passo di I). Lungo il dosso di grossi massi si giunge ad un nevaio e poi ad un evidente cengione obliquo che sale a sinistra (il cengione è detritico ma può essere anche nevoso, a seconda delle condizioni della montagna). Al termine del cengione salire ad una seconda cengia che porta verso destra (ometti); superato uno sperone roccioso (I), si giunge ad una prima conca nevosa che si attraversa verso destra fino allo sperone che la divide da una seconda conca nevosa. Da qui ci sono due possibilità: la prima consiste nel traversare la conca per raggiungere (dapprima su facili rocce e detriti, poi per un evidente canale con passi di I e uscita di I+) la sommità dello sperone su cui sorgono i bivacchi. La seconda possibilità (che noi abbiamo seguito) consiste nel salire lo spigolo tra le due conche fino al suo culmine; seguendo verso destra il proseguimento dello spigolo ci si immette sul ghiacciaio della Tribolazione (qualche crepaccio) e, con semicerchio pianeggiante, si raggiunge lo sperone roccioso su cui sorgono il Bivacco Gerard-Grappein e, un po' più avanti, il Bivacco Pol (ore 2,30/3). L'itinerario è segnalato (n. 22). Una nota sui tempi: sommando i parziali che ho indicato si arriva a 6,10/6,40 ore. In realtà noi ci abbiamo messo 7 ore giuste (senza contare le soste); qui ho cercato di mediare con i tempi delle guide le quali, per altro, non sono nemmeno d'accordo tra loro: Berutto dà 5/5,30 ore, Grassi 5,30, Brevini 5,30/6, la guida del CAI-TCI dà lo stesso tempo di Brevini (però con partenza da Cogne!), ma mentre Brevini dà 2,30/3 ore dalla Barma ai bivacchi, la guida CAI-TCI, per lo stesso tratto, dà 1,30/2 ore. In ogni caso: è una salita molto lunga (1515 metri di dislivello da Valnontey), in ambiente di alta montagna, su un terreno complesso che può presentarsi molto diversamente a seconda delle condizioni e delle epoche in cui lo si affronta (ai primi di luglio, nel '95, noi abbiamo trovato parecchia neve sullo sperone). Dal bivacco bisogna partire molto presto perché la parete è esposta al primo sole del mattino. Si pone subito piede sul ghiacciaio della Tribolazione e lo si risale (attenzione ai crepacci) verso il Colle della Luna (in direzione Sud-Ovest) passando tra le rocce della quota 3378 (a destra) e un nodo di seracchi (a sinistra). Nei pressi del colle si piega a destra sul pianoro della Tribolazione e, passando alla base della Punta di Ceresole e della Cresta Gastaldi, ci si porta alla base della parete (m 3650 circa - 2/2,30 ore). Superata la crepaccia terminale nella rigola, si risale il pendio fino ad uscire sulla vetta massima (m 4061 - 2/3 ore) foggiata a crestina nevosa cosparsa di roccette (il torrione con la madonnina è la vetta "tradizionale" dove giunge la via normale). Discesa: si può scendere a Valnontey per il Passo Vaccarone e il Colle dell'Ape che riconducono sul pianoro della Tribolazione (si veda per questo la bibliografia indicata). E' un percorso complesso e lungo (richiede almeno 6/6,30 ore). Noi abbiamo preferito la comoda pista della via normale che scende al Rifugio Vittorio Emanuele II e quindi a Pont Valsavarenche. Questo pone poi il problema di tornare a riprendere la macchina in Valnontey. Noi lo abbiamo fatto, un po' fortunosamente, con i mezzi pubblici (i nostri amici dell'altra cordata hanno fatto l'auto-stop). E' logisticamente un po' complicato, ma alpinisticamente molto facile e veloce (in meno di 4 ore si arriva a Pont Valsavarenche). |
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BIBLIOGRAFIA: Giulio Berutto: IL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO, volume II - Ist. Geografico Centrale, 1981 E.Andreis, R.Chabod, M.C.Santi: GRAN PARADISO - CAI/TCI (Guida dei monti d'Italia), 1980 Gian Carlo Grassi: GRAN PARADISO E VALLI DI LANZO - Zanichelli, 1982 Franco Brevini: GRAN PARADISO, ITINERARI ALPINISTICI E SCIALPINISTICI - Musumeci Editore, 1981
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