Grignone - versante ovestvia del Canalone
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 430 m dal Rifugio Bietti all'inizio del canalone; 250 m alla cima DURATA: 2 ore circa al Rifugio Bietti; 2/2,30 alla cima DIFFICOLTA': AD AGGIORNAMENTO RELAZIONE: dati tecnici: marzo 1996; dati logistici e descrizione della discesa: marzo 2017
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Il gruppo delle Grigne non ha
certo bisogno di presentazione: i torrioni di calcare bianco che
costellano il versante meridionale della Grignetta, le grandi placche
verticali del Sasso Cavallo, i valloni e i pendii che salgono dal lago di
Como o dalla Valsassina verso la cima del Grignone sono una vera miniera
di arrampicate di ogni livello e di escursioni brevi o lunghissime, capaci
di soddisfare i desideri e le fantasie di tantissimi appassionati di
montagna. Ci sono percorsi affollatissimi, ma c'è anche la possibilità
di camminare per ore da soli, magari non su sentieri difficili da
individuare (la segnaletica è molto ricca e ben curata) ma certo
suggestivi e spesso impegnativi. La natura, in ogni stagione, fa la sua
parte: le fioriture primaverili, il verde intenso dell'estate, i colori
dell'autunno, il candore della neve (quando c'è) offrono uno spettacolo
sempre nuovo e sempre affascinante.
Per ogni alpinista milanese e lombardo le Grigne sono state e continuano ad essere la culla, la scuola, la palestra, il "terreno di gioco" più a portata di mano. A volte basta solo mezza giornata per combinare qualcosa di bello. Le Grigne sono davvero un piccolo mondo alpino ricco di attrattive. D'inverno, forse, ancora di più. Sin dall'inizio della mia attività in montagna ho guardato con interesse ai canali e alle creste di queste montagne: il Canalone Porta, il Canalone del Caminetto, la Cresta Sinigaglia, il Canalino Federazione, la Traversata Alta. Certo: una volta nevicava di più e la stagione della piccozza e dei ramponi forse era più lunga. Ma con un po' di pazienza, sapendo aspettare il momento opportuno, anche negli anni più recenti sono riuscito a percorrere itinerari invernali su queste "montagne di casa". E ho potuto scoprire soprattutto il fascino invernale del Grignone, frequentatissimo (anche con gli sci) lungo le sue vie normali che salgono dal Cainallo o dalla Valsassina, celebrato per la bellezza della Traversata Alta che lo unisce alla Grignetta, ma sorprendente, secondo me, soprattutto per il suo versante occidentale, quello che domina il Lago di Como. Si tratta di una lunga e articolata parete di roccia (non molto bella però) solcata da molti canali che sovrasta uno zoccolo assai ripido di erba e roccette che in estate a me pare poco invitante. In inverno, specie tra febbraio e marzo, quando la neve è trasformata e indurita, lo zoccolo diventa un pendio di neve dura e i canali (interrotti magari da qualche strettoia rocciosa) acquistano una percorribilità certo più sicura che nelle altre stagioni. Qui propongo la via del Canalone, quella più diretta alla cima, percorsa anche da un itinerario segnalato (vecchi segni di vernice sbiaditi) che però in estate richiede attenzione per il pericolo di caduta dei sassi. Con buone condizioni di innevamento (consultare il bollettino delle valanghe) è una bella salita di media difficoltà (AD). Corda, piccozza e ramponi sono necessari; utile qualche chiodo da roccia. ACCESSO STRADALE. Seguire la superstrada che collega Lecco alla Valtellina, uscire a Bellano e proseguire lungo la strada che sale in Valsassina, fino al bivio per Parlasco. Seguire questa deviazione e, dopo Parlasco, proseguire verso Esino Lario raggiungendo il Passo del Cainallo (1290 m), dove si parcheggia (la strada prosegue fin quasi alla Bocchetta del Cimone, dove c’è un altro parcheggio, ma in inverno è tenuta pulita solo fin qui). Il parcheggio è a pagamento (2 euro; inverno 2017) e la macchinetta che distribuisce i biglietti è collocata presso il cancello dell’Albergo del Cainallo, che si trova sulla sinistra della strada appena arrivati nella conca del Cainallo. A Esino Lario e al Passo del Cainallo si può arrivare anche da Varenna, sul Lago di Como, ma la strada è più lunga e molto tortuosa. ITINERARIO. Dal Passo del Cainallo (1290 m) si sale verso Sud-Ovest lungo il tratto superiore di una pista da sci, si passa sotto lo skilift e si raggiunge di nuovo la strada; girando a sinistra lungo di essa si arriva al parcheggio (1450 m) sotto la Bocchetta del Cimone (1460 m). Al termine del parcheggio si prende a destra un buon sentiero (cartelli indicatori, tra cui quelli per i Rifugi Bogani e Bietti) lungo il quale si prosegue (un breve tratto esposto può richiedere attenzione se c'è molta neve dura) fino al bivio (indicazioni) per il rifugio Bietti. Si sale a destra fino alla Bocchetta di Prada (m 1626) e, piegando a sinistra, si raggiunge la cappella-bivacco Brigata Poletti; da qui, tenendosi sul versante occidentale della Cresta di Piancaformia, si passa a sinistra dell'arco di pietra della Porta di Prada e si raggiunge una selletta a monte della quota 1703. In leggera discesa si raggiunge il largo canalone che scende dalla Bocchetta di Piancaformia e lo si attraversa. Mantenendosi sempre sui 1700 metri di quota, pur con qualche saliscendi, si traversano diversi canali e si superano vari costoloni fino ad arrivare al Rifugio Bietti (m 1719 - ore 1,40/2). In estate tutto il percorso si svolge su un buon sentiero segnalato; con la neve la situazione è molto variabile: talvolta si trovano delle tracce (poche, perché la via normale del Grignone dal Cainallo passa dal Rifugio Bogani), più spesso bisogna "aprirsi la via". Tra la fine di febbraio e marzo (periodo a mio parere ideale per le salite su questo versante) è probabile che i versanti esposti al sole dei vari costoloni che si superano siano privi di neve e questo aiuta a individuare il giusto percorso. Dal rifugio si prosegue in piano o in leggera salita per circa 500 metri superando lo sperone che scende dagli Zucchei dei Grottoni e portandosi al centro del vasto circo delimitato dal versante ovest del Grignone e da quello settentrionale del Sasso dei Carbonari (m 1760 circa). Da qui, guardando verso la cime del Grignone, è possibile individuare, al sommo dello zoccolo di neve e rocce, la via di salita: il Canalone appare come un canale innevato che si alza diritto tra due speroni rocciosi che formano una V piuttosto evidente. Descrivere il percorso che raggiunge l'inizio del canale non è semplice: ci si tiene dapprima sulla sinistra su bellissimi pendii di neve (30°/35°) fin quasi sotto le rocce, poi si traversa (sempre salendo) a destra fino ad entrare nel canale (m 2150 circa - ore 1/1,30). In quest'ultimo tratto la pendenza aumenta notevolmente (ritengo che in alcuni punti tocchi i 50°); occorre anche superare, ormai vicini all'inizio del canale, delle roccette non difficili (I). E' possibile anche rinvenire qualche vecchia segnalazione. Si segue ora il canale, stretto e meno ripido ma molto bello, fino ad una fascia di roccia presso un masso incastrato. Superata (II) la fascia (ci dovrebbe essere un chiodo alla base), si prosegue lungo il canale ora più ripido (ci sono tratti a 50°) fino al largo imbuto finale. Ci si sposta verso sinistra e, se le condizioni lo permettono, si può uscire direttamente sulla ringhiera che "protegge" il passaggio tra il Rifugio Brioschi e la Cappelletta a nord dello stesso. Altrimenti si prosegue a sinistra uscendo sulla cresta di Piancaformia un po' più a nord della cima (m 2409 - ore 1,30 circa). DISCESA. Si svolge lungo la via normale dal Cainallo, detta Via della Ganda. Normalmente esiste una traccia evidente (ci si può informare presso i rifugi; vedi nota 2). In ogni caso ne do una sommaria descrizione: dalla cima, sotto la cappella, si imbocca l’ampio e ripido canalone (Gerone) che scende a Nord. Dopo essersi abbassati di un centinaio di metri, si inizia a traversare verso Nord-Ovest passando sotto la cresta di Piancaformia e perdendo progressivamente quota. Oltrepassata la Bocchetta della Neve e ben prima di arrivare all’altezza dalla Bocchetta del Guzzi, si raggiunge verso Nord il piccolo dosso dell’Ometto del Bregai (2103 m). Da qui si continua a scendere verso Nord incontrando presto i primi larici. Poco sotto i 1900 metri di quota, si piega a Nord-Ovest, raggiungendo in breve il Rifugio Bogani (1816 m). Da qui la discesa continua lungo il sentiero di accesso al rifugio che, tranne casi eccezionali, è battuto. Si passa dall’Alpe Moncodeno (1680 m), a Nord-Ovest del rifugio, ci si abbassa ancora verso Nord-Ovest, poi si traversano con attenzione alcuni ripidi canali sotto la parete settentrionale del Belvedere, quindi si risale per alcune decine di metri e si raggiunge il bivio per il Rifugio Bietti. Da qui si torna al Passo del Cainallo lungo l’itinerario percorso all’andata (ore 2/2,30 dalla cima).
NOTA 1. Il tracciato della Via della Ganda passa accanto a un paio di profondi crepacci rocciosi (ingressi di grotte): prestare la dovuta attenzione. Inoltre, prima di arrivare all'ometto del Bregai, presso un piccolo sperone di roccia, c'è un cartello giallo con la scritta "Rifugio Bogani" che invita a scendere verso: ignorarlo e proseguire lungo la traccia che, per un brevissimo tratto, è in salita.
NOTA 2. Il Rifugio Brioschi e il Rifugio Bogani sono normalmente aperti anche durante i fine-settimana invernali. Per informazioni si può telefonare ai numeri 0341.910498 (Rif. Brioschi) e 368.3527021 (Rifugio Bogani). Il Rifugio Bietti in inverno è invece sempre chiuso.
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Bibliografia: Eugenio Pesci, LE GRIGNE - CAI/TCI (Guida dei Monti d'Italia), 1998 Giancarlo Mauri, ESCURSIONI NELLE GRIGNE - Tamari Editori, 1980
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