Monte Legnone, traversata delle creste Sud e Sud-Est(Alpi Orobie - Lombardia)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1° giorno: 900 metri; 2° giorno: 880 metri (più circa 100 metri di risalite durante la discesa) DURATA: 1° giorno: 2 ore; 2° giorno 2,30 ore la salita, 3,40 ore la discesa DIFFICOLTA': EE AGGIORNAMENTO RELAZIONE: agosto 2009
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Al Monte Legnone ho già dedicato una pagina di questo sito, descrivendo l’impegnativa salita della Direttissima dal Rifugio Scoggione, sul versante Nord della montagna. Quella salita, nell’autunno di due anni fa (ottobre 2007), mi aveva offerto sensazioni molto intense e mi aveva fatto “innamorare” di questa montagna posta all’estremità occidentale delle Alpi Orobie, in una posizione eccezionalmente panoramica. Avevo così combinato qualche altra bella escursione lungo le valli ai suoi piedi, ma ciò che veramente volevo era tornare sulla sua cima, cosa che sono riuscito a fare di nuovo quest’anno, in una giornata d’agosto tutto sommato bella (i cumuli nuvolosi, normali d’estate, non sono stati una presenza particolarmente ingombrante).
La salita più frequentata al Legnone è quella che parte dal Rifugio Roccoli-Lorla: è un’escursione abbastanza lunga, ma si fa normalmente in giornata. Tutte le altre implicano dislivelli notevoli (dai 1700 ai 2400 metri) e quindi, a meno di essere davvero molto allenati, risulta conveniente spezzarle in due giorni, dormendo in uno dei rifugi che di recente sono stati costruiti sulle sue pendici. Così è anche per la grande escursione ad anello che propongo in questa pagina e che conduce in cima lungo la cresta Sud (circa 1800 metri di dislivello da Pagnona, in Val Varrone) e ritorna lungo la cresta Sud-Est percorrendo un tratto dell’Alta Via della Valsassina (percorso di grande interesse ma forse un po’ dimenticato, anche da chi dovrebbe rinfrescarne la segnaletica).
Si tratta di un’escursione impegnativa, non solo per la lunghezza. La salita della cresta Sud si svolge su terreno prevalentemente erboso con alcuni affioramenti rocciosi; non c’è sentiero (solo una debole traccia) e manca ogni segnavia, ma l’itinerario è logico ed evidente. In gran parte potrebbe essere evitato sfruttando la strada militare fatta costruire tra il 1915 e il 1918 dal generale Cadorna (comandante dell’esercito italiano) per collegare Pagnona alla Valtellina, ma in questo caso ciò che si guadagna in facilità si perde in bellezza. La discesa lungo la cresta Sud-Est è facile fino a poco prima della Bocchetta alta del Legnone, poi diviene molto impegnativa nella traversata fino alla Bocchetta di Deleguaggio (detta anche Usciöl). Anche questo tratto (come il resto della discesa da questa parte) potrebbe essere evitato grazie alla strada militare che, raggiungendo proprio la cresta Sud-Est prima di scendere in Valtellina, permette di tornare al punto di partenza in tutta facilità. Insomma: l’escursione è impegnativa, ma le alternative non mancano, come segnalerò nella relazione. Ciò, a mio avviso, non la rende meno entusiasmante: gli ambienti attraversati sono molto vari, l’incontro con la fauna (marmotte, stambecchi, gheppi) è quasi sicuro, i panorami sono ampissimi (dal Monte Rosa al Bernina passando per il gruppo del Pizzo Badile; dalle Alpi Orobie alle vicini prealpi lecchesi e comasche), l’impegno è sempre costante. Ci sono tutti gli ingredienti per una magnifica escursione.
Il punto d’appoggio è il Rifugio Griera posto a 1720 m (dato del mio altimetro) poco sopra l’Alpe Campo, in posizione panoramica (bellissimo il tramonto verso il Lago di Como e il Monte Rosa). Si tratta di una costruzione voluta dal Comune di Pagnona proprio per valorizzare il versante Sud del Legnone. Dal 2011 è gestito con passione, competenza e simpatia da Serena Sironi. E’ aperto nei fine settimana, il mercoledì e nei giorni festivi (tutti i giorni da metà giugno a metà settembre). Rimane chiuso in caso di condizioni meteorologiche o climatiche avverse. Per informazioni telefonare al n. 333.8496661. In alternativa si può utilizzare il Bivacco realizzato anch'esso dal Comune di Pagnona presso la sottostante Alpe Campo (sempre aperto, ma privo di attrezzatura, per cui occorre portarsi anche sacco a pelo e materassino).
ACCESSO STRADALE. Provenendo da Milano o da Sondrio, si segue la strada statale n. 36 (superstrada) fino all’uscita di Bellano. Si prosegue, seguendo le indicazioni per la Valsassina, fino a Taceno. Da qui si sale in Val Varrone fino a Pagnona (punto di partenza dell’itinerario), passando per Margno, Casargo e Premana. Il parcheggio principale (in parte usato per il mercato al sabato mattina fino alle ore 14,00) si trova in centro al paese (c’è un altro parcheggio presso la chiesa).
ITINERARIO. Dal parcheggio in centro a Pagnona (m 830 circa), prendere un viuzza pedonale tra il Municipio (a dx) e due box privati (a sx). Raggiunta una stradina più larga si gira a sinistra e subito a destra per salire una scalinata (via Legnone) che esce sulla provinciale per Dervio (via Concordato, m 866), proprio dove inizia la mulattiera che sale al Rifugio Griera (cartelli indicatori anche per Alpe Subiale, Alpe Bedoledo e Monte Legnone). Seguendo la mulattiera si esce dal paese, si passa sotto alla costruzione in cemento armato dell’acquedotto e, oltrepassate due piccole case, ad un bivio, si sale a sinistra lungo il sentiero principale che entra nel bosco e raggiunge l’alpe Subiale (m 1073; fontana). Appena entrati tra le case, si incontra un bivio: andare a sinistra e poi subito a destra verso l’alto fino a una sorta di piazzetta in fondo alla quale si trovano le indicazioni della DOL (Dorsale Orobica Lecchese) per l’Alpe Campo e La Casniella. Oltre Subiale il sentiero si sposta a sinistra e raggiunge una bella costa panoramica lungo la quale, su terreno più ripido, arriva all’Alpe Bedoledo presso una fontana (m 1236). Qui si trova un bivio segnalato: si va a destra, seguendo le indicazioni per La Casniella e il Monte Legnone (il sentiero che va a sinistra arriva comunque al Rifugio Griera, ma con un percorso più lungo). Alla fine delle case di Bedoledo si incontra un bivio: salire a sinistra nel bosco (segnavia talvolta sbiaditi) e, su terreno ripido, raggiungere la panoramica Alpe Casniella (m 1524), ombreggiata da un grande ciliegio (nel bosco stare attenti a non seguire una traccia secondaria che lascia il sentiero principale verso sinistra).
Dietro la casa dell'Alpe Casniella, prendere il sentiero (cartello indicatore DOL per Alpe Campo e Rifugio Roccoli-Lorla) che sale traversando a sinistra fino a raggiungere un tornante della strada militare (m 1580 circa; piccola fonte). Seguendo la strada si arriva in breve all’Alpe Campo (m 1647) e, poco sopra, al Rifugio Griera (m 1734). Dall’Alpe Campo è possibile raggiungere il rifugio anche attraverso un altro percorso, a mio avviso più bello: lasciando la strada, si passa davanti alla lunga stalla e, oltrepassato il bivacco sempre aperto, si prende il sentiero che, verso Sud, raggiunge la “Piazza del Cücher” (m 1670 circa), dove si trova il cippo degli Alpini di Pagnona e da dove si gode uno splendido panorama sulla Valsassina e la Valvarrone. Dal cippo, salendo lungo la cresta erbosa (che è poi la cresta Sud del Legnone), si raggiunge la strada militare al tornante quota 1707 m e, poco dopo, il Rifugio Griera (ore 2 da Pagnona).
Dal rifugio si riprende la strada militare e la si segue per pochi minuti verso Nord; la si abbandona per salire lungo il pendio erboso alla sua destra arrivando sulla cresta Sud del Legnone in corrispondenza del secondo tornante dopo il rifugio (m 1835 al mio altimetro). Ora si segue la cresta sul filo, dove si rinviene una debole traccia (prestare attenzione ai pendii laterali che, soprattutto quelli che scendono a destra, sono ripidissimi). Si supera il Sasso del Rigo (m 1853) e si arriva all’inizio di un tratto più ripido lungo il quale la traccia scompare (evitare di seguire una traccia abbastanza evidente che va a destra allontanandosi dalla cresta). Salire il pendio erboso fin quasi alla sommità del Piancone Basso (m 2069). Nell’ultimo tratto (circa dieci metri più in basso del culmine) individuare sulla sinistra una traccia che traversa sul versante occidentale (terreno ripido e un po’ esposto: fare attenzione) e raggiunge il colle a monte del Piancone Basso (da cui non si riesce a scendere per via di un salto roccioso breve ma difficile). Continuare lungo la cresta erbosa superando alcuni facili passi rocciosi (I) fino alla quota 2310 m, dopo la quale si scende ad un colletto dove giunge anche la strada militare che, in questo punto, inizia a traversare il versante meridionale della montagna per raggiungere la cresta Sud-Est (ore 1,30 dal Rifugio Griera).
Si continua lungo il filo della cresta prevalentemente erboso (debole traccia), superando ancora qualche facile e breve passo roccioso (in questo tratto finale, la cresta è caratterizzata a sinistra da altissimi salti rocciosi verticali, mentre a destra il pendio diviene progressivamente meno ripido). Si giunge così alla base della quota 2494 m, che appare come un risalto roccioso impegnativo. In realtà è più semplice di quello che sembra: all’inizio si sale una placchetta articolata (I), poi ci si sposta un po’ a destra e, sempre con difficoltà contenute (I), si ritorna sul filo che ora diviene più facile: lo si segue (oppure ci si tiene su una traccia sul versante Sud-Est) con visioni molto belle soprattutto verso Ovest e Nord-Ovest, giungendo infine sulla vetta del Legnone (m 2610, ore 1 dalla quota 2310 m; ore 2,30 dal Rifugio Griera).
In discesa si segue la cresta Sud-Est, di roccette e detriti. Il percorso è ben segnalato e non presenta particolari difficoltà. In ultimo ci si abbassa a destra e si raggiunge la strada militare. Qui si possono scegliere due possibilità per tornare a Pagnona: la più semplice è quella di seguire verso destra la strada militare, percorrendola tutta fino al Rifugio Griera da cui, lungo il percorso della salita, si torna al punto di partenza.
La mia proposta invece è quella di seguire un percorso più lungo, più impegnativo ma anche più spettacolare, proseguendo lungo la cresta fino alla Bocchetta di Deleguaggio. Una volta raggiunta la strada militare, la si segue a sinistra, ritornando verso il filo della cresta Sud-Est e passando davanti a due gallerie cieche (m 2395), anch’esse di origine militare. Poco dopo la seconda galleria si notano, sulle rocce a sinistra, alcuni segnali in vernice: una freccia con il numero 5 dentro un cerchio rosso (indica l'itinerario che scende a Delebio, in Valtellina) e una freccia bianca a “L”. A questo punto, sul ripido pendio a destra della strada si possono individuare alcuni segnavia sbiaditi: li si segue abbassandosi per 25/30 metri su terreno ripido e un po’ franoso (ma non difficile), poi si traversa a sinistra (esposto) e ci si abbassa alla Bocchetta alta del Legnone (m 2340; ore 0,30 dalla cima), dove si individua il cartello metallico dell’Alta via della Valsassina. A questo punto si può pervenire, molto probabilmente (c’era nebbia e non ho potuto fare una verifica precisa), anche seguendo i primi tornanti della strada militare che scende verso Delebio (molti segnavia; percorso decisamente più facile) e deviando a destra fino alla bocchetta.
Dalla Bocchetta alta del Legnone inizia un percorso a saliscendi (la prima risalita parte proprio dalla bocchetta) lungo una cresta aerea ed esposta che alterna tratti erbosi a tratti con roccette. Una traccia è presente, talvolta più evidente, talaltra meno. I segnavia sono sbiaditi ma ancora leggibili. I pendii che scendono da entrambe le parti sono veramente molto ripidi, per cui è necessario procedere con attenzione. Alcuni passaggi (pochissimi) sono attrezzati con catene. Si raggiungono così la Bocchetta del Legnone e, poco dopo, la Bocchetta di Moncale (m 2247). Da qui si devono risalire sessanta metri ripidi ma non difficili fino alla Cima di Moncale (m 2306) dalla quale, sempre lungo la cresta e seguendo una traccia ora più evidente, si scende alla Bocchetta di Deleguaggio (m 2192; ore 1 dalla Bocchetta alta del Legnone; ore 1,30 dalla cima).
A questo punto si abbandona definitivamente la cresta che si impenna per salire alla Cima del Cortese e al Pizzo Alto. Si prende un sentierino che traversa a destra su terreno ripido e poi scende verso Sud-Est (su pendii finalmente meno scoscesi) fino al bel Lago inferiore di Deleguaggio (m 2090). Da qui, oltre una piccola baita privata, si prende il bel sentiero (evidente e segnalato) che scende verso Ovest fino alla grande Alpe di Deleguaggio (m 1682; ore 0,40 dalla Bocchetta di Deleguaggio) dove si trova una fonte freschissima. Per trovare la fonte e anche il sentiero che riporta al punto di partenza, ci si porta al pennone della bandiera (dove si trova anche un cartello segnalatore della DOL). Per raggiungere la fonte si segue il sentiero della DOL verso Sud: dopo pochi metri si incontra una deviazione a sinistra: seguendola si giunge in breve alla fontana (ne vale la pena, perché l’acqua è eccezionalmente fresca). Per scendere a Pagnona, dal pennone della bandiera raggiungiamo il vicinissimo pennone con l’altissima croce: da qui prendiamo il sentiero che scende a sinistra. Non ci sono segnalazioni, ma il sentiero è evidente e ampio. Poco sotto l’Alpe si supera una bella cappelletta e si prosegue lungamente fino al primo nucleo di baite, che è l’Alpe Gianello (m 1119). Qui si lascia il sentiero principale che prosegue fino a Premana e si scende tra le case, si prosegue per una traccia lungo un ripido prato fino alle sottostanti case di Gianello di sotto; le si attraversa e si scende ancora (traccia migliore) nel ripido prato fino a raggiungere il bosco: qui il sentiero si fa più largo e prosegue fino ad altre case dove si trasforma in mulattiera: lungo quest’ultima si arriva alle case di Giabbi (m 814) dove il torrente forma delle belle pozze. Ancora pochi minuti e si raggiunge il ponte sulla provinciale per Dervio; seguendola verso destra si risale brevemente a Pagnona, chiudendo così la lunga escursione (ore 1,30 dall’Alpe Deleguaggio; ore 3,40 dalla cima del Legnone)
Per rientrare a Pagnona dall’Alpe Deleguaggio esiste un altro percorso non più breve ma certo più impegnativo di quello appena descritto, consigliabile a chi vuole immergersi ancora per un po’ in un ambiente più aspro e selvaggio o a chi vuole percorrere un itinerario meno battuto.
Mentre il percorso che passa dall’Alpe Gianello si tiene sul versante sinistro orografico della Val Varroncello, questo passa sul versante opposto con un tracciato nel complesso evidente anche se privo di segnavia; il sentiero è spesso largo, ma in alcuni tratti si fa più stretto e presenta qualche passaggio che richiede attenzione perché il terreno è ripido. A ciò si aggiunga che una frana ha interessato il percorso sul fondo della Valle del Legnone, strappando la catena che vi era posizionata (e che a tutt'oggi – agosto 2009 – non è ancora stata rimessa a posto). Nelle condizioni attuali, il breve tratto non è difficile ma richiede di attenzione perché poco a valle ci sono dei salti rocciosi piuttosto alti. Fatte queste precisazioni, descrivo comunque l’itinerario (eventualmente si possono chiedere informazioni all’Alpe Deleguaggio, che in estate è molto frequentata).
Prima di entrare tra le case dell’Alpe Deleguaggio ci si abbassa a destra e si raggiunge la piazzola dell’elicottero. Qui parte un sentiero (è il sentiero della DOL che porta alla Casniella e all’Alpe Campo) che attraversa in piano verso il torrentello. Poco prima di arrivare al torrentello abbandonare questo sentiero, scendere di qualche metro, attraversare il corso d’acqua e seguire le tracce che conducono verso l’Alpe Böc (m 1613), ben visibile da Deleguaggio (guardando verso valle a destra) e caratterizzata da una baita con il tetto di lamiera verde (è un ricovero di fortuna decisamente molto spartano). Prima di arrivarvi bisogna traversare un tratto di rocce sovente bagnate (catena), dopo le quali il sentiero diviene più evidente. Superata l’Alpe Böc, il sentiero si abbassa con alcuni tornanti poi entra verso Nord-Ovest nella valle del Legnone, aspra e selvaggia. Scendendo verso il fondo del vallone si incontrano due brevi passi su roccette attrezzati con catena e infine, ormai sul fondo del vallone, si traversa la base della frana. Come ho già detto, il breve tratto non è difficile, ma l’attenzione è d’obbligo per via dei salti di roccia sottostanti. Superata la frana si traversa il fondo del vallone alla confluenza di due torrentelli, poi si risalgono venti metri su facili rocce (anche qui c’era una catena) delicate se umide o bagnate. Quindi il sentiero riprende a traversare verso Sud. Raggiunta una sorta di sperone in parte roccioso, lo scende con alcuni tornanti a tratti intagliati nella roccia (attenzione se il terreno è bagnato) e poi prosegue la traversata verso Sud-Ovest lungo il fianco della valle. Il tracciato (ormai immerso nel bosco) presenta tratti abbastanza larghi e comodi alternati ad altri più stretti; il terreno è sempre ripido. A circa 1370/1360 m si incontra sulla sinistra una panoramica area di sosta con un tavolo e due panche molto rustici. Più avanti, a circa 1240 m, si deve ignorare un sentiero che sale a destra (porta all’Alpe Bedoledo), continuando in discesa e poi con percorso più pianeggiante fino all’Alpe Subiale dove si incontra l’itinerario percorso all’andata; seguendolo a ritroso si rientra a Pagnona (ore 1,45 dall’Alpe Delguaggio) |
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CARTOGRAFIA: Carta 1:35.000 GRIGNE-RESEGONE-CAMPELLI-TRE SIGNORI-LEGNONE, Comunità Montana Valsassina-Valvarrone-Val d'Esino e Riviera Carta 1:35.000 LE GRIGNE-RESEGONE DI LECCO-LEGNONE, Zeta Beta Editrice, Verona Carta 1:50.000 MENAGGIO, foglio 287, Carta Nazionale della Svizzera Il problema di queste carte è che le quote indicate spesso non corrispondono: la stessa cima del Legnone è quotata 2609 m dalla carta svizzera e 2610 m dalle due carte italiane; in altri casi ci sono differenze più significative: ad esempio, la Bocchetta del Legnone (di cui nella relazione non ho indicato l'altezza) è quotata 2238 m dalla carta svizzera, 2249 m dalla carta della Comunità Montana, mentre non è quotata sulla carta della Zeta Beta. Nella mia relazione ho tenuto conto anche delle indicazioni delle relazioni rintracciabili sul sito del Comune di Pagnona e, ovviamente, dei dati del mio altimetro.
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