Monte Moregallo - Canalone Belasa

(Triangolo Lariano - Lombardia)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1040 m

DURATA COMPLESSIVA: 2,20h la salita; 1,40h la discesa

DIFFICOLTA': EE (sentiero attrezzato)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: aprile 2015

 

L’ampio e dirupato versante meridionale del Monte Moregallo (1276 m), sopra Valmadrera, presenta un continuo alternarsi di costole, creste e canali. Tra questi ultimi ce ne sono due utilizzati per salire alla vetta: uno, più ampio e meno ripido, si abbassa dalla Bocchetta di Sambrosera (a Est della cima) e, nella parte alta, è percorso dal sentiero della “via normale” (che qui propongo come discesa); l’altro si abbassa da una netta forcella della cresta Ovest (subito prima del blocco sommitale) e arriva fin nei pressi del fontanino di Sambrosera: è il Canalone Belasa, percorso da un interessante itinerario attrezzato alcuni anni or sono dal CAI di Valmadrera.

 

Si tratta di un’escursione un po’ particolare: data la quota, c’è molta vegetazione (anche alberi), ma per 350/400 metri di dislivello c’è anche molto da arrampicare. Le difficoltà sono contenute e non superano il II grado; i passaggi non sono esposti e sono generalmente brevi: quelli più alti (8/10 metri al massimo) o con difficoltà superiori al II sono stati attrezzati con una catena metallica. Non si tratta di una ferrata, ma di un sentiero attrezzato per escursionisti esperti (difficoltà EE). Il casco può essere utile, ma non è necessaria l’attrezzatura di sicurezza utilizzata per percorrere le ferrate. A patto naturalmente di sapersi muovere con sicurezza sulle difficoltà indicate e di non avere problemi a superare un passaggio attrezzato a qualche metro da terra.

 

Il canalone è piuttosto incassato tra le pareti laterali e anche per questo (oltre che per la presenza degli alberi lungo un buon tratto della salita) la vista è molto limitata e si apre solo nella parte alta dell’escursione, per culminare con il bel panorama della cima. Insomma: si tratta di un itinerario raccomandabile per chi vuole raggiungere la cima del Moregallo divertendosi ad arrampicare sul facile, ma senza pretendere le soddisfazioni di una salita autenticamente “alpinistica”.

 

ACCESSO STRADALE. Provenendo da Milano, si segue la superstrada per Lecco fino a costeggiare il Lago di Annone; prendere l’uscita per Valmadrera-Civate-Lecco-ecc. e immettersi sul vecchio tracciato della superstrada passando sotto il cavalcavia di quello nuovo; proseguire verso Lecco, prendere l’uscita per Valmadrera-Bellagio-Lago ed entrare in Valmadrera, raggiungendo la piazza della chiesa principale (piazza Monsignor Citterio; ex piazza Dante), da cui partono “ufficialmente” molti itinerari, compresi quelli per il Monte Moregallo. Cercare il parcheggio nelle vicinanze.

 

ITINERARIO. Dalla centrale Piazza Monsignor Citterio (235 m circa) imboccare verso Nord-Ovest via Stoppani che, più avanti, si trasforma in un vicolo e sale con alcuni tornanti fino a incrociare via Caduti della Libertà. Traversata questa strada, si prosegue in salita lungo via Belvedere, raggiungendo l’omonima frazione. Si prosegue in salita verso destra (la strada asfaltata si trasforma quasi subito in una strada di grossi ciottoli cementati) raggiungendo la Cappelletta VARS (370 m), dove si trovano numerosi cartelli indicatori. Si prende verso Nord il sentiero indicato con il n. 7 (per Sambrosera e Pianezzo) e il n. 6 (per il Moregallo). Si segue questo bel sentiero immerso nel bosco incontrando alcuni bivi segnalati (il primo è quello da cui si stacca a destra  il sentiero Paolo-Eliana, diretto anch’esso alla cima del Moregallo); seguendo le indicazioni e tenendo comunque il percorso principale, si arriva in località Sambrosera (716 m, ore 1,10), dove si possono osservare una casera, due casotte e due caselli del latte recentemente restaurati da un gruppo di volontari di Valmadrera. Qui si trovano anche un fontanino di acqua freschissima e una piccola area di sosta, realizzati dai soci dell’associazione OSA (Organizzazione Sportiva Alpinisti) di Valmadrera. Da Sambrosera si dipartono diversi sentieri, tutti segnalati da cartelli indicatori; quello che porta al Canalone Belasa si stacca verso destra qualche metro prima di arrivare all’area di sosta presso il fontanino (cartello indicatore).

 

Seguendo la traccia e i segnavia (bolli rossi talvolta un po’ sbiaditi) si risale un valloncello boscoso (all’inizio incassato poi più aperto) lungo il quale corre il letto asciutto di un modesto torrentello. Raggiunta la base dei salti rocciosi che caratterizzano questo versante del Moregallo, il valloncello si stringe e diviene un canalone, il Canalone Belasa. Qui (810 m) si trova il primo tratto attrezzato con catena metallica. Più avanti, dopo il secondo passaggio attrezzato, si incontra una biforcazione: si sta a destra (canale roccioso) superando ancora alcuni passi di I e II. Poi il canale si allarga e si procede lungo una traccia di sentiero; quando si stringe di nuovo si affrontano ancora passaggini di I e II fino ad incontrare il tratto più impegnativo, che presenta tre passaggi attrezzati: il primo (una sorta di caminetto verticale) più breve, gli altri due più alti (8/10 metri al massimo) e con l’uscita un po’ faticosa. Proseguendo lungo il canale, che si fa di nuovo più aperto, si incontrano ancora due brevi saltini attrezzati. Dopo l’ultimo passaggio attrezzato si incontra una prima biforcazione: si sta a sinistra (segnavia sbiaditi) e si arriva quasi subito ad una seconda biforcazione. Ora si tiene la destra e si sale fino a incrociare un sentierino che taglia il pendio erboso (1140 m circa; c’è un cartello che indica il canalone). Non seguire questo sentierino né a destra né a sinistra e proseguire verso l’alto. Per un breve tratto il canale appare ancora abbastanza delineato e con il fondo roccioso, poi si perde nel pendio erboso che si apre e si fa piuttosto ripido. Si sale con attenzione ma senza particolari problemi (si può trovare una debolissima traccia), puntando ad un’evidente forcella della cresta Ovest del Moregallo subito a sinistra del blocco sommitale. Si raggiunge così un altro sentiero più marcato (1215 m circa), proveniente dalla Bocchetta di Moregge e diretto alla cima del Moregallo. Lo si segue verso destra, raggiungendo in salita il tratto attrezzato (catena) che costituisce l’ultima parte della cresta Ovest. Superato questo tratto lungo una sorta di canale roccioso, si raggiunge l’ampia spianata erbosa della cima (1276 m; ore 1,10 da Sambrosera; ore 2,20 da Valmadrera).

 

DISCESA. Dalla cima si segue l’ampia dorsale della cresta Est lungo un sentiero che, dopo il primo tratto, diventa molto evidente (segnavia n. 6) e si abbassa fino alla Bocchetta di Sambrosera (1192 m secondo il cartello – a mio avviso sbagliato; 1142 m secondo il mio altimetro). Da qui si prende a destra (Sud) il sentiero n. 6/via Sambrosera (è quella che all’inizio ho definito la “via normale” per salire al Moregallo) che si abbassa lungo un ampio canalone. All’inizio il sentiero è un po’ accidentato per la presenza di elementari roccette, poi si fa più semplice; il tracciato è evidente e ci sono diversi segnavia (giallo-bianco-rosso). Dopo aver perso circa duecento metri di quota, il sentiero si sposta verso destra e raggiunge una forcella (925 m circa) aperta nella cresta che chiude il canale a Ovest. Oltrepassata la forcella (sulla destra si stacca il sentierino che porta all’attacco della cresta OSA) si continua a scendere nel bosco seguendo il sentiero sempre evidente e segnalato fino a Sambrosera (50 minuti dalla cima). Da qui, seguendo il percorso della salita si torna a Valmadrera (50 minuti da Sambrosera; ore 1,40 dalla cima). Attenzione: poco prima di arrivare alla Cappelletta VARS, a circa 390 m di quota, si incontra un bivio che durante la salita passa inosservato: non bisogna proseguire diritti in discesa, ma prendere il sentiero semipianeggiante che va a destra verso Cappelletta.

 

NOTA 1. A proposito del sentierino che si incrocia a 1140 m circa. Verso destra, questo sentierino, attraverso pendii anche piuttosto ripidi, conduce alla base dell'ultimo salto (alpinistico; II/III) della cresta OSA (dove si trova un cartello che indica il Canalone Belasa). Verso sinistra, dopo aver attraversato pendii abbastanza ripidi, il sentierino raggiunge in breve uno speroncino roccioso, da cui, voltando a destra, sale in pochi minuti fino al sentiero che dalla Bocchetta di Moregge porta alla cima del Moregallo (anche qui c'è un cartello che indica il Canalone Belasa). La direzione indicata da questi cartelli (dall'alto verso il basso), mi induce a pensare che tale sentierino sia utile soprattutto per coloro che, per qualche motivo, vogliono percorrere il Canalone Belasa in discesa.

 

NOTA 2. Ho descritto questo itinerario partendo da piazza Monsignor Citterio. In realtà con la macchina si può anche seguire la strada che, partendo da via Manzoni, sale alla frazione Belvedere (via Leopardi e poi via San Carlo Borromeo): lungo questa strada, prima di arrivare alla frazione, ci sono diversi parcheggi. Se si riesce a lasciare la macchina in uno di quelli più alti, si può guadagnare anche una decina di minuti.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Escursionismo