Pizzo della Pieve, cresta Est (Cornell büs) e traversata al Grignone(Valsassina - Lombardia)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1650 m + 190 m (in totale 1840 m) DURATA: 4,45h (fino in cima al Grignone), 2,50h (discesa) DIFFICOLTA': EE (cresta spesso aerea e con passaggi esposti) AGGIORNAMENTO RELAZIONE: aprile 2017
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Visto da Sud-Est il Pizzo della Pieve (2257 m) appare insignificante e si presenta semplicemente come una piccola elevazione al termine della lunga cresta Nord-Est del Grignone (il discorso è diverso per gli altri versanti). Eppure lungo la sua cresta Est (chiamata anche Cresta del Corno Buco o, in dialetto locale, del Cornell büs) corre uno degli itinerari escursionistici più lunghi e grandiosi del gruppo delle Grigne, sicuramente meritevole di essere percorso, a patto di essere ben allenati e abituati a muoversi su terreno non proprio facile.
La cresta è prevalentemente erbosa e presenta solo qualche breve tratto di roccette, ma è molto aerea (all’inizio anche piuttosto ripida); inoltre i suoi fianchi richiedono molta attenzione: a sinistra scendono pendii erbosi o detritici spesso ripidissimi, a destra precipitano i salti rocciosi del versante Nord-Est della montagna. Alcuni tratti del percorso sono esposti. Insomma: si tratta di una salita che richiede totale assenza di vertigini e passo sicuro e che conviene percorrere nelle condizioni migliori sia del terreno (asciutto e libero dalla neve o dal ghiaccio) che del tempo. A mio parere, il periodo ideale va dalla tarda primavera (quando non c’è più neve sui versanti al sole) all’autunno (prima che la neve o il ghiaccio facciano la loro comparsa). Difficoltà: EE (ma con le avvertenze di cui sopra).
Il naturale completamento dell’escursione è la traversata alla cima del Grignone (che dista 1200 metri in linea d’aria), da cui si rientra alla base lungo la via normale. Ne risulta un’escursione molto lunga e caratterizzata da un notevole dislivello: partendo da Baiedo (frazione di Pasturo) sono 1650 metri fino in cima al Pizzo della Pieve a cui si aggiungono altri 190 metri per raggiungere il Grignone (in totale il dislivello è di 1840 metri).
ACCESSO STRADALE. Il punto di partenza è il parcheggio (610 m) presso il centro di Baiedo, frazione di Pasturo, in Valsassina. Se si sale da Lecco, oltrepassato il Colle di Balisio, si procede lungo la provinciale fino alla rotonda dominata dalla parete rocciosa della Rocca di Baiedo. Si gira a sinistra verso Pasturo e, alla prima rotonda, si prende a destra via Nisella (indicazione per Baiedo): al termine della via ci si trova davanti il parcheggio. Se si sale da Bellano, si oltrepassano Introbio e il ponte sul torrente Pioverna. Alla prima rotonda si gira a destra verso Pasturo e si procede come spiegato sopra.
ITINERARIO. Dal parcheggio (610 m c.a) prendere verso Nord via Anesetti e seguirla fino alla piazzetta davanti alla piccola Chiesa di San Pietro, salire a sinistra e poi girare a destra; superare un piccolo ponte e raggiungere il lavatoio, davanti al quale si prende un sentiero che sale a sinistra e raggiunge via Rocca. Si segue questa strada verso destra entrando nella Valle di San Levargo. Superato l’edificio di una serra, si prende a sinistra una salita acciottolata che riporta sulla strada tagliando un tornante. Ora si prosegue lungo la strada con il fondo prevalentemente in cemento e la si segue costantemente fino ad arrivare alla bellissima conca dei Piani di Nava (si incontrano due bivi: si tiene sempre la destra; indicazioni per il Rifugio Riva). Si percorrono i piani fino ad un bivio segnalato (975 m circa): si lascia la strada che prosegue diritto verso il Rifugio Riva e si prende a sinistra (cartello indicatore per San Calimero e Pialeral) una stradina che sale nel bosco che copre il versante Nord-Est dello Zucco del Falò. Si incontrano diverse case e alcuni bivi da ignorare (il primo verso sinistra è una stradina che porta a Piazzo, il secondo a destra è un sentiero per il Rifugio Riva). A 1165 metri si incontra un nuovo bivio segnalato: proseguire diritti (indicazioni per San Calimero e Pialeral; a destra si scende al Rifugio Riva). La stradina raggiunge alcune baite poste al colmo del Prà di Porè (1320 m; posizione molto panoramica). Da qui si prosegue su un sentiero all’inizio piuttosto largo; a 1390 m circa si incontra un nuovo bivio segnalato: proseguire a destra (indicazioni per San Calimero) e raggiungere la Chiesetta di San Calimero, con il caratteristico tetto di lamiera rossa (1495 m; ore 2,00 da Baiedo; posizione molto panoramica). Presso l’edificio si trovano un tavolo con due panche e una fontanella.
Accanto alla fontanella si prende il sentiero che, con un breve diagonale ascendente a destra, riporta sulla cresta erbosa dello Zucco del Falò, lungo la quale le tracce finiscono per perdersi. Senza toccare la sommità dello Zucco (1592 m) e tenendosi sul suo comodo versante meridionale, si raggiunge il Passo del Solivo (1574 m; 15 minuti da San Calimero). Si prosegue per rade tracce lungo la cresta erbosa in direzione dell’evidente cresta Est del Pizzo della Pieve (tutta ben visibile dal passo), raggiungendo il punto in cui si impenna decisamente. A questo punto la traccia torna a essere ben visibile: la si segue su terreno erboso piuttosto ripido, raggiungendo, a sinistra di un primo salto roccioso, una selletta presso lo scheletro secco di un mugo. Il sentiero prosegue in una sorta di canale erboso e raggiunge una nuova selletta sulla sinistra. Si sale un pendio erboso, poi ci si porta a destra sul filo di cresta. Più avanti si traversa a destra (esposto) sotto un salto, quindi si riprende a salire e, superate alcune facili roccette (I) si raggiunge una selletta sul filo della cresta a monte del salto roccioso. A questo punto i segnavia indicano una traversata a sinistra su un ripido pendio erboso (fare attenzione perché la traccia, specie all’inizio non è ben marcata): procedendo in piano, si passa alla base di una parete rocciosa, poi si riprende a salire e quindi, verso destra, si torna in cresta a 1965 m, dove si trova una buona traccia (evidentemente dalla selletta si può stare sul filo, affrontando però un tratto di roccette che, dal basso, appare articolato ma anche assai esposto – vedi nota 1). Ora si continua sulla cresta facile ma piuttosto aerea che conduce alla base di un ripido canalino erboso/roccioso un po’ a sinistra del filo. Si affronta il canalino (passi di I), da cui si esce a sinistra su facili roccette esposte (I), poi si sale a destra su pendio erboso (tracce rade) riguadagnando il filo di cresta (vedi nota 2) dove la traccia torna evidente. Ora si procede lungo la cresta che si fa meno ripida e più larga, raggiungendo la cresta sommitale (piccolo ometto) e, verso sinistra, il punto culminante (2257 m; ore 1,45 dal Passo del Solivo; ore 4,00 da Baiedo).
Si prosegue lungo la cresta sommitale in direzione del Grignone; su terreno detritico ci si abbassa a sinistra fino alla base del salto di rocce che interrompe la cresta. Con un breve traverso su roccette facili (I), ma che richiedono un po’ di attenzione per via dei ripidi pendii sottostanti, si doppia lo spigolo roccioso e quindi si raggiunge molto facilmente l’intaglio (2225 m c.a) chiamato Passo della Capra su alcune cartine e Porta sulla storica guida alpinistica delle Grigne di Silvio Saglio (CAI/TCI 1937). Da qui si prosegue lungo la cresta: all’inizio si supera ancora un breve passo su roccette (I), poi si procede facilmente seguendo una traccia che si tiene un po’ a sinistra del filo su terreno erboso. Si raggiunge così il punto in cui arriva, dal basso, la traccia della via invernale dal Pialeral: da qui si prosegue seguendo l’evidente traccia fino in cima al Grignone (Grigna settentrionale, 2410 m; ore 0,45 dal Pizzo della Pieve; ore 4,45 da Baiedo), poco sotto la quale si trova il Rifugio Broschi.
DISCESA. Si svolge lungo la via normale dalla Valsassina. Dalla vetta si scende al Rifugio Brioschi e si prende l’ampio e attutissimo sentiero che scende tenendosi a sinistra della cresta Sud della montagna fino alla Bocchetta della Bassa (2115 m al mio altimetro) dove si trova il Bivacco Merlini. Da qui il sentiero si abbassa verso Nord-Est traversando il versante orientale del Grignone. A quota 1890 m c.a, sotto un evidente triangolo roccioso, si incontra un bivio non segnalato: si può proseguire diritti, ma è forse preferibile prendere l’evidente sentiero che si abbassa a destra. Lo si segue all’inizio su terreno un po’ ripido e con qualche roccetta affiorante, poi più comodamente fino all’ampio e poco inclinato fondo della Foppa di Ger (interessante sulla sinistra la fascia rocciosa dove si trovano le Grotte di Paroeul). Proseguendo in direzione Est si arriva alla spianata dove un tempo sorgeva il Rifugio Tedeschi al Piáleral (spazzato via da un’enorme valanga il 31 gennaio del 1986). Da qui, prima su un ampio sentiero e poi lungo una stradina col fondo in cemento, si raggiungono le baite di Costa, tra le quali si trova il Rifugio Antonietta (1370 m c.a; ore 1,30 dalla cima del Grignone).
Proseguendo lungo la stradina si scende fino alle baite e al laghetto dell’Alpe Cova (1311 m). Qui la strada volge a Est e scende verso Pasturo: la si segue fino a un tornante destrorso da cui si stacca a sinistra una stradina (bacheca informativa e cartello con la scritta “Pasturo” su un palo della corrente elettrica). Si scende lungo la stradina a sinistra; al primo bivio si tiene la sinistra e, più in basso, si raggiunge una fontana poco sotto la quale c’è un altro bivio; si tiene la sinistra e, più in basso, si torna sulla strada principale e si arriva al Ponte dell’Acqua Fredda (1070 m circa). Si prosegue (dapprima in leggera salita) lungo la strada col fondo in cemento e si raggiungono le case di Cornisella, dove si trova la cappella degli Alpini intitolata alla Madonna Regina Pacis (1050 m c.a). Subito dopo la cappella si lascia la strada e si scende a sinistra (cartello indicatore) per una stradina in cemento che presto diviene sterrata e poi sentiero. A 990 m circa si incontra un bivio purtroppo non segnalato: noi siamo andati a sinistra, ma forse era meglio andare a destra (vedi nota 3). Seguendo il sentiero che scende a sinistra si incontra una deviazione a destra: la si ignora e si prosegue fino ad alcune case (892 m) nell’incassato valloncello del Torrente Cariola. Costeggiando le case verso sinistra si oltrepassa il solco del torrente, si risale brevemente, poi subito si prende a destra il sentiero che passa accanto a una baita oltre la quale si trova subito un nuovo bivio: scendere a destra e raggiungere una stradina. Seguirla brevemente, poi scendere a destra (sentiero ripido) e raggiungere una stradina che arriva da destra: girare a sinistra, passare davanti a una cappelletta dedicata alla Madonna il cui portico scavalca la strada e arrivare a un bivio segnalato: a destra si scende in centro a Pasturo; a sinistra si va verso Baiedo. Prendere a sinistra e raggiungere le case più settentrionali di Pasturo. Si percorre in discesa la stretta via Cappelletta (pedonale) e, all’incrocio, si gira a sinistra; prendere sulla destra via Grinzone (pedonale) che più avanti si immette su via Don Giovanni Ticozzi, lungo la quale si scende fino al parcheggio di Baiedo dove si è lasciata la macchina (ore 1,20 dal Rifugio Antonietta; ore 2,50 dalla cima del Grignone).
NOTA 1. Questa possibilità ci è stata confermata da tre escursionisti arrivati in vetta poco dopo di noi. Dalle scarne informazioni che ci hanno dato sono riuscito a capire solo che il tratto roccioso è molto esposto; sulle difficoltà la risposta è stata troppo generica («niente che non si possa fare») per poterla tradurre ed esprimere in una valutazione precisa.
NOTA 2. Esaminando a casa le foto della salita, mi è sembrato di vedere, all’inizio del canalino, una traccia che si sposta a destra (a sinistra nella foto) e raggiunge subito il filo della cresta con un traverso. Tuttavia le tracce di passaggio nel canalino sono piuttosto evidenti, pertanto penso che quella descritta nella relazione sia la via più seguita (inoltre non sono ovviamente in grado di dire come sia il percorso in cresta dopo il traverso).
NOTA 3. Scendendo a destra si passa accanto a una bacheca informativa (ben visibile dal bivio). Da qui il sentiero dovrebbe arrivare alla località Ticozzi (815 m circa) dove si ritrova una stradina: seguendola verso sinistra si arriva alla cappelletta dedicata Madonna di cui si parla nella relazione.
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