Pizzo di Claro, via Lumino (Canton Ticino/Svizzera)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1420 metri (1550 metri complessivi contando le risalite dell'andata e del ritorno) DURATA: 4,20 ore (salita); 3,00 ore (discesa) DIFFICOLTA': E l'avvicinamento; PD- la via "Lumino"; EE la prima parte della discesa AGGIORNAMENTO RELAZIONE: agosto 2015
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Visto da Sud-Ovest il Pizzo di Claro (2727 m), appare come una bella piramide isolata che domina il fondo pianeggiante della Val Riviera, subito a Nord di Bellinzona. Montagna molto popolare tra i ticinesi (dalla cima si gode un panorama molto vasto), il Pizzo di Claro è entrato nei miei obiettivi grazie alla bella guida di Sergio Papucci (I più bei sentieri tra Lombardia e Ticino) alla cui pubblicazione ho dato un modesto contributo inviando all’autore alcune fotografie. Tra gli itinerari ticinesi presentati nella guida, quello della via Lumino al Pizzo di Claro mi aveva subito attirato e sono riuscito a percorrerlo in una bella giornata di sole alla fine di agosto 2015.
Si tratta di un percorso molto bello, ma piuttosto lungo e con un dislivello abbastanza significativo (1420 m, che salgono a 1550 se si considerano anche le risalite da percorrere sia all’andata che al ritorno). Buona parte della salita non è impegnativa, svolgendosi su un sentiero segnalato, poi si deve affrontare la via Lumino che presenta tratti esposti e passaggi di arrampicata di II e uno più impegnativo, proprio all’inizio. Questo passaggio, che descriverò meglio nella relazione, è valutato di II+ sulla guida di Sergio Papucci, ma a me sembra di III ed è anche esposto. A mio parere, qui potrebbe essere utile avere con sé uno spezzone di corda. La discesa proposta (che non segue la via normale ed è consigliabile con tempo asciutto e senza neve) si svolge all’inizio su terreno piuttosto ripido (traccia segnalata; segnavia vecchi), poi su tracce non segnalate che si ricongiungono al sentiero percorso all’andata poco sopra il Passo di Mem. Rispetto alla via normale, che percorre il versante Sud-Est della montagna, ha il pregio di offrire una bellissima vista sul bel Lago di Canee, incastonato in una conca alla base del versante occidentale del Pizzo di Claro.
Difficoltà: E fino all’inizio della via Lumino; PD- la salita alla cima lungo questa via; EE il primo tratto della discesa. La via “Lumino” e la discesa qui proposta vanno percorse preferibilmente con terreno asciutto.
ACCESSO STRADALE. Raggiunta Bellinzona con l’autostrada, si prende la diramazione per San Bernardino e si esce a Bellinzona Nord. Si prende quindi, verso sinistra, la strada cantonale per il San Gottardo. Alla prima rotonda si gira a destra e poi ancora a destra, seguendo le indicazioni per Lumino. Si incontrano altre due rotonde: alla seconda si gira a sinistra e si raggiunge Lumino. Attraversato il centro del paese, dopo un piccolo supermercato si prende sulla sinistra (indicazioni) la strada che sale alla stazione di partenza della funivia che sale ai Monti di Savorù (parcheggio).
La funivia è molto piccola (4 posti) e impiega 12 minuti per superare un dislivello di 1000 metri. La prima corsa è alle 8,00; l’ultima (in estate) alle 18,00 (alle 19,00 sabato, domenica e giorni festivi). Il costo del biglietto A/R è di 16 franchi. Sono dati del 2015. Si può comunque consultare il sito (funivia-pizzodiclaro.ch) o telefonare (+41 91 829 20 19) negli orari di apertura dell’impianto.
ITINERARIO. Usciti dalla stazione di arrivo della funivia (Monti di Savorù; 1308 m) si prende l’unico sentiero (segnalato) che sale lungo il pendio erboso e poi si immerge nel bosco (in prevalenza abeti) dirigendosi verso Nord-Nord-Est in direzione della Capanna Brogoldone (cartelli indicatori). A 1380 m circa si incontra un bivio: prendere a destra il sentiero indicato come “variante ripida” (seguendo il sentiero principale, che prosegue diritto, si arriva comunque alla Capanna Brogoldone, ma passando dall’Alpe Domas e allungando il percorso di circa 20 minuti). Seguendo la “variante ripida” si sale nel bosco (all’inizio la pendenza è davvero sostenuta) e si raggiunge prima una fontana (1640 m circa) e poi, poco sopra, una radura sul dorso del costone che si sta percorrendo. Seguendo il bel sentiero sempre evidente e segnalato si torna nel bosco e, dopo un breve tratto meno ripido sul versante occidentale del costone, si riprende a salire con decisione verso destra fino a sbucare di nuovo sulla dorsale a breve distanza dalla Capanna Brogoldone, posta su un poggio in bella posizione panoramica (1910 m; ore 1,20 dalla funivia).
Dietro la capanna, a sinistra del salto roccioso che la domina, si riprende il sentiero (scritte su un masso dopo alcune decine di metri) sempre segnalato (segnavia: tre strisce bianco-rosso-bianche) che sale verso Nord lungo i pratoni del versante Sud-Ovest del Piz del Molinera. Si raggiunge così una sorta di promontorio a quota 2100 m circa: da qui inizia un lungo traverso sul fianco occidentale della cresta che unisce il Piz de Molinera al Pizzo di Claro, ora ben visibile verso Nord. Il traverso è all’inizio pressoché pianeggiante, poi perde un po’ di quota (una quarantina di metri), quindi ricomincia a salire e raggiunge la cresta al Passo di Mem (2191 m), poco sopra il quale si trova un cartello indicatore. Ora si prosegue lungo il filo della cresta dapprima erboso (sentiero) poi in parte roccioso e detritico. Dopo un tratto su massi (qualche ometto e segnavia sbiaditi) si raggiunge a 2400 m circa il poco evidente bivio con la via normale che taglia a destra (segnavia bianco-rosso-bianchi piuttosto sbiaditi) e la via Lumino (freccia e scritta in vernice bianca su un masso e poi su un altro poco sopra), che è segnalata da bolli bianchi. Seguendo i bolli si sale il pendio di massi ed erba e si raggiunge l’attacco della via Lumino (2490 m circa) posto poco più in alto e un po’ a destra del ripidissimo spigolo di roccia che costituisce il primo salto della cresta Sud del Pizzo di Claro (ore 1,45 dalla Capanna Brogoldone).
Percorrendo una sorta di rampa erbosa (traccia) verso sinistra si doppia lo spigolo, si percorre una breve cengia esposta e si arriva ad uno spigolo secondario che si doppia affrontando il passaggio più impegnativo: una sorta di gradino roccioso esposto e un po’ faticoso per quanto brevissimo (a mio parere è di III grado e qui potrebbe essere utile lo spezzone di corda per assicurare chi non si sente sicuro). Aggirato lo spigolo si procede verso l’alto su terreno ripido per erba e roccette (passaggi fino al II) sempre seguendo i numerosi bolli bianchi. Si raggiunge un tratto orizzontale della cresta, lo si segue a sinistra, poi (senza farsi ingannare da una traccia che traversa orizzontalmente il versante Sud-Ovest della montagna) si continua verso l’alto sempre per pendii erbosi e roccette (passaggi fino al II) ; si traversa quindi a sinistra (freccia bianca), poi si riprende a salire e si raggiunge una cengia: seguendola verso sinistra, si arriva sulla cresta sommitale: la si percorre sul lato sinistro (Nord-Ovest) e in breve si arriva sulla cima Sud del Pizzo di Claro, chiamata anche Visagno (2720 m), dove si trovano due croci metalliche e il libro di vetta. Il punto più alto (cima Nord, 2727 m) si raggiunge in cinque minuti seguendo la facile cresta sommitale verso Nord-Est (ore 1,15 dall’attacco; ore 4,20 dalla stazione di arrivo della funivia).
DISCESA. Tornati sulla cima Sud si continua per qualche minuto lungo la via percorsa in salita, fino ad individuare sulla destra una buona traccia con qualche vecchio segnavia (tre strisce di vernice bianco-rosso-bianco). Seguendo questa traccia, ci si abbassa lungo il versante Nord-Ovest della montagna su terreno detritico all’inizio piuttosto ripido; la traccia si sposta progressivamente verso il centro del versante raggiungendo una zona dove inizia ad affiorare l’erba. A circa 2440 m di quota la traccia gira a sinistra e, sceso un breve tratto di facili roccette, traversa verso Sud sotto una parete rocciosa. A 2355 m il sentiero compie un tornante e si abbassa verso il Lago di Canee (fin qui la discesa verso il lago era impedita da un salto di rocce invisibile ma intuibile dall’alto); sulla sinistra del tornante si stacca una traccia non segnalata che, prima in piano, poi in leggera salita, raggiunge la cresta erbosa del Pienloscion e la risale brevemente fino ad un ometto (2400 m c.a). Da qui si traversa pressoché in piano (terreno erboso ripido) verso Sud-Est fino a tornare sulla cresta che unisce il Pizzo di Claro al Piz de Molinera (ore 1,00 dalla cima). Qui ci si riunisce al sentiero percorso all’andata: passando per il Passo di Mem e per la Capanna Brogoldone, si arriva ai Monti di Savorù e alla funivia (ore 2,00 dal rientro sulla cresta del Piz Molinera; ore 3,00 dalla cima).
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BIBLIOGRAFIA e CARTOGRAFIA Sergio Papucci, I PIU’ BEI SENTIERI TRA LOMBARDIA E TICINO, Blu Edizioni, 2013 Carta Nazionale Svizzera 1:50.000, fogli 276, Val Verzasca, e 277 Roveredo
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