Pizzo di Trona, cresta Nord-Nord-Ovest

(Val Gerola - Orobie valtellinesi)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1160 m (considerando la perdita di quota per scendere al lago di Trona)

DURATA: 3,50h la salita; 3,00h la discesa

DIFFICOLTA': EEA (con un breve tratto F o PD a seconda del passaggio scelto)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: giugno 2015

 

Con i suoi 2510 m, il Pizzo di Trona è la cima più alta della Val Gerola, seconda sola al Pizzo dei Tre Signori (2554). Quest’ultimo, tuttavia, se ne sta appartato in fondo alla valle, poco visibile e, da questo lato, anche poco attraente dal punto di vista estetico. Il Pizzo di Trona impone invece la sua presenza e, soprattutto, la sua bella forma piramidale che domina ben quattro laghi, due artificiali (il Lago di Trona e quello dell’Inferno) e due naturali (il Lago Zancone e il Lago Rotondo). Dalla sua cima si gode un vasto panorama praticamente in ogni direzione.

 

La salita più frequentata, quella che descrivo in questa pagina, segue la cresta Nord-Nord-Ovest. E’ un’escursione davvero molto bella, al limite tra l’escursionismo impegnativo e l’alpinismo facile. Nella prima parte, quella più difficile, l’itinerario è attrezzato con catene metalliche, nella seconda, sulla piramide terminale, la salita è meno obbligata e si possono affrontare anche alcuni bei passaggi di arrampicata. Anche il percorso dell’avvicinamento, almeno quello che descrivo nella relazione, è molto bello: nel complesso, quindi, ne risulta una gita varia e assolutamente raccomandabile per chi sa muoversi con tranquillità sulle difficoltà indicate e senza temere l’esposizione di molti tratti della salita.

 

Difficoltà: la via è classificabile EEA, con un breve tratto alpinistico F oppure PD se si sceglie il passaggio più impegnativo. Materiale: portare il necessario per assicurarsi alle catene. Una corda (30 m sono sufficienti) può essere utile per affrontare i tratti più impegnativi (sulla piramide terminale ci sono alcuni spit).

 

ACCESSO STRADALE. Raggiunta la Valtellina, si arriva a Morbegno e da qui, seguendo le indicazioni, si imbocca la strada che risale la Val Gerola, aperta sul versante meridionale della Valtellina. Superato l’abitato di Gerola Alta (m 1053), si prosegue fino al Villaggio Pescegallo, lasciando l’auto nell’ampio parcheggio degli impianti sciistici delle Foppe di Pescegallo (m 1454).

 

ITINERARIO. Dal piazzale degli impianti ci si dirige a Ovest e, passando a valle della stazione di partenza della seggiovia, si imbocca una stradina sterrata verso un baita ben visibile un centinaio di metri più avanti. Poco prima della baita si imbocca sulla sinistra (cartelli indicatori, tra cui quelli per il Lago di Trona e il Pizzo dei Tre Signori) un sentiero evidente e battuto che sale nel bosco (segnavia rosso-bianco-rosso) con alcuni tratti ripidi. Ignorando alcune deviazioni minori, si raggiunge un bivio segnalato (cartelli indicatori) sotto la baita del Dossetto (1580 m). Lasciato a sinistra il sentierino che sale al Rifugio Benigni si prosegue diritti entrando nella suggestiva Val Tronella; si guada facilmente il torrentello che la percorre e, poco più avanti, si continua stando a sinistra di un altro corso d’acqua che si attraversa poco più in alto. Si sale (sentiero poco evidente) un pratone delimitato a sinistra da un muretto a secco che si traversa verso sinistra quasi al suo termine. Subito dopo si svolta decisamente a destra e si comincia a salire lungo il versante occidentale della Val Tronella seguendo un ripido sentiero ben marcato e sempre ben segnalato. Lasciato a sinistra il tracciato della Grande Via delle Orobie (GVO; bivio segnalato; 1815 m c.a), si inizia poco sopra un bel traverso pianeggiante che conduce verso Nord fino al panoramico dosso del Piic (1840 m c.a), dove si trovano una baita e una piccola pozza d’acqua. Si prosegue ora (cartello indicatori) verso Sud-Ovest, entrando nella Valle della Pietra lungo un bellissimo sentiero che, con un traverso pressoché pianeggiante e poi con una leggera salita, raggiunge una sella (1895 m c.a). Da qui, lasciato a sinistra il sentiero che entra nella Valle di Trona (cartelli indicatori), ci si abbassa fino a raggiungere il Lago artificiale di Trona (ore 1,40 dalla partenza). Fin qui i segnavia rosso-bianco-rossi sono stati recentemente rifatti; da qui in poi sono presenti ma sbiaditi. Percorso il muraglione della diga (1805 m), si rimonta il dosso soprastante (lasciare a destra il sentiero per il Rifugio Trona Soliva), dove si trova una baita. Da qui, proseguendo verso Sud-Ovest, il sentiero risale ripidamente un lungo pendio di sfasciumi rossastri dove si incontrano i resti di antiche miniere di ferro (si passa accanto all’imbocco di una galleria). Al termine della salita si raggiunge un ripiano (2095 m c.a) con due vecchi edifici poco sotto la casa dei guardiani della diga del Lago dell’Inferno (40 minuti dal Lago di Trona). Senza abbassarsi alla diga, si sale a sinistra (indicazione su un masso per il Pizzo Trona), si passa dietro la casa dei guardiani (altro masso con scritte in vernice) e, traversato un intrico di grossi massi, si prende un sentiero pianeggiante che si dirige verso Sud stando alto sopra il Lago dell’Inferno. Raggiunta in breve una stretta colata di detriti, (ometto), si abbandona il sentiero pianeggiante e si risale il ripido pendio (tracce sulla colata detritica e, alla fine, sul prato) che porta sulla cresta (2235 m c.a) che collega i Dentini di Trona al Pizzo di Trona. Seguendo una discreta traccia (qualche segnavia sbiadito), si percorre la cresta verso Sud incontrando presto il primo tratto attrezzato. Si tratta di una crestina di roccia affilata, aerea ed esposta (detta “la cavallina), lunga una decina di metri. Si procede più facilmente, ma sempre su terreno esposto (altre catene) e, tenendosi per un tratto sul lato sinistro della cresta, si raggiunge l’inizio del cosiddetto “lastrone”, una grande placca appoggiata, percorsa da alcune fessure e interamente attrezzata con catena metallica. Dopo il “lastrone” (dove termina la parte attrezzata dell’itinerario) la cresta torna facile (traccia di sentiero) e conduce in breve alla base della piramide sommitale. Ci si sposta a sinistra del filo e si raggiunge la base di un breve diedro di buona roccia: lo si può affrontare direttamente con arrampicata interessante (II, III all’uscita; uno spit un po’ sopra la partenza), ma lo si può anche evitare. Per farlo ci si sposta ancora un po’ a sinistra e si sale un altro breve diedro più facile (I/II). Superato l’uno o l’altro diedro, si prosegue arrampicando ancora per un breve tratto (I/II), poi il percorso diventa più facile, anche se ancora con qualche tratto esposto. Tenendosi sempre a sinistra del filo della cresta, ma senza allontanarsene troppo, si segue una successione di facili (I) canalini rocciosi (tracce di passaggio e qualche segnavia piuttosto sbiadito) uscendo infine sulla cresta sommitale un po’ a destra della croce e del grande ometto affacciato sulla conca del Lago Rotondo (2510 m; ore 1,30 dal ripiano 2095 m c.a; ore 3,50 dalla partenza).

 

DISCESA. Si segue l’itinerario della salita (3,00 ore dalla cima al parcheggio degli impianti sciistici delle Foppe di Pescegallo). Attenzione al bivio col sentiero della GVO (1815 m c.a): bisogna scendere a sinistra verso il fondo della Val Tronella, evitando di proseguire diritti.

 

Altre relazioni presenti su Internet propongono la discesa verso il Lago Rotondo, lungo il versante Sud-Ovest della montagna (sarebbe la cosiddetta “via normale”). Bisogna però affrontare, sotto la cima, un lungo tratto esposto che richiede “molta attenzione, perché il pendio è ripido ed è scivoloso, a causa del terreno friabile” (così si esprime relazione presente sul sito “valgerolaonline.it”). Noi non ci siamo fidati e abbiamo preferito il terreno più sicuro della via percorsa in salita (cosa che quindi ho ritenuto opportuno consigliare).

 

NOTA. L'attrezzatura della cresta è stata oggetto, alcuni anni or sono, di una vicenda piuttosto contrastata, che ha portato alcuni ignoti a rimuovere le catene. Molto probabilmente la situazione si è ormai stabilizzata: ci si può comunque informare presso i rifugi FALC (328.3432751) o Trona Soliva (340.3433090), che si trovano nelle vicinanze.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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