Pizzo Stella - Canalone centrale (N)

(Valle Spluga/Lombardia)

 

Ghiaccio&neve

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1720 m totali: 600 m fino al rifugio; 1120 m dal rifugio alla vetta (400 metri per il canalone)

DURATA: ore 1,30/1,45 fino al rifugio; ore 4,15 dal rifugio alla vetta

DIFFICOLTA': AD/AD+

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: giugno 2012

 

Ho salito per la prima volta il Pizzo Stella (3163 m), percorrendo il Canalone centrale della parete Nord, esattamente trent’anni fa, nel giugno del 1982. Era una delle mie prime esperienze su una parete Nord e le salite degli anni successivi, decisamente più impegnative, avevano offuscato i ricordi di quella giornata. Da allora le mie ambizioni alpinistiche sono molto cambiate, ma non è assolutamente diminuita la voglia di andare in montagna. Quest’anno, durante le due salite primaverili al Suretta e al Ferré, il mio sguardo si era posato più volte sull’inconfondibile piramide del Pizzo Stella e su quell’evidente canalone di neve. La voglia di salirlo di nuovo si è fatta concreta e così ci sono tornato per la seconda volta. E’ stata una bella salita, che però mi ha fatto toccare con mano i grandi mutamenti subiti dalla montagna e soprattutto dai ghiacciai, specialmente di quelli a bassa quota: nel giugno del 1982 il canalone era una bella linea nevosa che finiva direttamente sul ghiaccio della Vedretta dei Mortée, da cui lo separava la classica crepaccia terminale. Oggi (giugno 2012), alla sua base, quello che era un “grosso masso” che ne divideva in due la parte iniziale è diventato una vera e propria fascia di rocce che lascia un passaggio a sinistra, ben innevato solo fino all’inizio della stagione. La salita di questo canalone continua a essere una bella ascensione di media difficoltà (AD/AD+) che conduce su una cima molto interessante e caratterizzata da un grandioso panorama. Ritengo tuttavia che sia consigliabile affrontarla prima che la neve abbia abbandonato del tutto l’attacco: le rocce che emergono, pur non essendo probabilmente difficili, richiedono cautela perché poco solide o miste a detrito (non ho potuto verificare l’effettiva difficoltà delle rocce, perché noi ce la siamo cavata con un breve traverso su detriti instabili e un passaggio di II-). Questa convinzione è confermata dalle numerose relazioni che si possono leggere su altri siti Internet: pressoché tutte le salite sono state effettuate tra le fine di maggio e i primi di giugno. Direi proprio che questo sia il periodo migliore.

 

Il punto d’appoggio ideale è costituito dal bel Rifugio Chiavenna, costruito nell’idilliaca conca dell’Alpe Angeloga con il suo bellissimo lago in cui si specchia l’ampio versante settentrionale del Pizzo Stella con i suoi canaloni (non c’è solo il centrale: gli tengono compagnia il Canalone Vittoria e il Canalone Federica). L’ospitalità dei gestori è ottima (come la cucina). A loro ci si può rivolgere anche per avere informazioni preventive sulle condizioni della salita (telefono rifugio: 0343.50490).

 

ACCESSO STRADALE. Raggiunta Chiavenna, si segue la strada statale 36 dello Spluga, che percorre interamente la Valle Spluga, raggiungendo l’abitato di Campodolcino; da qui (cartello indicatore) si prende la strada che in 2,5 km conduce a Fraciscio (1341 m). Qui giunti, si segue la strada che sale a monte dell’abitato (via alle Soste) e si inoltra nella valle del torrente Rabbiosa fino alla località Soste (1442 m), dove termina l’asfalto e dove si trova un buon parcheggio.

 

ITINERARIO. Dal parcheggio di Soste si prosegue lungo la carrareccia sterrata che costeggia la sponda destra idrografica del torrente Rabbiosa (si può anche seguire un sentiero segnalato che per un buon tratto si tiene nel bosco a sinistra della sterrata per poi raggiungerla di nuovo prima del suo termine). Quando la stradina finisce, si prosegue lungo il bel sentiero segnalato (segnavia bianco-rossi) che, dopo un altro tratto sul fondo della valle, guadagna quota a Nord-Est, risalendo un lungo pendio erboso e con pochi alberi fin sotto una fascia di rocce. Da qui il tracciato traversa verso Est, si infila in una suggestiva valletta e infine raggiunge la conca dell’Alpe Angeloga dove, presso le case, si trova il rifugio Chiavenna (2044 m; ore 1,30/1,45 da Soste).

 

Dal rifugio, passando davanti alle case, si raggiunge la sponda orientale del lago e si sale a Sud-Est per dossi erbosi (buon sentiero segnalato; segnavia bianco-rossi) fino a un pianoro erboso. A circa 2160 m di quota, si lascia il sentiero segnalato che conduce al Passo Angeloga e si piega a Sud verso la ben visibile piramide del Pizzo Stella. Raggiunto (sentiero di nuovo evidente) un dosso morenico erboso su cui si trova un ometto di pietre (2304 m), si prosegue sempre verso Sud per dossi detritici raggiungendo, a 2500 metri di quota, il bordo settentrionale della conca pianeggiante della Vedretta dei Mortée che si stende alla base della parete settentrionale del Pizzo Stella. Abbandonate le tracce (qualche segnavia e qualche ometto) della via normale, si traversa il modesto ghiacciaio puntando alla base del Canalone centrale. Dopo aver rimontato un pendio progressivamente più ripido, si raggiunge l’attacco (2760 m; ore 1,45 dal rifugio).

 

Superata la strettoia iniziale sulla sinistra, si entra nel canale e lo si risale (inclinazione da 45° a 50°) portandosi a destra della rigola per evitare le possibili cadute di sassi dalla parete soprastante, di roccia cattiva. Giunti sotto le rocce che sbarrano l’uscita diretta, ci si sposta a destra e si esce su una crestina di facili roccette e neve a circa 3110 m di quota. In pochi minuti, seguendo la crestina, si raggiunge la cima (3163 m; ore 2,30 dall’attacco).

 

Con buone condizioni di innevamento si potrebbe tentare l’uscita diretta (la pendenza si avvicina per qualche tratto ai 60°) che però, stando a quanto mi hanno detto al rifugio, da tempo non è più seguita da nessuno; in ogni caso credo che questa soluzione implichi comunque il superamento delle rocce che sbarrano il canale, aumentando la difficoltà della salita.

 

DISCESA. Si svolge lungo la via normale (F). Dalla cima ci si abbassa lungo il filo della cresta SSW (innevato ad inizio stagione) fino a 3080/3075 m di quota; si traversa a destra in discesa su pendii detritici piuttosto ripidi (innevati ad inizio stagione) verso la cresta SW, raggiungendola a circa 3015/3010 m di quota. Da qui ci si abbassa a Nord su un pendio all’inizio abbastanza ripido, guadagnando un crestone morenico lungo il quale si scende fino al margine sinistro idrografico della conca pianeggiante della Vedretta dei Mortée. Qui ci si ricollega all’itinerario seguito in salita, seguendolo fino al rifugio (ore 2 dalla cima) e al parcheggio (50 minuti dal rifugio).

 

Il tratto iniziale, fino a quota 3015/3010 m, per quanto facile, richiede attenzione, specie quando è innevato, perché il terreno è a tratti ripido ed esposto. Da qui in giù, almeno fino a 2500/2300 m di quota, nel periodo consigliato per la salita del Canalone centrale, il terreno è completamente o quasi del tutto innevato.

 

 
 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

CARTA NAZIONALE SVIZZERA 1:50.000, foglio n. 267 - SAN BERNARDINO

Alessandro GOGNA, Angelo RECALCATI: MESOLCINA-SPLUGA, Guida dei Monti d'Italia, CAI/TCI, 1999

 

Ghiaccio&neve