Punta Giordani e Piramide Vincent(Cresta del Soldato e traversata delle cime) |
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 955 metri DURATA: 3,45 fino alla Punta Giordani, 1,30 dalla Punta Giordani alla Piramide Vincent DIFFICOLTA': prevalentemente II e II+; un tiro (25/30 metri) di III- con un passaggio di IV- AGGIORNAMENTO RELAZIONE: luglio 1998 (aggiornata al 2010 per l'avvicinamento con i nuovi impianti di risalita)
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Avevo spesso sentito parlare della Cresta del Soldato alla Punta Giordani, nel gruppo del Monte Rosa. Un amico l’aveva percorsa molti anni fa e ogni tanto, chiacchierando, tornava sull’argomento. Però non riusciva ad entusiasmarmi. Allora mi sembrava solo un modesto percorso con, al più, l’attrattiva di un bel tiro di roccia sulla grande placca che ne caratterizza l’ultimo tratto. Troppo poco: negli anni in cui anche per me “arrampicare era il massimo” solo le vie di un certo impegno mi parevano degne di attenzione. La Punta Giordani, nonostante i suoi 4000 metri, e la Cresta del Soldato, nonostante la sua bella placca, non godevano della mia considerazione. Poi, per tanti motivi, le cose sono cambiate e con esse anche il mio rapporto con la montagna. Ho incominciato a cercare sensazioni diverse da quelle, comunque straordinarie, che mi offriva l'arrampicata pura, con le scarpette ai piedi e, al massimo, uno zainetto leggero sulle spalle. Ho guardato ad altre dimensioni dell'alpinismo, puntando a salite tecnicamente più facili ma in ambienti carichi di suggestioni particolari, come gli spazi solitari e silenziosi, l'alta montagna, i ghiacciai. Così, in qualche maniera, è riaffiorata in me l'idea di questa salita e con Roberto, in una bella giornata di luglio, l'abbiamo realizzata, ricavandone sensazioni, se non esaltanti (non è il tipo di salita che può offrirle), certamente piacevoli (il che non è poco). La traversata della Punta Giordani e della Piramide Vincent permette infatti di salire due “quattromila” lungo un percorso molto panoramico e non particolarmente difficile. L’arrampicata è divertente e si tiene per lo più su difficoltà modeste (II/II+), con l’eccezione della grande placca sotto la cima della Punta Giordani, che è più difficile. La Cresta del Soldato, in realtà, è tutta la cresta che unisce la Punta Vittoria (m 3435) alla Punta Giordani. Il nome, assai singolare, le è stato assegnato da William Martin Conway, che la raggiunse nel 1884 insieme ad un soldato italiano, guardia di confine nell’anno del colera. Nell’itinerario qui proposto si percorre solo una parte della cresta, quella che costituisce la cresta sud-est della Punta Giordani. Nel 1998 io e Roberto abbiamo fatto la salita in giornata, partendo da Alagna con la prima corsa della funivia; poi la cosa è diventata problematica per il cambiamento degli orari e infine impossibile a causa della chiusura (nel 2007) della funivia che arrivava fino a Punta Indren. Dal 2010, con il completamento dei nuovi impianti fino al Ghiacciaio d'Indren, la salita si può fare di nuovo in giornata, verificando comunque prima gli orari di apertura delle funivie (vedi più sotto: "avvicinamento"). La salita si può comunque effettuare anche partendo dal Rifugio Città di Mantova, che si trova a 3470 metri alla base del piccolo Ghiacciaio del Garstelet. In questo caso, senza dover scendere fino a Punta Indren, si dovrebbe poter raggiungere l'attacco della cresta sud-est della Punta Giordani con una traversata tra i ghiacciai d'Indren e di Bors, passando da una sella che li mette in collegamento. Non ho potuto verificare sul terreno questo percorso, per cui rinvio alle informazioni che potrà fornire il custode del Rifugio Città di Mantova (telefono: 0163.78150). AVVICINAMENTO. Il punto di partenza della salita è la stazione di arrivo (m 3275) della nuova funivia che collega il Passo dei Salati (m 2980) al Ghiacciaio d’Indren. Il Passo dei Salati è raggiungibile con gli impianti di risalita sia da Gressoney (Val d’Aosta) che da Alagna Valsesia (Piemonte). Da Gressoney (località Stafal) si prende la cabinovia che porta all’Alpe Gabiet e poi quella che conduce al passo. Da Alagna si prende la cabinovia che porta all’Alpe Pinalunga e poi la funivia che conduce al passo (e che ha sostituito il vecchio impianto per Punta Indren, chiuso al termine della stagione invernale 2006/2007). Per l'apertura degli impianti e gli orari si può consultare il sito “monterosa-ski.com” oppure, cosa più consigliabile, telefonare ai numeri 0163.922922 se si parte da Alagna, o 0125.303111 se si parte da Gressoney ACCESSO AL RIFUGIO MANTOVA. Dalla stazione di arrivo degli impianti si raggiunge in pochi minuti il Ghiacciaio d’Indren e lo si risale verso nord guadagnando alcune decine di metri di dislivello; quindi si volge a nord-ovest e, praticamente in piano, si raggiunge la base della bastionata rocciosa che lo separa dal soprastante Ghiacciaio del Garstelet. Da questo punto, proseguendo verso ovest, si traversa (tracce evidenti e una corda fissa) verso il termine della barriera rocciosa e poi, volgendo a nord, si sale al Rifugio Città di Mantova (m 3470; 40 minuti dalla stazione della funivia). ITINERARIO. Per la salita della via riporto la relazione del percorso da me seguito partendo dalla stazione della vecchia funivia di Punta Indren, aggiornandola però in base alla nuova dislocazione degli impianti. Dalla stazione di arrivo dei nuovi impianti (m 3275) si raggiunge in pochi minuti il Ghiacciaio d'Indren e lo si risale brevemente verso nord-est guadagnando poche decine di metri di dislivello; quindi si volge a sud-est e, prima in piano poi in leggera discesa, si raggiunge la stazione di arrivo della vecchia funivia di Punta Indren (m 3260; 15 minuti). Da qui, in direzione nord, ci si porta sul ghiacciaio di Bors; lo si attraversa tutto in salita (attenzione ai crepacci), puntando ad una sella nevosa (quota 3700 circa) all’inizio del tratto più ripido della Cresta del Soldato (che coincide con la cresta sud-est della Punta Giordani). La salita della cresta non presenta particolari difficoltà; il percorso è logico ed evidente. Dopo i primi salti, attenendosi al filo (consigliabile), la roccia è nel complesso bella. Nell’ultimo tratto si incontra una notevole placca di roccia solida. La si supera con un tiro di 25/30 metri; la difficoltà è di III-, con un breve tratto centrale più difficile (IV-), ma ben protetto da due chiodi ravvicinati. Poco sopra si raggiunge la cima della Punta Giordani (m 4046 - ore 3,30 da Punta Indren; ore 3,45 dalla stazione di arrivo dei nuovi impianti). Si segue ora una cresta nevosa (facile) che, in leggera discesa, conduce alla base della cresta est-sud-est della Piramide Vincent. Il primo risalto si supera sulla destra, aggirandone uno spigolo grazie ad una cengia terrosa (facile ma esposta) e poi risalendone (rocce rotte ma abbastanza salde) il versante nord-est fino in cima. Si percorre ora un’aerea cresta nevosa (bellissimo il panorama sul sottostante ghiacciaio delle Piode) che conduce alla base del tratto roccioso finale. Lo si segue con bella arrampicata facile ed aerea (II/II+, roccia solida) fino alla calotta nevosa della sommità (m 4215 - ore 1,30 dalla Punta Giordani). La discesa avviene lungo la via normale. Scendendo in direzione nord-ovest si raggiunge la pista della via normale che sale alla Punta Gnifetti del Monte Rosa. Lungo questa, volgendo a sud, si arriva al Rifugio Gnifetti (m 3611) e da qui, passando per il sottostante Rifugio Mantova, si rientra alla funivia (ore 2/2,15). La facilità di questo percorso induce spesso a sottovalutare il fatto che ci si muove su un grande ghiacciaio non privo di crepacci (alcuni anche di notevoli dimensioni). La presenza della pista non deve assolutamente esimere dal comportarsi in modo adeguato alla situazione.
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BIBLIOGRAFIA: Gino Buscaini, MONTE ROSA (Guida dei Monti d'Italia) - CAI/TCI, 1991
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