Traversata del Resegone (Lecco/Lombardia)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: da 700 a 1450 m circa (la salita) a secondo dell'itinerario scelto DURATA:salita: da 4,10 a 7,45 ore a secondo del percorso scelto (tempo del giro completo) DIFFICOLTA': EEA (ferrate mediamente difficili) AGGIORNAMENTO RELAZIONE: luglio 2009
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L’immagine tradizionale del Resegone, consacrata tra l’altro dalle pagine iniziali dei Promessi Sposi di Manzoni, è quella di una successione lineare di punte, cosicché, quando si parla di “traversata” di questa cima, si può essere indotti a pensare che si tratti “semplicemente” di partire da una parte per arrivare dall’altra dopo aver scavalcato le varie sommità. In realtà l’orografia della montagna è più complessa e ha la forma di una sorta di grande X allungata: le traversate possibili sono quindi diverse. Quella che propongo in questa pagina si svolge dal versante lecchese del Resegone e, da Sud a Nord, collega il Passo del Fo alla Bocca d’Erna. Dal Passo del Fo raggiunge il Pian Serrada e quindi la cresta Sud del Resegone lungo la “Ferrata del Centenario”, poi prosegue fino al colletto dell’Om de Sass. Da qui raggiunge la vetta lungo la ferrata “Silvano De Franco”. Prosegue verso Nord fino alla bocchetta dove sale il Canalone Bobbio, lungo il quale si abbassa per poi traversare alla Bocca d’Erna. E’ un percorso molto bello e panoramico, abbastanza impegnativo (EE/EEA). Le due ferrate sono entrambe brevi e di media difficoltà, ma hanno caratteristiche diverse: la prima si svolge dapprima su placche verticali che si superano grazie a numerosi infissi, poi prosegue nel fondo di uno stretto canale con alcuni brevi salti; la seconda presenta una prima parte caratterizzata da numerosi passaggi verticali e si svolge su uno sperone di roccia bellissima cui segue una cresta molto più facile fino in cima.
La lunghezza dell’itinerario dipende molto dal modo in cui si decide di raggiungere il Passo del Fo e poi di tornare alla base una volta giunti alla Bocca d’Erna. In entrambi i casi sono possibili diverse soluzioni, per cui la mia descrizione dell’itinerario sarà così articolata: 1) accesso al Passo del Fo; 2) traversata del Resegone fino alla Bocca d’Erna; 3) discesa dalla Bocca d’Erna.
ACCESSO STRADALE. Utilizzando la Strada Statale 36 (superstrada), giunti a Lecco si prende l’uscita per la Valsassina e si segue la nuova strada (prevalentemente in galleria). La si lascia all’uscita per Versasio/Piani d’Erna e si seguono le indicazioni per la funivia che sale ai Piani d’Erna. La macchina si può lasciare nel vasto piazzale/parcheggio della funivia. Se invece non si arriva a Lecco con la superstrada bisogna comunque seguire le indicazioni per la Valsassina e poi quelle per la funivia dei Piani d’Erna.
ITINERARIO
1) ACCESSO AL PASSO DEL FO a. Dalla stazione di arrivo della Funivia dei Piani d’Erna. E’ l’itinerario più veloce, ma non il più semplice (specie con terreno bagnato, perché attraversa alcuni tratti piuttosto ripidi). Dalla stazione della funivia (m 1330) si scende lungo l’ampia strada sterrata arrivando in pochi minuti alla Bocca d’Erna (m 1291), da dove partono diversi sentieri segnalati. Si prende a destra il n. 5 (cartello indicatore). Il tracciato attraversa in piano i prati, poi entra nel bosco e, con alcuni saliscendi, perde leggermente quota fino ad i ncrociare (m 1220 circa) il sentiero n. 1. Lasciato questo itinerario che sale a sinistra verso la cima del Resegone, si prosegue (cartello indicatore) in leggera discesa, poi in piano o con qualche saliscendi attraversando (in prossimità della val Comera) una tratto piuttosto ripido (salti di roccia; catene). Superato il torrentello, il sentiero diviene decisamente più facile e prende a salire nel bosco raggiungendo il Passo del Fo (m 1284 – 50 minuti/1 ora dalla Bocca d’Erna; difficoltà EE; dislivello 80 metri, ma con diversi saliscendi).
b. Dal parcheggio della stazione di partenza della Funivia dei Piani d’Erna. E’ l’itinerario più facile, ma è decisamente più lungo del precedente. Dal piazzale/parcheggio della funivia che sale ai Piani d’Erna (m 602), prendere la stradina a destra della teleferica (cartello indicatore del sentiero n. 1 che sale al Resegone per la via normale). Si incontra subito un sentiero che scende nel bosco verso Est e, perdendo poco più di venti metri di dislivello, raggiunge una stradina asfaltata chiusa al traffico: seguirla verso destra fino al suo termine, davanti a un cancello. Imboccare la mulattiera che parte a sinistra del cancello e seguirla fin sotto le case di Costa; lasciare la mulattiera e salire a sinistra, attraversare le case (m 786) e proseguire fino alla Capanna Stoppani (m 894). A sinistra dell’edificio proseguire lungo il sentiero n. 1 (cartelli indicatori) che, dopo una breve risalita, compie un lungo traverso pianeggiante fino a guadare un torrentello. Poco dopo si abbandona il sentiero n. 1 che sale a sinistra e si prende a destra il sentiero n. 6 che sale al Passo del Fo. Ad un certo punto si giunge ad un bivio: la traccia che sale a sinistra è più marcata, ma non va presa, bisogna proseguire e abbassarsi un po’ per passare il sottostante torentello. Oltre questo punto, senza altri problemi, si segue il sentiero fino al Passo del Fo (m 1284; 2 ore dal parcheggio; difficoltà E; dislivello 700 metri).
c. Percorrendo la Cresta della Giumenta. Si tratta dell’itinerario più bello, ma anche del più lungo. Dal piazzale/parcheggio della funivia che sale ai Piani d’Erna (m 602), seguire l’itinerario precedente fino ad imboccare la mulattiera che parte a sinistra del cancello al termine della strada asfaltata. Si segue la mulattiera per un breve tratto, fino a incontrare un sentiero che si stacca sulla destra (cartelli segnalatori per Campo de’ Boi e per “La Madonnina”). Seguendo questo sentiero, con percorso pressoché pianeggiante si raggiunge il fondo della Val Comera e si passa il torrente su un ponticello, oltre il quale il sentiero sale abbastanza ripidamente. Poco dopo il ponte si incontra un bivio: si tiene la destra (corrimano in tubi di ferro) e si raggiungono in breve i prati e i grandi alberi di Campo de’ Boi (m 692). Proprio all’inizio del pianoro si incontra un cartello con l’indicazione “Magnodeno”: si segue un sentierino non molto evidente che sale a sinistra nel bosco e raggiunge in breve una stradina sterrata; la si segue verso sinistra incontrando quasi subito un bivio: seguire la stradina che sale a sinistra verso alcune case. A sinistra del cancello della più alta si ritrova il sentiero e lo si segue. A circa 810/820 metri di quota si trova un altro bivio. Il cartello (indicazione del sentiero 25A per il Magnodeno) invita a seguire il sentiero di destra che sale su terreno ripido fino alla radura pianeggiante de “i Grassi” (m 912), dove si trova un altro cartello indicatore. In fondo alla radura, si sale verso destra (sentiero 25A) e si raggiunge un costone boscoso lungo il quale si sale ripidamente. Ad un nuovo bivio (cartello) si prende il sentiero di sinistra e infine, con un traverso a destra, si raggiunge una piccola sella con betulle (“la Piazza” - m 1200 circa) sulla cresta che collega il Monte Magnodeno al Passo del Fo (ore 1,45 dal parcheggio della funivia). Ignorando il sentiero che volge a destra e sale al Monte Magnodeno lungo la cresta, si prosegue diritti, abbassandosi per pochi minuti sul versante meridionale della cresta fino ad incontrare un bel sentiero proveniente anch’esso dal Magnodeno. Si gira a sinistra lungo questo sentiero e si raggiunge una piccola fonte presso la quale si trova un bivio segnalato. Il sentiero di destra si dirige al Rifugio Alpinisti Monzesi (segnavia n. 24); quello di sinistra sale lungo la cresta (segnavia n. 23 per “Cresta Giumenta”). Si segue questo sentiero, raggiungendo in breve la cresta che si segue con diversi saliscendi. Si raggiunge così un tratto più ripido e roccioso: lo si supera con l’ausilio di molte catene e si arriva sulla Cima della Giumenta (m 1347), dove si trova una piccola croce metallica. Si scende lungo la cresta: un salto roccioso può essere superato lungo un ripidissimo caminetto (catena) oppure più facilmente lungo esposte roccette sulla destra (catena). Si raggiunge così un intaglio: da qui si può seguire un sentierino che taglia a destra su ripidi prati e consente di raggiungere il Passo del Fo evitando l’ultimo tratto di roccia. Oppure si può salire direttamente lungo la cresta affrontando qualche altro bel passaggio attrezzato fino sulla quota 1359 m (ritengo sia la Cima del Fo). Da qui, sempre lungo la cresta, si scende al Passo del Fo (m 1284; ore 1,15 dalla sella a 1200 m circa; ore 3 dal parcheggio della funivia; difficoltà EEA; dislivello 770 metri; 850 metri considerando anche i più importanti saliscendi della Cresta della Giumenta).
2) TRAVERSATA DEL RESEGONE Dal Passo del Fo salire verso Nord-Est (cartelli indicatori) fino all’attacco della “Ferrata del Centenario” che risale un profondo canale incassato nella muraglia rocciosa che sostiene il Pian Serrada (m 1310; 5 minuti dal passo). Il primo tratto è costituito da una successione piuttosto fitta di pioli metallici con cavo di assicurazione. In questo modo si superano abbastanza facilmente i primi 40 metri di dislivello, verticali ed esposti. Una catena ci guida allora nel fondo del canale (attenzione a non smuovere sassi) che si segue (esposizione ormai quasi nulla) superando alcuni brevi salti sempre con l’aiuto di pioli infissi nella roccia. Dopo 150 metri di dislivello (45 minuti) si esce sul margine meridionale del vasto prato inclinato del Pian Serrada e, seguendo il sentiero in direzione Nord-Est si sale a raggiungere il sentiero numero 1, lungo il quale si percorre la cresta meridionale del Resegone tenendosi sul filo o sul lato occidentale fino ad un rilevante salto roccioso. Si affronta allora, andando verso destra, il caratteristico “Passo della Sibretta” (un lastrone inclinato con catena), poi si prosegue traversando la testata di un ripido canalone erboso e raggiungendo una selletta dalla quale ci si affaccia sul Canalone di Val Negra. Volgendo a sinistra si prosegue lungo il lato orientale della cresta fino al punto in cui il sentiero traversa orizzontalmente a destra per raggiungere il fondo del Canalone di Val Negra. Si va a sinistra e si raggiunge di nuovo il filo di cresta ad un ripiano erboso caratterizzato da un curioso spuntone di roccia, il cosiddetto Om de sass (m 1750). A questo punto ci abbassiamo pochi metri sul versante occidentale della cresta e seguiamo il sentiero che, verso Nord, traversa fino all’attacco della ferrata “Silvano De Franco”, che percorre l’evidente sperone di roccia bianchissima posto a sinistra della cresta principale. Afferrata la grossa catena (non c’è cavo di assicurazione) si sale superando via via una serie di salti spesso verticali di roccia molto bella. Il tratto più difficile è costituito da una placca verticale di alcuni metri ed è facilitato da una staffa metallica infissa nella roccia. Superati i primi 60 metri di dislivello, che sono i più impegnativi, si prosegue un po’ più facilmente fino alla cresta finale (che è quella principale del Resegone), lungo la quale (catene presenti solo su alcuni passaggi) si raggiunge direttamente la cima del Resegone, m 1875 (45 minuti dall’attacco della ferrata; 2 ore dal Passo del Fo).
Dalla cima si scende al sottostante Rifugio Azzoni (m 1860). Da qui, volgendo a sinistra (Nord) si segue il sentiero n. 9 fino alla Selletta di Val Comera (a questo punto si può arrivare anche direttamente dalla cima, scendendo lungo la cresta per ripide tracce e superando infine un breve saltino roccioso di II grado). Si lascia il sentiero n. 9 (che percorre il Canalone Comera) e si prosegue lungo il n. 10. Si risalgono una trentina di metri verso la Punta Stoppani; prima di raggiungerla si traversa, stando sul lato orientale della cresta, e così si prosegue, sempre verso Nord, tagliando i versanti orientali della Punta Manzoni e del Dente, scendendo infine alla Selletta di Bobbio, dominata dalla rocciosa e verticale parete della Cima Pozzi (1740 circa; 20 minuti dalla cima).
Scendere a sinistra nel Canalone Bobbio seguendo l’evidente sentiero (ignorare un sentierno che si stacca in piano verso sinistra a circa 1700 m) che si avvicina al fondo del canale su terreno via via più ripido ma facile (attenzione solo a non smuovere sassi). Si arriva così al tratto roccioso, attrezzato con catene, nel punto più stretto e ripido del canale, tra i 1600 e 1540 metri. Poi si scende più facilmente ancora un breve tratto del canale uscendone a destra (sentiero evidente) intorno ai 1500 metri. A questo punto inizia una bella traversata verso Nord-Ovest, in direzioone della Bocca d’Erna. Il sentiero attraversa, con alcuni saliscendi e alcuni tratti attrezzati, pendii talvolta piuttosto ripidi che richiedono attenzione, soprattutto con terreno bagnato o ghiacciato. Alla fine giungiamo ad alcune delle case dei Piani d’Erna, scendiamo a Ovest lungo una stradina e scendiamo alla Bocca d’Erna (m 1291, 50 minuti dalla Selletta di Bobbio; 1,10 dalla cima).
3) DISCESA DALLA BOCCA D’ERNA a. Con la funivia. Percorrendo l’ampia strada sterrata verso Ovest, si risale in pochi minuti alla stazione di arrivo della Funivia dei Piani d’Erna, grazie alla quale, senza fatica, torniamo alla macchina.
b. Lungo i sentieri n. 7 e n. 1. Dalla Bocca d’Erna prendere a sinistra il sentiero n. 7 (cartelli indicatori per il Passo del Fo e il Rif. Alpinisti Monzesi). Il sentiero scende evidente nel bosco e, dopo aver superato un nucleo di baite, arriva alla radura del Pian del Fieno, dove si incrociano alcuni sentieri. Si prende il n. 1 che scende a sinistra, sempre nel bosco, e, dopo diversi tornanti, raggiunge e supera un torrentello a 950 m circa. Prosegue poi con un lungo traverso quasi pianeggiante e raggiunge il Rifugio Stoppani (m 894). Da qui si scende alle case di Costa (m 786), sotto le quali si incrocia una bella mulattiera acciottolata; si gira a destra e, lungo la mulattiera, si raggiunge una strada asfaltata (chiusa al traffico) che parte da un cancello. Seguendo la strada verso Nord si arriva sotto la stazione di partenza della funivia: si abbandona la strada asfaltata (cartelli indicatori) e con una breve risalita a sinistra si arriva al piazzale/parcheggio della funivia dei Piani d’Erna (m 602; ore 1,20 dalla Bocca d’Erna).
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