Taou Blanc dal Pian del Nivolet

(Gruppo del Gran Paradiso)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 936 m (calcolando la breve perdita di quota prima del Colle del Leynir)

DURATA: 2,50/3,00h (salita), 1,50h (discesa)

DIFFICOLTA': E (fino al Colle del Leynir); EE (dal colle alla cima)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: settembre 2022

 

Montagna assai caratteristica soprattutto per l’ampio pendio di fine detrito che scende verso Sud-Ovest (quello lungo il quale si svolge la via normale), il Taou Blanc (3438 m) è la più alta delle cime facilmente raggiungibili dal Pian del Nivolet (poco sotto l’omonimo Colle). La sua salita è molto interessante soprattutto per la bellezza dell’ambiente attraversato e per la vastità del panorama che si gode sia durante la salita che dalla cima. La via normale, abbastanza frequentata, non presenta particolari difficoltà ed è classificabile EE solo dal Colle del Leynir (raggiunto da un evidente sentiero), in particolare nel primo tratto, lungo il quale occorre superare una cengetta ascendente che permette di raggiungere il lungo pendio terminale. Naturalmente questa valutazione si riferisce alle normali condizioni estive, quando la salita alla cima è priva di neve (altrimenti le difficoltà aumentano e potrebbero essere necessari piccozza e ramponi).

 

Quanto al nome un po’ particolare di questa montagna, riporto quanto scritto sulla guida del CAI/TCI dedicata al Gran Paradiso (1963).  In passato il Taou Blanc veniva chiamato anche “Tout Blanc”, ma si tratta di una forma errata «poiché il vero toponimo è “Taou Blanc”. Il dialettale “Taou” indica una roccia calcarea, di color giallo più o meno chiaro, fino al giallastro [...]. Sulle pendici della Vaudala, della Punta Rosset, del Taou Blanc si riscontrano potenti vene di calcare triassico [...]. Poiché il Taou Blanc è la montagna più eminente di questa zona, e poiché si trovano sui suoi fianchi vene particolarmente chiare, quasi bianche, del suddetto calcare giallo-biancastro, esso ne è diventato il simbolo, il campione».

 

ACCESSO STRADALE. Si risale interamente la Valle dell’Orco, raggiungendo i laghi artificiali del Serrù e dell’Agnel e quindi il Colle del Nivolet (2612 m). Dopo il colle, la strada asfaltata si abbassa con qualche tornante fino all’area di parcheggio presso i Laghi del Nivolet e il Rifugio Savoia (2532 m).

 

ITINERARIO. Alle spalle del rifugio, sulla destra, imboccare l’ampio sentiero che, con un solo tornante sinistrorso, porta alle vicine baite dell’Alpe Riva (2616 m). Da qui, verso destra, proseguire in direzione Nord guadagnando quota dolcemente e raggiungendo i Piani del Rosset, costellati di laghi (panorama molto bello in ogni direzione). Il sentiero (molto evidente anche se i segnavia dell’itinerario 3b sono quasi del tutto assenti) costeggia sulla destra (Est) il grande Lago Rosset (2703 m) stando più in alto rispetto alla sua superficie. Poi affronta con alcuni tornanti un tratto più ripido (sulla destra si vedono i Laghi dei Tre Becchi) e, raggiunta un’altra zona quasi pianeggiante, raggiunge una sorta di colletto alla base della cresta Est-Sud-Est della Punta Bes (ben visibile verso Nord da quando si raggiungono i Piani del Rosset). Dal colletto, il sentiero si abbassa per una trentina di metri e raggiunge il fondo del vallone che porta al Colle del Leynir, dominato dall’omonima punta e, a destra, dal Taou Blanc (anch’esso ben visibile a Nord  da quando si arriva sui Piani del Rosset). Si risale il vallone (sul fondo o sulla sponda sinistra idrografica) con percorso sempre evidente in un ambiente caratterizzato dai prevalenti colori rossastri delle rocce e dei detriti (talvolta fini come sabbia) e si raggiunge l’ampia sella detritica del Colle del Leynir (3084 m; ore 1,50/2,00 dalla partenza), dominato a sinistra dalla cresta Nord-Est dell’omonima punta e a destra dal versante Sud-Ovest del Taou Blanc. Dal colle ci si affaccia sulla Valle di Rhêmes, ammirandone le cime, dalla Tsanteleina alla Granta Parei, dalla Grande Traversiere alla Grande Rousse. In lontananza appaiono invece la Grande Sassière, verso Sud-Ovest, e il massiccio del Monte Bianco, verso Nord-Ovest.

 

Dal Colle del Leynir si prosegue su un’ottima traccia verso Nord (versante Valle di Rhêmes) in direzione di una sorta di pulpito di roccia grigia; poco prima di arrivarvi si piega a destra e si comincia a salire il pendio Sud-Ovest del Taou Blanc (ci sono alcuni ometti di pietra). Si incontra subito un bivio: conviene tenere la sinistra (vedi NOTA 2) e raggiungere l’inizio di una cengia diagonale che sale verso destra e taglia le placche appoggiate che caratterizzano questo tratto del pendio. Con un po’ di attenzione, ma senza particolari difficoltà, si sale lungo la cengia e si raggiunge il vasto pendio detritico che porta alla cima. Lungo il pendio sale una buona traccia che, con diversi tornanti e su terreno progressivamente più ripido, raggiunge le roccette della cima. Pochi facili passaggi rocciosi (I) portano sul punto culminante dove si trova (dall’estate 2022) una piccola croce (3438 m; ore 1,00 dal Colle del Leynir; ore 2,50/3,00 dalla partenza). Il panorama che si gode dalla cima è vastissimo in ogni direzione.

 

DISCESA. Si segue lo stesso itinerario (ore 1,50 dalla cima al parcheggio).

 

NOTA 1. A inizio stagione, lungo il vallone che porta al Colle del Leynir è possibile incontrare ancora alcuni nevai che, però, se la neve non è ghiacciata, non dovrebbero creare particolari problemi.

 

NOTA 2. Se invece si prosegue diritti (tracce) si raggiungono delle rocce giallastre più ripide sul filo della cresta che scende verso il Colle del Leynir. Si possono superare seguendo un corto canalino di rocce un po’ friabili che si imbocca poco prima del filo di cresta e che sale verso sinistra. Le difficoltà non sono eccessive (I+/II-), ma il percorso indicato nella relazione è certamente più facile e più agevole.

 

 
 
 
 
 

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