Traversata del Monte Togano

(da Santa Maria Maggiore a Trontano - Val Vigezzo/Piemonte)

 

Escursionismo

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1° giorno: 890 m (salita), 130 m (discesa); 2° giorno: 890 (salita), 1970 m (discesa)

DURATA: 1° giorno: 2,45/3,00h; 2° giorno: 3h (salita), 3,40 (discesa)

DIFFICOLTA': EE lungo le creste (E l'avvicinamento e la discesa dalla Colma di Basangrana)

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: settembre 2005

 

Splendido percorso sulle montagne tra la Val Vigezzo e la Val Grande, la traversata che qui propongo in due giorni consente di vivere un’esperienza per lunghi tratti “a fil di cielo” seguendo un itinerario poco battuto, ma a mio parere molto bello per la varietà degli ambienti attraversati e per il panorama che si gode non solo dalle creste (dal Monte Rosa fino al Lago Maggiore), ma anche tra la Cappella di Larecchio e il rifugio del CAI Vigezzo.

L’itinerario sfrutta in parte buoni sentieri evidenti e/o segnalati (da Santa Maria Maggiore al rifugio CAI Vigezzo, da qui all’alpe Al Geccio e poi dalla Colma di Basangrana fino a Trontano), in parte tracce ora evidenti ora un po’ meno (da Al Geccio fino alla Colma di Basangrana) lungo pascoli, pietraie, creste abbastanza aeree e pendii talvolta ripidi. I passaggi rocciosi (pochissimi) sono evitabili e comunque non sono difficili (I). Il percorso delle creste è per escursionisti esperti (EE), l’avvicinamento e la discesa dalla Colma di Basangrana sono più semplici (E). Una buona visibilità è un requisito meteorologico necessario, sia per il panorama, sia per potersi muovere tranquillamente dove sentieri e segnavia non sono presenti.

Dal punto di vista logistico, occorre risolvere il problema posto dalla distanza tra il punto di partenza e quello di arrivo, complicato dal fatto che bisogna ritirare e restituire le chiavi del rifugio del CAI Vigezzo. Se non si dispone di due macchine (e non si vuole ricorrere all’autostop), bisogna sfruttare la linea ferroviaria Vigezzina. Io ho fatto così: ho lasciato la macchina a Trontano, ho preso il treno fino a Santa Maria Maggiore, ho ritirato le chiavi e sono salito al rifugio. Arrivato a Trontano sono tornato in macchina a Santa Maria Maggiore per riconsegnare le chiavi. Trovo che questa sia la soluzione migliore perché consente di arrivare a Trontano senza dover fare i conti con gli orari dei treni. In ogni caso, ognuno può organizzarsi come preferisce. Do qui di seguito alcune indicazioni utili.

Per gli orari dei treni ci si deve rivolgere alla SSIF (Società Subalpina di Imprese Ferroviarie) di Domodossola, che gestisce la linea Vigezzina: telefono 0324.242055. Solitamente al mattino, tra le 7,30 e le 10,30, ci sono dei treni che fermano a Trontano ad intervalli di circa un’ora (gli orari subiscono qualche variazione di anno in anno).

Il rifugio del CAI Vigezzo è una baita ristrutturata. Ha 24 posti letto ed è attrezzato con cucina a gas, stufa a legna, servizi igienici, illuminazione elettrica e acqua corrente. Per le chiavi bisogna rivolgersi al CAI Vigezzo di Santa Maria Maggiore: la sede (telefono: 0324.94737) è aperta il venerdì sera dalle 20,30 alle 22,00 e il sabato pomeriggio dalle 17,30 alle 18,30. Sono orari poco compatibili con le esigenze di chi arriva da lontano, però le chiavi (che comunque devono essere richieste alla sede) vengono fatte trovare presso il bar Locarno di Santa Maria Maggiore (dove verranno poi riconsegnate insieme al pagamento dovuto per l’utilizzo del rifugio).

La partenza dell’itinerario si trova in località Stalle Pranero, a Santa Maria Maggiore, presso il maneggio e il parcheggio di camper e roulotte (m 810 circa). Nell’ampio piazzale si noterà facilmente il cartello del Parco Nazionale Val Grande che indica l’inizio del Sentiero Natura, lungo il quale si svolge la salita al Rifugio CAI Vigezzo all’alpe Al Cedo.

Dietro il cartello si entra nel bosco e si va verso destra incontrando subito un cartello indicatore; seguendo l’indicazione ci si dirige verso Sud; si incontrano altri due cartelli in corrispondenza di altrettanti “incroci”: dopo il secondo si inizia decisamente a salire nel bosco seguendo i tornanti di una bellissima mulattiera. Si raggiunge così una piccola area di sosta (m 1460 circa) proprio sul filo della Costa di Fracchia. Da qui (cartello indicatore) si volge a destra, entrando in un vallone secondario, tributario della Val Loana. Si passa poco sotto l’alpe Cima e si raggiunge in leggera salita il fondo del vallone (bella vista sulla Val Vigezzo verso Malesco e Re). Si prosegue traversando in un rado lariceto l’opposto versante del vallone fino a raggiungere la cresta dove sorge la Cappella di Larecchio (m 1694; ore 2,00/2,15 da Santa Maria Maggiore), posta in magnifica posizione panoramica sulle valli circostanti (Val Vigezzo, Val Loana e Valle del Basso).

Dalla cappella si prosegue in piano entrando verso Sud-Ovest nella Valle del Basso. Alla prima baita (ristrutturata) si trovano due cartelli (Aula didattica e Sentiero Natura) che indicano di salire verso destra: è invece meglio prendere il sentiero subito sotto la baita; passati davanti ad una cappelletta si continua in piano inoltrandosi lungo i ripidi prati che scendono in Valle del Basso: il sentiero è stretto ma ben visibile. Più avanti si incontrerà, presso un bivio con cartelli, il Sentiero Natura che scende da destra (è quello che proviene dall’Aula didattica). Si continua a traversare più o meno in piano raggiungendo le case di Al Saldè (m 1640), dove si trova una bella fontana e una cappelletta con un dipinto particolarmente suggestivo per la sua semplice ingenuità stilistica (tutto questo tratto, dalla Cappella di Larecchio, è molto panoramico: bellissimo il colpo d’occhio sui numerosi alpeggi della Valle del Basso e, più lontano, sulla conca dell’alpe Bondolo, dominata dalle pareti del Pizzo Stagno e del Pizzo dei Diosi).

Da Al Saldè si prosegue ancora un po’ in piano e poi si scende arrivando sui moderati declivi erbosi dove sono sparse le numerose case dell’alpe Al Cedo (la maggior parte delle quali è in stato di abbandono). Nei pressi di quelle mediane (ancora usate in estate da una coppia di pastori con i loro animali: mucche, capre e maiali) si trova il rifugio del CAI Vigezzo (m 1565; ore 0,30/0,40 dalla Cappella di Larecchio; ore 2,45/3,00 da Santa Maria Maggiore).

Dal rifugio salire dietro l’edificio, lasciare a destra l’itinerario di accesso e salire verso sinistra alle case più alte dell’alpeggio. Da qui, sempre verso sinistra, si entra in leggera discesa nel canalone dove scorre il Rio del Castello. Il sentiero attraversa una paretina rocciosa (cavetto metallico; nessun problema in condizioni normali), poi, oltre il guado, si continua a traversare in direzione Sud e, con leggera salita, si raggiunge e si oltrepassa una dorsale erbosa oltre la quale, verso destra, si sale in breve all’alpeggio di Al Geccio (m 1770 circa; caricato in estate), con le sue grandi stalle e la bella fontana a due vasche.

A monte dell’alpe si sale all’area di sosta dove termina il Sentiero Natura, quindi al piccolo edificio dell’acquedotto e alla cresta da cui ci si affaccia sul vallone del Rio del Castello (si vede bene il gigantesco roccione del “Castello”). Lasciato a destra il sentiero che scende nel vallone si prosegue verso Ovest lungo la cresta (tracce abbastanza evidenti e qualche ometto). A quota 2050 m circa si incontra un cartello segnalatore in prossimità di un piccolo sbarramento sul Rio del Castello. Si continua verso Ovest entrando nel valloncello dove scorre il torrente (si incontra subito una presa dell’acqua) e si raggiunge la conca dove si trovano i laghetti effimeri del Geccio (m 2100 circa). Senza raggiungere i laghetti (sono più a Nord, verso il Pizzo Ragno) si sale verso sinistra (Sud), mirando ad un colletto caratterizzato da una evidentissima vena di quarzo bianco. Non ci sono tracce ma il terreno (prato e piccole pietraie) non pone problemi: si arriva così in cresta ad una insellatura (m 2210 circa) pochi metri a destra del colletto con la vena di quarzo (ore 1,40 da Al Cedo). Da qui ci si affaccia sulla Val Grande.

Si segue ora la traccia che, verso destra, percorre la cresta in direzione del Pizzo Nona, raggiungendo in pochi minuti la quota 2250 m circa, una sorta di anticima del Pizzo Nona stesso. Da qui si abbassa verso Sud-Ovest una cresta erbosa a tratti abbastanza ripida ma facile che, in breve, porta (tracce) al passo Biordo (m 2061; ore 0,20 dal colletto 2210 m).

Dal passo si sale al Monte Togano seguendone la cresta Est lungo una traccia che si tiene quasi sempre sui ripidi pendii erbosi del versante valgrandino: all’inizio la traccia è pianeggiante, poi si alza verso la cresta e raggiunge la quota 2299 m dove è posto un piccolo ripetitore radio (nel primo tratto dopo il Passo Biordo, se ci si tiene vicini al filo, si incontrano alcuni brevi passaggi rocciosi più o meno impegnativi a seconda del percorso). Dalla quota 2299 m si percorre la cresta sommitale fino al punto culminante, dove si trova un ometto (m 2301; ore 1 dal passo Biordo). Questo tratto di cresta può essere percorso lungo il filo (aereo e in qualche punto esposto ma facile: c’è qualche breve passo di I) oppure lungo una buona traccia che corre sul versante valgrandino.

La discesa alla Colma di Basangrana avviene lungo la cresta Sud-Ovest. All’inizio ci si tiene sul filo o appena un poco sul versante che scende in Val Grande: il percorso è un po’ ripido all’inizio ma nel complesso è facile. A quota 2200 m circa la cresta diminuisce di pendenza e diviene quasi orizzontale prima di farsi rocciosa nell’ultimo tratto che scende alla colma. Bisogna allora abbandonarla scendendo a sinistra (Val Grande) un pendio erboso foggiato a valloncello. Il terreno non è molto ripido e qualche traccia si trova: perdendo quota bisogna tendere a sinistra in modo da raggiungere una sorta di costola erbosa all’inizio poco pronunciata: scendendo lungo di essa (traccia via via più visibile) si arriva ad uno speroncino roccioso prima del quale si incontra il sentiero (qui ben evidente) che proviene dalla Costa Torriggia. Siamo a circa 2070 metri. Voltando a destra si traversa, prima in discesa poi in leggera salita, fino alla Colma di Basangrana (m 2070) che si raggiunge in una decina di minuti. Seguendo le tracce evidenti si arriva all’ometto che segnala il punto in cui transita il sentiero che attraversa il passo (ore 0,30/0,40 dal Monte Togano).

Per scendere a Trontano si segue il sentiero evidente che si abbassa a Nord verso la Val Vigezzo; a circa 1900 metri il sentiero inizia a traversare verso sinistra prima in leggera discesa poi in piano fino a raggiungere la Costa dei Bagnoli a 1760 metri circa. Si percorre per qualche minuto il sentiero lungo la dorsale e poi ci si abbassa a sinistra scendendo con ripide svolte fino al pascolo dell’alpe Campo, costituita da due nuclei di baite: ci si porta verso quelle di sinistra, ristrutturate (bella fontana di pietra). Sotto le case si riprende a scendere, si traversa verso sinistra il valloncello e ci si porta sulla dorsale dove sorge l’alpe Parpinasca, raggiungendo la grande costruzione del rifugio (m 1210) attualmente (settembre 2005) ancora chiuso. Dalla Colma di Basangrana a qui, il sentiero, oltre che evidente, è anche segnalato (rettangoli bianchi e rossi).

Sotto il rifugio ci si abbassa lungo un prato dove le tracce si confondono nell’erba, si attraversa un boschetto e si arriva a un pascolo con alcune baite; davanti alle baite si piega a sinistra e si rientra nel bosco: ora il sentiero diventa largo ed evidente. Lo si percorre fino ad incontrare la strada sterrata proveniente dal parcheggio di Faievo. Si segue in discesa la sterrata per pochi minuti, prestando attenzione per individuare un sentiero che si stacca a destra: imboccato questo sentiero lo si segue giungendo a Faievo (fontana) e poi al parcheggio (cartello del Sentiero Natura) dove arriva la strada che sale da Trontano (m 960 circa; ore 2,15 dalla Colma di Basangrana).

Seguendo la strada si arriva senza problemi a Trontano, punto di arrivo della traversata. E’ però più bello (e più veloce, se non si trova un passaggio) seguire la mulattiera lungo cui si svolge il Sentiero Natura. Per questo si scende lungo la strada fino al secondo tornante, dopo il quale si incontra il pannello n. 8 del Sentiero Natura. Poco più a valle di questo pannello si imbocca la mulattiera che scende a sinistra (c’è anche una mulattiera che prosegue in piano verso destra e che è indicata come Sentiero Natura: porta anch’essa a Trontano, ma con un giro più lungo). Seguendo il suo tracciato, che talvolta incrocia la strada, si arriva in paese (m 520; ore 0,40 da Faievo; 3 ore circa dalla Colma di Basangrana)

 

 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Paolo Crosa Lenz, VAL GRANDE - ESCURSIONI STORIA NATURA, Ed. Grossi, 1996

Teresio Valsesia, VALGRANDE ULTIMO PARADISO, Ed Alberti, 1985 (1a edizione)

PARCO NAZIONALE DELLA VALGRANDE, cartina 1:30.000, Edizione "Cartine Zanetti", 2002

Carta nazionale della Svizzera, foglio 285, DOMODOSSOLA

 

   
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