Valmalenco: sui sentieri dell'Alta Via - Seconda tappa

Dal Rifugio Cristina al Rifugio Bignami

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Dal Rifugio Cristina (2226 m) si segue verso Nord il sentiero che in pochi minuti raggiunge una croce; da qui, dopo aver lasciato a destra il sentiero per il Passo degli Ometti, si prosegue verso Est attraversando un vasto pianoro alle pendici del Pizzo Salino (traccia ampia ma poco visibile perché inerbita e con pochi segnavia) fino a incontrare un bivio segnalato (cartello indicatore per il Passo di Campagneda). Si lascia a destra l’itinerario che sale al Pizzo Scalino e si va a sinistra attraversando un pianoro erboso. Passato un torrentello su un ponte, si scende leggermente in una sorta di valletta e si piega a destra (attenzione ai segnavia), salendo a un colletto a sinistra di una formazione rocciosa. Da qui (sentiero ora evidente) ci si abbassa dolcemente nel vasto Piano di Campagneda (si perdono 30 metri di dislivello) e si prosegue verso Nord-Est fino a incontrare il sentiero che proviene dall’Alpe Campagneda (2310 m c.a). Si prosegue salendo verso Nord-Est lungo una valletta, si passa a destra di un primo lago (2347 m; si tratta di uno dei Laghi di Campagneda) e si prosegue verso ENE per una serie di vallette. Si passa a destra di un secondo laghetto, poi se ne costeggia un terzo sulla sinistra e infine si raggiunge il più alto dei Laghi di Campagneda (2490 m c.a), che si lascia sulla sinistra. Da qui si sale ripidamente su terreno detritico e in parte roccioso; si supera un breve tratto attrezzato (facile; catena e scalini di ferro) e si prosegue raggiungendo una valletta di erba e detriti, aperta e poco inclinata, lungo la quale si raggiunge l’ampia sella del Passo di Campagneda (2626 m), caratterizzato da un curioso arco di legno (ore 1,50 dal Rifugio Cristina).

 

Dal Passo di Campagneda ci si abbassa verso Sud-Est seguendo un buon sentiero (senza segnavia). Si scende fino al ponte (2520 m c.a) sul torrente che scende dal Ghiacciaio di Pizzo Scalino; lo si attraversa, si risale per una decina di metri e si prosegue verso Est-Sud-Est; si lascia a destra un secondo ponte e si raggiunge verso sinistra il cippo di confine tra Italia e Svizzera (2510 m c.a). Da qui (cartelli indicatori) si prosegue a sinistra, si passa accanto a un micro laghetto e si raggiunge una sorta di colletto roccioso (qui ricominciano i segnavia); ci si abbassa a sinistra, poi si traversa a destra  su facili rocce (un brevissimo passo attrezzato) e si arriva all’intaglio del Passo di Canciano (2464 m; ore 0,30 dal Passo di Campagneda; ore 2,20 dal Rifugio Cristina).

 

Si scende ora verso Nord-Ovest nella bellissima Val Poschiavina; il primo tratto è più ripido, poi si prosegue in leggera discesa; il sentiero diventa presto una sorta di larga pista e, percorrendo l’intera vallata sulla destra idrografica, raggiunge l’Alpe Val Poschiavina (2228 m; ore 1,00 dal Passo di Canciano; ore 3,20 dal Rifugio Cristina).

 

Dall’Alpe Val Poschiavina si prosegue verso Sud-Sud-Ovest lungo la stradina di accesso fino al ponte sul torrente. Prima del ponte si prende a destra (cartello indicatore per l’Alpe Gembrè e il Rifugio Bignami) e si segue un buon sentiero che si abbassa verso il Lago di Gera; lo si costeggia verso Nord, si passa sotto un caratteristico tetto roccioso (2140 m c.a) e poi si ricomincia a salire raggiungendo le poche case dell’Alpe Gembrè (2217 m; ore 0,45 dall’Alpe Val Poschiavina; ore 4,05 dal Rifugio Cristina).

 

Dall’Alpe Gembrè il sentiero compie un lungo semicerchio in senso antiorario alla testata della valle riempita dal Lago artificiale di Gera e dominata dalle bastionate rocciose che sostengono il soprastante Ghiacciaio di Fellaria. Il sentiero dapprima si abbassa fino a 2135 m c.a, poi ricomincia a salire. Percorrendo questo semicerchio si superano cinque torrentelli su dei ponti di legno e poi si raggiunge il sesto ponte, che si trova ai piedi della grande e spettacolare cascata di Fellaria. Oltrepassato il torrente, si sale con diversi tornanti e alcuni traversi lungo un ripido pendio erboso; si passa un ultimo corso d’acqua (settimo ponte) e, ancora con diversi tornanti e brevi traversi, si raggiunge il dosso panoramico dove si trova il Rifugio Bignami (2385 m; ore 0,55 dall’Alpe Gembrè: ore 5,10 dal Rifugio Cristina).

 

NOTA. Qualora il percorso tra l’Alpe Val Poschiavina e il Rifugio Bignami passando per l’Alpe Gembrè (come descritto nella relazione) non fosse agibile per problemi relativi alle condizioni dei torrenti e dei sette ponti che li scavalcano, è possibile seguire un altro percorso, di durata e dislivello pressoché identici. Passato il ponte dopo l’Alpe Val Poschiavina si scende verso Sud-Ovest lungo il lago fino alla Diga di Gera (2130 m), la si attraversa e si sale al Rifugio Bignami lungo il normale percorso di avvicinamento. Per l’agibilità del sentiero che passa dall’Alpe Gembré, si può chiedere al Rifugio Bignami quando si chiama per prenotare.

 

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