La falconeria al castello di Vezio
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Le origini della falconeria, cioè l’arte di allevare i falconi e di addestrarli per la caccia, affondano nella preistoria e si collocano in Oriente. Da lì, probabilmente attraverso le migrazioni di popoli provenienti dalla Russia, arrivò in Europa nel corso dell’Alto medioevo per diventare poi un’istituzione tipica della società feudale. Celeberrimo è il trattato scritto dall’imperatore Federico II di Svevia, il De arte venandi cum avibus (Sull’arte della caccia con gli uccelli), un vero e proprio manuale ricco di splendide illustrazioni. E come non ricordare due famose novelle del Decameron di Boccaccio nelle quali questa tecnica di caccia è nominata esplicitamente? Chichibio cuoco deve cucinare una gru che il suo signore, Currado Gianfigliazzi, ha catturato il giorno prima con un falcone e Federigo degli Alberighi, ridotto in miseria, si ritira in campagna avendo come sola compagnia il suo amatissimo falcone col quale può dedicarsi alla caccia. Con l’invenzione e il perfezionamento delle armi da fuoco, dal XVII secolo la falconeria fu abbandonata e addirittura, all’inizio del XX secolo, i rapaci, compresi i falchi, iniziarono a essere considerati nocivi e quindi cacciati fino a metterne a rischio la sopravvivenza. Contro questa tendenza nacquero, in ogni parte del mondo, centri di recupero dei rapaci, ma anche società di appassionati e organizzazioni che si proponevano di riprodurre e di allevare in cattività questi uccelli, rilanciando anche l’antica arte della falconeria. Presso il castello di Vezio esiste uno di questi centri di cura e addestramento dei rapaci: le attività di addestramento si svolgono nel giardino del castello, durante gli orari di apertura al pubblico. In questo modo è possibile, non solo vedere da vicino questi splendidi uccelli, ma anche conoscere l’antica arte della falconeria. Come giustamente viene precisato nel sito e nei depliant del castello, gli uccelli presenti a Vezio “sono nati e cresciuti in cattività, non sarebbero pertanto in grado di sopravvivere in natura”; inoltre “viene loro garantita la miglior forma psico-fisica possibile”. Gli uccelli sono esposti nel giardino del castello nei giorni di apertura (tempo permettendo) dalle 10 alle 16. Le esibizioni di volo si tengono di pomeriggio (sempre che il tempo e le condizioni degli animali lo rendano possibile). Il castello di Vezio è aperto in genere da marzo a ottobre. Gli orari di apertura e quelli delle esibizioni di volo si possono controllare direttamente sul sito www.castellodivezio.it |
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In queste due foto possiamo ammirare REGINA, una pojana ferruginosa proveniente dalle Montagne Rocciose degli Stati Uniti e del Canada. E' un animale molto bello: una femmina superba e possente, nata nel 2000 e dotata di un'apertura alare di 140 cm. Purtroppo non sono riuscito a vederla in volo! |
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Protagonista di queste quattro immagini è SEMOLA, un barbagianni nato nel 2007. Nelle due foto più in alto lo vediamo in fase di addestramento con il falconiere di Vezio, Nicola Castellano. |
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Nelle immagini qui sopra vediamo le due pojane di Harris (originarie dell'America centrale e meridionale) presenti a Vezio. Si tratta di PARSIFAL (sopra), nato nel 2008, e di LINDA (sotto), nata nel 2001, in posa sul parapetto del giardino del castello e sul robustissimo guanto del falconiere. LINDA è anche protagonista, col suo addestratore, della foto grande che apre questa pagina. |
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Infine ecco ARTU' (i nomi degli animali sono chiaramente ispirati ai personaggi dei celebri romanzi medievali del ciclo arturiano), un gufo reale europeo (il rapace notturno più grosso al mondo), nato nel 2005. E' un animale ostico e aggressivo, per questo lo si può ammirare solo nella gabbia posta all'ingresso del giardino del castello. E' ospitato a Vezio per evitargli una brutta fine: allevato in cattività, è stato imprintato dall'uomo (per cui non può più vivere in natura), ma non è stato addestrato e ormai, essendo adulto, non può più esserlo. Il cartello che ne illustra le caratteristiche e la storia ci invita a riflettere sul suo triste destino e a imparare a rispettare le creature viventi che condividono con noi l'esistenza sulla Terra. NOTA. Tutte le informazioni contenute in questa pagina (a parte le citazioni letterarie dell'introduzione) sono ricavate dal sito del castello di Vezio |
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