Anello dei Tre Santi (1)

 

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A sinistra: la Grotta della Madonna di Lourdes, lungo il sentiero che sale a Preguda. Fu realizzata negli anni Ottanta alla fine dei lavori di restauro della Chiesetta di Sant'Isidoro come ringraziamento alla Madonna per aver terminato l'opera senza incidenti. E' realizzata in un alveo scavato naturalmente dall'erosione operata da un torrente ormai essiccato. La statua della Madonna proviene da Valmadrera e fu benedetta dal parroco di allora, don Silvano Motta. Insieme ad alcuni cartelli azzurri con l'effige della vergine, testimonia la fede mariana radicata in queste zone. A destra: la casota (casotta) che si incontra prima di arrivare a Preguda. Queste strutture sono tipiche della civiltà contadina locale: servivano come ricovero in quota durante il periodo della fienagione, come rifugio d'emergenza in caso di cattivo tempo e come deposito degli attrezzi agricoli (informazioni ricavate dai cartelli in loco).

Il panorama che si gode dal dosso di Preguda. A sinistra vediamo la città di Lecco con la parte terminale del Lago di Como, dominate dalla caratteristica forma del Resegone (1875 m). A destra intravediamo la Grigna Meridionale (2177 m; Grignetta) tra i rami delle betulle.

Ecco due immagini della Chiesetta di Sant'Isidoro e del grande masso erratico di Preguda. Il Sasso di Preguda (Monumento naturale) è un grande masso erratico di serizzo ghiandone, trasportato sin qui dall'antico ghiacciaio della Val Masino. Quando l'abate Antonio Stoppani (Lecco 1824-Milano 1891) lo vide per la prima volta nel maggio del 1878 ne rimase affascinato. L'abate era un insigne studioso, docente di geologia presso il Politecnico di Milano e l'Università di Pavia: egli ne ipotizzò subito l'origine glaciale. Il suo studio  dei depositi derivanti dalle glaciazioni del quaternario italiano e sull'origine dei massi erratici è molto conosciuto. La Chiesetta di Sant'Isidoro, addossata al masso, fu costruita nel 1895 per volontà del parroco di Valmadrera, don Giuseppe Valera, e con l'aiuto di volenterosi contadini del posto. La chiesetta fu inaugurata il 12 maggio 1899, nel giorno della festa di Sant'Isidoro, patrono degli agricoltori (informazioni ricavate dai cartelli in loco, dal sito del Comune di Valmadrera e da quello della Regione Lombardia). Ai massi erratici di questa zona ho dedicato in questo sito una pagina di approfondimento (cliccare qui).

Due momenti della traversata da Preguda a San Tomaso. Nella foto a sinistra, notiamo sulla sfondo il Corno Birone (1116 m), il Monte Rai (1259 m; a sinistra) e il Corno Orientale di Canzo (1239 m; a destra). A destra si vede uno dei due tratti attrezzati che si incontrano lungo il traverso tra Preguda e il dosso della Forcellina.

A sinistra possiamo vedere le pareti del Corno Orientale di Canzo sovrastano il dosso della Forcellina. A destra vediamo invece pendii attraversati dal sentiero tra Preguda e la Forcellina, sullo sfondo della città di Lecco e del Resegone.

In queste foto vediamo il bel dosso boscoso della Forcellina con la piccola area di sosta.

A sinistra possiamo ammirare i Corni di Canzo (Orientale a sinistra e Centrale, 1373 m, a destra) visti dalla Forcellina. A destra vediamo i pendii che si attraversano in prossimità del canalone che incide profondamente il versante meridionale del Monte Moregallo.

A sinistra vediamo ancora un tratto della traversata tra la Forcellina e Sambrosera. A destra si nota il grosso masso erratico di serpentino incastrato sul fondo del canalone proprio nel punto in cui il sentiero lo attraversa.

A sinistra: traversando il canalone che incide il versante meridionale del Monte Moregallo. A destra: le guglie rocciose che dominano dall'alto lo stesso canalone.

Due momenti della discesa verso la fonte di Sambrosera. Nella foto a sinistra, sullo sfondo, si notano il Corno Rat (905 m; davanti) e il Corno Birone (dietro).

Scendendo verso la fonte di Sambrosera possiamo ammirare più da vicino i Corni di Canzo Orientale e Centrale, ma anche le caratteristiche lame rocciose del versante Sud-Ovest del Moregallo (la foto a destra è stata scattata con il teleobietivo).

A sinistra vediamo una caratteristica immagine del Monte Moregallo (1276 m), con le pareti su cui si svolgono alcune vie di arrampicata. A destra vediamo invece la fonte di Sambrosera.

A sinistra: nel bosco che precede di poco l'arrivo a San Tomaso. A destra: un casello del latte, piccolo edificio adibito alla stagionatura dei formaggi o per mantenere al fresco il latte appena munto. Spesso i caselli del latte erano costruiti in prossimità delle sorgenti d'acqua.

Due foto scattate a San Tomaso. A sinistra vediamo il bel panorama in direzione di Lecco e del lago, dominati dal Resegone, ma anche dalla caratteristica mole del Monte San Martino (1090 m), visibile sulla sinistra. A destra vediamo la verticale parete Sud del Corno Rat (dove corre un bella e impegnativa ferrata) sullo sfondo del Monte Moregallo (1276 m).

A sinistra: un momento di sosta a San Tomaso. A destra la chiesetta della bella località.

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