Pizzo Baciamorti-Monte Aralalta-Monte Sodadura

 

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Il Monte Disgrazia (3678 m) visto dal Pizzo Baciamorti (foto scattata con il teleobiettivo). Si vedono bene il Ghiacciaio di Preda Rossa che termina alla Sella di Pioda (3387 m), da cui sale verso destra la cresta Ovest-Nord-Ovest, lungo la quale si svolge la via normale della montagna (PD+).
   
Dal Monte Aralalta guardando verso Sud-Ovest vediamo in primo piano la prima parte della discesa verso la Bocchetta di Regadur. In secondo piano si delinea l'ampia dorsale erbosa tra questa bocchetta e il Passo Sodadura. Sullo sfondo, contro il cielo, vediamo il Resegone (1875 m), con il suo inconfondibile profilo. Alla sua destra si stendono la Brianza e, più in lontananza, la Pianura Padana.
   
In discesa lungo la cresta Sud-Ovest del Monte Aralalta (foto di Roberto Benzi). Sul dosso erboso in secondo piano si vede il piccolo edificio della Baita Cabretondo (1870 m c.a), presso cui si incrocia il sentiero 101 che si segue fino al Passo Sodadura, alla base della cresta Est dell'omonima cima.
   
Un bel passaggio tra la Baita Cabretondo e la Bocchetta di Regadur. In fondo a destra si vede il Monte Sodadura: il sentiero 101 ne raggiunge la base aggirando a destra i due testoni erbosi ben visibili nella foto (la traccia del sentiero è abbastanza visibile).
   
Affacciati sui Piani d'Alben (dove si trova il Rifugio Gherardi), sulla Val Taleggio e sulla Pianura Padana, dalla sella che precede di pochi minuti la Bocchetta di Regadur.
   
Lungo il dolce dosso erboso che scende al Passo Sodadura. Si vede bene, anche se frontalmente, la cresta Est del Monte Sodadura, lungo la quale, con un po' di attenzione, si riesce anche a scorgere il sentierino che la risale. Sullo sfondo, a sinistra, vediamo la Grignetta.
   
Sulla cima al Monte Sodadura, con la caratteristica statua della Madonna (un'altra si trova sulla cima del Pizzo Baciamorti). A sinistra della statua si vede il massiccio roccioso dello Zuccone di Campelli (2175 m), mentre a destra si nota l'erbosa Cima di Piazzo (2059 m). Sui prati a sinistra del piedestallo della statua si notano anche i due rifugi più alti dei Piani di Artavaggio: il Rifugio Nicola e il Rifugio Cazzaniga-Merlini.
   
Sempre dalla cima del Monte Sodadura: a destra della statua vediamo ancora lo Zuccone di Campelli; a sinistra il Grignone e la Grignetta. Lo sguardo arriva alle grandi cime delle Alpi Occidentali (a destra del Grignone), ma il massiccio delle Grigne non permette di vedere il Monte Rosa.
   
La frequentata cresta Nord-Ovest del Monte Sodadura sullo sfondo dello Zuccone di Campelli e della Cima di Piazzo. Al termine del primo tratto si incontra il passaggio roccioso di I grado che, specialmente in discesa, va percorso con la dovuta attenzione (nella foto si vedono un escursionista all'inizio del tratto roccioso e uno, più in basso a sinistra, alla fine).
   
La Casera Aralalta (1730 m), presso la quale si incontra il sentiero che collega i Piani di Artavaggio ai Piani d'Alben e al Rifugio Gherardi.
   
Dai pressi della Casera Aralalta: il Monte Resegone fa da sfondo a un prato coperto da una miriade di Botton d'oro.
   
Giunti sui Piani d'Alben possiamo ammirare in lontananza e verso Est le cime delle Alpi Orobie (visibili naturalmente anche durante la traversata lungo le creste). In particolare nella foto possiamo ammirare, sulla sinistra, il Pizzo Diavolo di Tenda (2914 m), con a destra la piccola piramide del Diavolino.
   
Eccoci ormai quasi alla fine del percorso ad anello: il Rifugio Gherardi (1647 m) può offrire l'occasione di una bella sosta ristoratrice prima dell'ultimo tratto della discesa verso Capo Foppa.
   

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