Traversata Corna Camozzera-Monte Ocone
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Le tre cime della traversata viste da Sud-Est e in occasione di un'altra salita (marzo 2019). Da destra a sinistra, si distinguono chiaramente la Corna Camozzera (1452 m), la quota 1411 m e il Monte Ocone (1351 m). |
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In questa foto scattata dai pressi della Passata, vediamo le baite della località Piazzo (1115 m) sullo sfondo della Cresta della Giumenta e del Passo del Fo. In alto, sulla destra, si vede bene la parete rocciosa della Bastionata del Resegone. |
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La caratteristica trincea rocciosa che si incontra salendo lungo la cresta Nord della Corna Camozzera. |
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Sulla cresta Nord della Corna Camozzera. Sullo sfondo, oltre la Cresta della Giumenta, si vede il Monte San Martino, la montagna che domina Lecco. |
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La cima della Corna Camozzera fotografata poco prima della sella erbosa che la precede. Si intravede il breve tratto di sentiero che passa, abbastanza esposto, proprio sopra il salto roccioso |
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Uno sguardo verso Nord dalla Corna Camozzera. In primo piano vediamo la cresta appena percorsa. Sullo sfondo si alza la massa rocciosa del Resegone (1875 m). Sulla destra si nota la Cima Quarenghi, 1636 m, la prima elevazione che si supera seguendo il "Sentiero delle Creste", l'itinerario che percorre tutta la cresta del Resegone |
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In parte nascosto dalla quinta rocciosa che scende dalla Corna Camozzera, si vede il solco della Val d'Erve che scende verso il corso del Fiume Adda. In lontananza, nella foschia, si vedono i laghi della Brianza. |
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Il caratteristico passaggio sui grossi massi che precede la salita alla quota 1411 m. E' richiesta un po' di attenzione perché i massi sono separati da fessure abbastanza profonde. A parere mio e dei miei compagni, questo passaggio risulta più agevole affrontando la traversata da Nord a Sud (come proposto nella relazione). |
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In salita lungo il bel canalino che riporta in cresta. La roccia è un calcare solido molto lavorato. L'arrampicata è breve ma divertente, oltre che facile (I+). |
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Dalla quota 1411 m, verso Nord, vediamo innanzitutto la Corna Camozzera, poi il Resegone e, ancora, la Cima Quarenghi. L'immagine (come quella successiva) mostra bene le caratteristiche della traversata: una cresta avvolta dalla vegetazione ma anche caratterizzata dalla presenza di tratti rocciosi. |
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Ancora dalla quota 1411 m, ma verso Sud. Dopo il primo dosso di rocce e vegetazione, vediamo il Monte Ocone. Sullo sfondo, si perdono nella foschia i monti della Valcava, ultima propaggine, prima della pianura, della lunga cresta che inizia col Resegone. |
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Sulla cresta Ovest del Monte Ocone, pochi metri prima della cima. Proprio sopra i miei compagni si vedono il paesino di Erve e la sua frazione (Costalottiere). Si vede bene la parte bassa della Val d'Erve che scende verso l'Adda e il Lago di Olginate. |
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Il roccolo in muratura e il grande, caratteristico, faggio che precedono di poco il Passo del Pertüs. |
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Lungo il traverso nel bosco che conduce alle baite a quota 914 m. Il percorso, pur non essendo complicato, è poco agevole per via del pendio abbastanza ripido e dalla esiguità della traccia. |
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Le belle case a quota 914 m. Da qui in poi la discesa si svolge su un bel sentiero, ben tracciato e tenuto pulito (le baite sono ancora utilizzate). |
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Le case di Nesolio, il piccolo borgo antico di Erve (secondo recenti ricerche la sua porzione più antica risale addirittura al XIV secolo). Si tratta di un piccolo gioiello di architettura montana e vale davvero la pena di fermarsi un attimo a dargli un'occhiata. |
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Ancora un'immagine di Nesolio. |
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L'altra faccia di Nesolio: non tutte le case sono state recuperate. Si spera naturalmente che ciò possa avvenire prima che sia troppo tardi! |
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