Cervino - Via normale italiana (Cresta del Leone)
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Il Cervino visto dal Grand Tournalin. Sulla sinistra si vede chiaramente la Cresta sud-ovest lungo la quale si svolge la via normale italiana. Contro il bordo della foto (a sinistra in mezzo) si vede il nevaio superiore della Testa del Leone e il tratto (innevato) di cenge che porta al Colle del Leone. Poco sotto la cresta, a metà tra il Colle del Leone e il Pic Tyndall, si distingue il nevaio del Linceul. Più in alto si vedono: il Pic Tyndall e la sua cresta orizzontale, l'intaglio dell'Enjambée e la Testa del Cervino, massiccia e verticale. |
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Lungo le placche della prima parte della cresta. L'arrampicata non è veramente difficile ed è resa sicura dalla presenza di alcuni ancoraggi; la roccia è pulita dai frequenti passaggi. L'ambiente è suggestivo: siamo davvero su una grande montagna. |
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La Cheminée: un passaggio obbligato e famoso nel primo tratto della via, prima di giungere ai rifugio. In realtà non è un camino, ma un diedro verticale alto circa dodici metri. Il suo superamento in arrampicata è un IV piuttosto faticoso. Oggi questo passaggio non esiste più: il 18 agosto 2003 è stato spazzato via da una frana. Al suo posto esiste ora una placca di circa 30 metri, priva di ogni attrezzatura, che oppone difficoltà fino al IV+ (secondo alcuni fino al V). |
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La Grande Corde o Corde Tyndall: una catena di circa trenta metri ha ormai sostituito la vecchia corda. La parete di buona roccia può essere parzialmente superata in arrampicata (e con i guanti calzati!), utilizzando la catena solo in alcuni tratti. Sullo sfondo i ripidi pendii nevosi che costituiscono la prosecuzione del Linceul. |
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L'aerea cresta che unisce il Pic Tyndall alla Testa del Cervino. Sono duecento metri non difficili, ma sicuramente aerei. La presenza della neve, a luglio, è normale. Noi, però, non abbiamo trovato cornici e questo ha reso più tranquilla la traversata. |
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La Scala Jordan: uno dei passaggi più caratteristici lungo il superamento della Testa del Cervino. La vecchia scala di corda è stata sostituita da una struttura metallica. La foto non è bella, lo so, ma ho voluto inserirla per documentare un momento "forte" della salita. Il passaggio è strapiombante e sotto i piedi precipita la grande parete sud della montagna. |
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La cresta sommitale del Cervino. In primo piano la croce e, più lontano, la vetta svizzera che è la vera vetta della montagna (essendo due metri più alta di quella italiana). In lontananza, contro il cielo, le cime e i ghiacciai del Monte Rosa e del Vallese. La vetta del Cervino, aerea, affilata, esposta, è un luogo straordinario, capace di regalare sensazioni incredibili: ci si sente in cielo, più che sulla terra. E' semplicemente fantastico. |
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Durante la discesa, poco prima di raggiungere il Rifugio Carrel e la vecchia Capanna Luigi Amedeo. Dietro le costruzioni si vede la massa scura della Testa del Leone. A sinistra, più o meno all'altezza dei rifugi, si individua la zona innevata dove passano le cenge che collegano il nevaio superiore (illuminato dal sole) al Colle del Leone. |