Monte Disgrazia, canalone Schenatti (1)

 

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Il magnifico piano di Preda Rossa, verdeggiante e percorso da un sinuoso corso d'acqua, dominato dalla mole del Monte Disgrazia e dai Corni Bruciati (di cui si vede la parte basale sulla destra della foto). L'immagine mostra bene le eccezionali condizioni di innevamento all'inizio dell'estate del 2013. E' in una situazione simile che avevo salito per la prima volta il Monte Disgrazia, a metà luglio del 1977.
   
Il Disgrazia visto dal Rifugio Ponti. L'immagine mostra chiaramente tutto il percorso della salita (e della discesa). In primo piano (in ombra) si vede la morena normalmente percorsa; alla sua sinistra si notano i pendii che, con neve buona, portano più sbrigativamente allo stesso punto (alla base dell'evidente e verticale fascia di rocce). Contro il cielo si distingue bene l'ampia Sella di Monte Pioda da cui, verso destra, sale la cresta Ovest-Nord-Ovest percorsa dalla via normale. A destra e poco più in basso della cresta si distingue,  ben innevato, il canalone percorso nell'agosto del 1888 da Enrico Schenatti con G.B. Vittadini.
   
La foto è stata scattata durante la discesa, dal Ghiacciaio di Preda Rossa. Contro il cielo sale da sinistra a destra la cresta della via normale, mentre al centro della foto spicca il bel canalone della via Schenatti. Si distinguono bene le due possibilità di uscita: quella verso sinistra, più facile, e quella più diretta. Per effetto della prospettiva sembra che tra le due uscite ci sia un discreto dislivello. Non è così: la differenza è di una decina di metri. Sulla sinistra della foto si vede anche il canale nevoso che porta direttamente sulla cresta a monte della torre rossastra, evitando la prima parte della cresta.
   
Ed eccoci impegnati lungo il canalone della via Schenatti nel tratto mediano, quello più ripido. Si noti la cordata a sinistra del mio compagno: è la stessa che ci ha raggiunto più avanti e che abbiamo fotografato proprio mentre ci sorpassava (vedi l'immagine successiva). Loro, oltre a essere più veloci, procedevano di conserva, noi facendo le sicurezze.
   
La cordata della foto precedente impegnata nella parte alta del canalone (uscita diretta). Sullo sfondo, illuminato dal sole, si stende il Ghiacciaio di Preda Rossa (si vede bene anche la morena normalmente seguita nell'avvicinamento). Nella parte superiore della foto si vedono anche il Piano di Preda Rossa e, oltre la costa boscosa, il fondo della Valtellina. La grande vastità del panorama è una delle caratteristiche che fanno della salita al Monte Disgrazia una bellissima esperienza di alpinismo. Infine: la foto mostra chiaramente anche le condizioni ideali della neve incontrate quel giorno (foto Roberto Benzi).
   
L'uscita del canalone Schenatti sulla cresta Ovest-Nord-Ovest (via normale) del Disgrazia.
   
La foto è stata scattata dal ripido ed esposto tratto nevoso che porta sull'anticima.  Il mio compagno è in sosta sul tratto orizzontale che lo precede (e da cui si ammira lo spettacolo della parte alta della parete Nord visibile nell'immagine successiva). I due alpinisti più indietro si trovano all'uscita del canalone Schenatti. Oltre la cresta si vedono alcune montagne della Valmalenco: al centro si distinguono la Cima di Rosso (3336 m) e la Cima di Vazzeda (3301 m). Più a destra si distingue il Monte del Forno (3214 m), cui segue  l'avvallamento del Passo del Muretto (2562 m), che consente di scendere in Svizzera.
   
Tra il punto in cui esce il canalone Schenatti e l'impennata nevosa che porta all'anticima (da cui ho scattato la foto precedente) c'è un breve tratto di cresta orizzontale sotto il quale si apre il ripido pendio superiore della parete Nord del Disgrazia, sulla quale è impegnata una cordata. Sullo sfondo si nota l'elegante profilo della cresta Nord-Nord-Est della montagna, meglio nota come "corda molla".
   
La cima del Disgrazia, eccezionalmente innevata, vista dall'anticima. In primo piano, sulla sinistra, si vede il masso del cosiddetto "Cavallo di bronzo". Le condizioni di innevamento quel giorno hanno suggerito un percorso diverso da quello normale per raggiungere la cima: invece di stare in cresta, ci siamo abbassati a destra (Sud) per aggirare alla base le rocce della cresta, poi siamo saliti in cima lungo il ben visibile pendio nevoso (piuttosto ripido nel breve tratto in ombra). La cima del Disgrazia non è certo ampia, ma la quantità di neve presente l'ha resa ancora più aerea e, insieme, più affascinante.
   

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