Monte Disgrazia, canalone Schenatti (2)

 

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L'anticima del Disgrazia ripresa dalla cima (foto Roberto Benzi). Si vede bene come la neve aumenti la bellezza del percorso della cresta, ma come, anche, lo renda pių delicato, aumentandone l'esposizione e creando delle cronici che richiedono la dovuta attenzione. Sullo sfondo si vedono le grandi cime del gruppo del Badile che dominano la Val di Mello. Non sono tuttavia in grado di individuare le diverse cime.
   
Dalla cima del Disgrazia verso Nord-Est si ammira innanzitutto la bellissima linea della cresta della "corda molla", che parte dall'ampia sella del Colletto Disgrazia (3151 m), dove si trova il Bivacco dedicato ad Andrea Oggioni. Oltre la sella si nota il Pizzo Ventina (3261 m); pių a destra si distingue la Punta Kennedy (3283 m). Sullo sfondo si stende il solco verdeggiante della Valmalenco. Si notano anche la Vedretta del Disgrazia (a sinistra) e la Vedretta del Ventina, a destra.
   
Ancora dalla cima, ma verso Sud-Ovest, si ammira tutta la parte superiore della Valle di Preda Rossa, con il ghiacciaio e il piano che hanno lo stesso nome. Alla sua sinistra si alzano i Corni Bruciati e alla sua destra le cime del sottogruppo Remoluzza-Arcanzo. A destra di queste ultime si apre il solco della Val di Mello. Sullo sfondo, oltre il solco della Valtellina, si alzano le cime delle Alpi Orobie, mentre sull'estrema destra della foto, contro il cielo, si delinea il gruppo del Monte Rosa. Insomma: il panorama offerto dalla cima č davvero straordinario (foto Roberto Benzi).
   
Ancora un'immagine presa puntando la macchina fotografica a Nord-Est, verso il gruppo del Bernina, in parte nascosto da qualche nube. A sinistra emerge dalle nuvole il Pizzo Roseg (3920 m). Andando verso destra si vede il Pizzo Scerscen (3971 m), che si confonde contro il Pizzo Bernina (4049 m), il pių orientale di quattromila delle Alpi. Dopo l'ampia spalla nevosa che termina alla Forcola di Crestaguzza (dove si trova il rifugio Marco e Rosa), si vedono il caratteristico Pizzo Crestaguzza (3869 m) e il Pizzo Argient (3945 m).
   
Questa foto, come le tre successive, č stata scattata durante la discesa lungo la cresta della via normale. Qui siamo ancora nella zona dove esce il canalone Schenatti.
   
Lungo il ripido pendio (40°) che costituisce uno dei punti pių impegnativi (se la neve č molto dura o, peggio, se c'č ghiaccio) della via normale. Sullo sfondo si vedono i pendii che, alla testata della Valmalenco, salgono verso la Cima di Rosso e il Monte Vazzeda. Questa foto, come la successiva, rende bene il carattere arioso della via normale del Monte Disgrazia che, in una bella giornata, offre un percorso molto interessante, non troppo difficile (PD/PD+), ma davvero molto bello da tutti i punti di vista.
   
Ancora lungo la cresta della via normale. Alle spalle del mio compagno si vede la torre rossastra che costituisce il primo risalto della cresta. Pių in basso si vede la Sella di Monte Pioda (3387 m), quindi la cresta che, dal Monte Pioda, conduce al Monte Sissone, separando la Val di Mello, a sinistra, dalla Valmalenco, a destra. Dalla sella che precede la torre rossastra scende a sinistra (Sud) il ripido canalino nevoso che porta direttamente sul ghiacciaio di Preda Rossa senza passare dalla sella.
   
Particolare ravvicinato della foto precedente.
   
Ed eccoci tornati dal mondo minerale dell'alta quota a quello pių dolce del fondovalle. Stiamo per arrivare al piano di Preda Rossa: la bella avventura č ormai quasi finita.
   

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