Giro dei laghi della Val Gerola (3)

 

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In questa foto vediamo il rifugio F.A.L.C. che si trova a pochi minuti dalla Bocchetta di Varrone. Il rifugio è il secondo punto di appoggio e ristoro che si incontra lungo il percorso. Il suo nome, che è anche quello della società alpinistica milanese che lo ha costruito, è l'acronimo della frase latina Ferant Alpes Laetitiam Cordibus (le Alpi portino letizia ai cuori), un motto decisamente di buon auspicio per chi ama le montagne. Sullo sfondo domina la scena la mole erbosa del Pizzo Melasc (2465 m).
   

Ed eccoci al Lago di Trona (1805 m), il penultimo che tocchiamo durante l'escursione. Con i suoi 5.350.000 m3 di volume è il lago artificiale più grande della Val Gerola (il Lago dell'Inferno è il secondo, mentre il Lago di Pescegallo è il più piccolo, con soli 1.100.000 m3 di volume). Anche qui, in origine, vi era un piccolo lago, che la costruzione della diga, nel 1942, ha portato alle dimensioni attuali. La diga è alta 53 metri e lunga 182 metri. Se, come consigliato nella relazione, si vuole salire al Lago Zancone, non si deve traversare lo sbarramento: si seguono infatti i sentieri che corrono più alti del lago, sui pendii che lo racchiudono a occidente e a oriente.

   
Con questa immagine torniamo in Valle di Trona, lungo il sentiero che scende dalla Bocchetta di Trona direttamente verso il Lago Zancone (vedi la variante n. 3) senza traversare fino al Lago Rotondo. L'immagine è dominata dalla bella forma del Pizzo di Trona che qui appare un po' sacrificato dai suoi vicini che, per effetto della prospettiva, appaiono più imponenti: il contrafforte roccioso a destra e la Torre del Lago (di cui si vede una parte sulla sinistra della foto). Lungo il pendio erboso al centro passa il sentiero da cui si scende al Lago Zancone se si decide di traversare al Lago Rotondo, ma di non proseguire per il Lago dell'Inferno (vedi ancora la variante n. 3).
   
Ancora un'immagine ripresa scendendo lungo la Valle di Trona. Al centro si vedono il Lago Zancone e, un po' più in basso, il Lago di Trona. Alla loro destra svetta il Pizzo Tronella mentre sullo sfondo si delinea la lunga dorsale erbosa che, scendendo dal Pizzo Melasc, separa la Valle della Pietra (che si vede davanti alla dorsale) dalla Val Vedrano (dietro la dorsale). In penultimo piano si vedono la Cima della Rosetta (2142 m) e il Monte Combana (2327 m). Più in lontananza, oltre il solco appena intuibile della Valtellina, si alzano le cime delle Alpi Retiche.
   
Qui vediamo in primo piano il Lago Zancone (1856 m) e, in secondo, parzialmente nascosto da una costa rocciosa, il Lago di Trona (1805 m). Anche il Lago Zancone è bellissimo, ma l'ambiente in cui è immerso è diverso da quello del soprastante Lago Rotondo. Le sponde sono in gran parte erbose e, data la quota più bassa, sono anche ricche di fiori (durante la mia escursione, ad esempio, ho visto molte piante della bella Genziana purpurea). Sulla sponda settentrionale crescono anche parecchi larici e un bel torrentello scende tra i sassi verso il vicino Lago di Trona.
   
Questa foto non mi pare che abbia bisogno di troppi commenti. L'acqua del Lago Zancone è limpidissima e presenta uno smagliante color celeste-chiaro. Non c'è altro da dire: c'è solo da rimanere stupiti da tanta bellezza della natura.
   
Ancora un'immagine ravvicinata del Lago Zancone. Qui siamo sulla sponda settentrionale (la foto precedente ritrae invece un'ansa della sponda meridionale). Dall'acqua affiorano numerosi massi e piccole isolette erbose che movimentano la superficie lacustre, creando uno spettacolo idillico e dolcemente pittoresco, specie se confrontato con quello severo (quasi "metafisico" nella sua estrema essenzialità) offerto dal Lago Rotondo.
   
L'escursione sta quasi per volgere al termine. Qui siamo sul lungo traverso pressoché pianeggiante che conduce alla terrazza erbosa del Piich. E' un tratto molto panoramico, aperto sulla sottostante Valle della Pietra (una laterale della Val Gerola), sulle montagne della Val Gerola e sulla catena delle Retiche, che va dal Sasso Manduino al Pizzo Badile, dal Monte Disgrazia (visibile nella foto) al gruppo del Pizzo Bernina. Nelle giornate limpide la visione è davvero molto bella.
   
Ed eccoci alla terrazza del Piich (1835 m) con la baita e la piccola pozza d'acqua. Qui il nostro itinerario cambia per l'ennesima volta direzione. Il sentiero, che dal Lago Zancone va verso Nord e poi verso Nord-Est, ora vira bruscamente a Sud-Est per rientrare nella Val Tronella, che abbiamo percorso salendo verso il Rifugio Benigni all'inizio della lunga camminata. Sullo sfondo della foto, oltre i rilievi della Val Gerola, si vedono il Monte Disgrazia e, alla sua sinistra, le cime della Val Masino. A destra del Monte Disgrazia, le nubi coprono le cime del gruppo del Pizzo Bernina.
   
In quest'ultima foto vediamo la Val Tronella ripresa dai pressi del Piich. Contro il cielo si distinguono, da sinistra, il Monte Valletto (2371 m), il Monte Salmurano (2269 m) e i Denti della Vecchia ( 2125 m). I Denti sono cinque: il secondo è il più alto, il terzo e il quarto appaiono quasi fusi in un'unica struttura, il quinto presenta una sommità bifida. Il sentiero descritto nella relazione percorre il fondo della valle sotto i Denti della Vecchia, poi risale il pendio erboso/detritico in ombra, sulla destra della foto, prima di infilarsi nel canale che sbocca sul pianoro dove si trova il Rifugio Benigni. Il percorso descritto nella variante 1 sale invece nel vallone dietro ai Denti della Vecchia.

NOTA. Le informazioni relative ai laghi sono ricavate dal "Portale dei servizi di pubblica utilità" della Regione Lombardia (alla voce "Risorse idriche") e dalla relazione di Massimo dei Cas citata nella presentazione dell'itinerario; quelle  relative all'origine del nome del Pizzo dei Tre Signori sono ricavate dalla relazione di Massimo Dei Cas.

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