Pizzo della Pieve, cresta Est, e Grignone (1)

 

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Salendo lungo la stradina che dai Piani di Nava porta alla chiesetta di San Calimero. Contro il cielo si ammira la meta dell'escursione, il Pizzo della Pieve. In realtà quella che si vede non è la cima, che non è visibile a causa della prospettiva.
   
La Grigna meridionale o Grignetta(2177 m) vista dal bellissimo terrazzo erboso dove si trova la chiesetta di San Calimero. Questa chiesetta potrebbe costituire la meta di una bella gita priva di difficoltà e remunerativa per il bel paesaggio di cui si può godere e per la tranquillità dell'ambiente, molto meno frequentato di altre zone del gruppo delle Grigne.
   
Traversando lungo i prati del versante meridionale dello Zucco del Falò si può ammirare tutta la parte superiore della lunga escursione. Subito sopra ai due massi in primo piano si intravede il Passo del Solivo (1574 m); poi si nota la prima parte, erbosa e poco inclinata, della cresta Est del Pizzo della Pieve che si impenna all'altezza di quel punto nero ben visibile (è la Grotta del Corno buco, che però non si raggiunge). Poi la cresta prosegue a destra verso il vertice della parete rocciosa (è il tratto più impegnativo della salita). Quindi, diventata molto meno ripida, raggiunge la cima del Pizzo della Pieve e infine la cima del Grignone (sulla sinistra della foto).
   
Ed eccoci nella primissima parte della salita lungo la parte più bella e impegnativa della cresta. In primo piano si vedono i due caratteristici tronchi secchi (è un pino mugo) cui si deve passare accanto. Si vedono anche l'Alpe Prabello di Sopra (tra i due rami secchi), il Passo del Solivo (al limite della zona erbosa già verdeggiante) e lo Zucco del Falò. Si vede bene anche il sentiero che proviene dal Pialeral e, passando dalle due baite diroccate dell'Alpe Prabello di Sopra, raggiunge la chiesetta di San Calimero (non visibile nella fotografia).
   
Un passaggio lungo la cresta: si nota la traccia di sentiero che si segue e che è generalmente abbastanza evidente. Il mio compagno sta per affrontare uno dei passaggi rocciosi di I grado (non visibile nella foto) che si incontrano lungo la parte più ripida della salita.
   
Questa foto rende bene il carattere arioso della salita lungo la cresta. In molti tratti il percorso è aereo e, anche se non risulta difficile, richiede passo sicuro e assenza di vertigini.
   
Il traverso descritto nella relazione: sulla roccia contro il margine destro della foto si vede uno dei segnavia sbiaditi che sono presenti lungo il percorso. Lungo il traverso ne abbiamo trovati altri tre, ma la traccia non è molto bella, per cui occorre attenzione (l'erba, specie quando è secca e non solo quando è bagnata, può essere scivolosa): il pendio da traversare è infatti ripido. Dopo essere passati sotto le rocce, la traversata continua per un tratto in salita. Poi si sale verso destra e si torna in cresta.
   
Lo stesso traverso visto dalla parte opposta. Alle mie spalle (la foto è di Roberto Benzi) si vede la selletta sul filo di cresta da cui parte il traverso e che si raggiunge dopo aver superato un altro breve tratto di roccette facile (I) ma esposto (non visibile nella foto perché sul versante opposto della selletta). Come ho scritto nella relazione, dalla selletta si può anche proseguire lungo la cresta, affrontando un tratto roccioso sicuramente molto esposto ma di cui non sono in grado di indicare la difficoltà.
   
La risalita del pendio erboso che, dopo il traverso, riporta in cresta. Contro il cielo si vede la parte finale della salita, che si svolge su terreno più largo e meno inclinato.
   
Nel canalino a sinistra (salendo) del filo che si incontra nell'ultima parte del tratto più ripido della cresta (foto di Roberto Benzi). All'inizio del canalino sembra di veder partire una traccia che, verso sinistra (destra salendo) si riporta in cresta; tuttavia le tracce di passaggio nel canalino sono piuttosto evidenti. In secondo piano si vede un tratto molto bello e aereo della cresta.
   
Un bel colpo d'occhio sul roccioso versante Nord-Est del Pizzo della Pieve, noto nell'ambiente alpinistico come "Parete Fasana" (dal nome del primo salitore). Si tratta della parete più alta (800 metri) e più vasta del Gruppo delle Grigne, ma è scarsamente percorsa a causa della friabilità della roccia.
   
Un'immagine panoramica presa dalla facile parte superiore della cresta, oltre il canalino di cui sopra. Si vedono alcuni escursionisti (erano tre) impegnati nel tratto già inquadrato nella foto del canalino. Sullo sfondo si notano lo Zucco del Falò e, più in basso, le case di Pasturo (a destra) e di Baiedo (a sinistra) dominate dalla Rocca di Baiedo, coperta di boschi (invece la parete meridionale è caratterizzata da splendide placche di calcare lungo le quali sono tracciate diverse vie di arrampicata).
   

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