Pizzo della Pieve, cresta Est, e Grignone (2)
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Ed eccoci ormai nella parte alta della cresta, molto meno ripida e progressivamente più ampia. La foto mette in risalto la panoramicità dell'itinerario. Sullo sfondo si nota innanzitutto il Pizzo dei Tre Signori (2554 m; è la cima più alta, contro il cielo). A destra si vedono i Piani di Bobbio con la cima della Corna Grande (2090 m). Sullo sfondo si osservano le Prealpi Bergamasche e parte delle Alpi Orobie. |
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Ancora una foto panoramica dalla cresta del Pizzo della Pieve guardando verso Sud. Sullo sfondo si alza la Grigna meridionale (2177 m; Grignetta) col suo versante settentrionale ancora parzialmente innevato. La cima erbosa più a destra è lo Zucco dei Chignoli (2168 m), che si scavalca (o si aggira) percorrendo la "Traversata alta", il magnifico percorso che unisce le due Grigne. In primo piano si osserva l'aspro versante meridionale dello Zucco della Pieve, caratterizzato da pendii erbosi o detritici piuttosto ripidi intervallati da canaloni di roccia friabile. |
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Ancora dalla parte alta della cresta, ma buttando lo sguardo lungo i dirupi rocciosi della "Parete Fasana". Sullo sfondo si stende il piano verdeggiante della Valsassina con i suoi paesi e le sue industrie. |
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In primo piano si vede la parte finale della cresta Est del Pizzo della Pieve, ormai ampia e poco inclinata. Sullo sfondo, a sinistra, si vede ancora il Pizzo dei Tre Signori; al centro della foto (contro il cielo) si osservano i Piani di Bobbio, con la Corna Grande e lo Zuccone di Campelli (2175 m). Ai piedi di queste montagne si stende il solco della Valsassina, mentre sullo sfondo si delineano i profili delle Prealpi Bergamasche e di parte delle Alpi Orobie. |
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Finalmente in cima! Guardando verso Nord possiamo notare il Cimone di Margno (1801 m) e la Cima di Olino (1782 m; subito sopra la cima del Pizzo della Pieve), quindi il Monte Legnone (2609 m), a sinistra, e il Pizzo Alto (2512 m) a destra. In lontananza si possono vedere la grandi cime delle Alpi, dal Pizzo Tambò (3279 m; a sinistra del Legnone) al gruppo del Pizzo Badile (3308 m) e del Pizzo Cengalo (3369 m; sulla destra della foto). |
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Sempre dalla cima del Pizzo della Pieve: il versante settentrionale del Grignone ancora ben innevato. Contro il cielo, verso destra, scende la Cresta di Piancafromia (bellissima salita invernale di carattere alpinistico); verso sinistra si abbassa la cresta Nord-Est che termina proprio con il Pizzo della Pieve. Tra sole e ombra si vede il canale della Via del Nevaio (altra bella via di salita al Grignone). La via normale da Nord, la Via della Ganda, passa (almeno per la parte visibile nella fotografia) sotto le rocce della Cresta di Piancaformia. |
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Un'ultima foto dalla cima del Pizzo della Pieve: la Grignetta e lo Zucco dei Chignoli. Il panorama è vasto e arriva anche ai quattromila del gruppo del Monte Rosa e del Vallese, visibili in lontananza, verso Ovest, a destra della cima del Grignone. |
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La cima del Pizzo della Pieve vista dalla cresta che porta al Grignone. In primo piano, con un po' di neve residua, si vede l'intaglio chiamato su alcune cartine "Passo della Capra" (invece la vecchia guida del CAI/TCI, quella del 1937, lo chiama semplicemente "Porta"). L'intaglio è dominato da un salto verticale che va aggirato a Sud (a destra nella foto) prima scendendo il pendio detritico visibile nella foto e poi percorrendo una traverso di pochi metri su roccia alla base dello spigolo meridionale del salto. E' un passaggio non difficile (I), ma che richiede attenzione per via dei ripidi pendii sottostanti. |
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Percorrendo la cresta Nord-Est del Grignone lungo la quale si trova una traccia che diventa marcata ed evidente dopo l'incontro con il sentiero che proviene dal basso (lo si vede chiaramente nella foto) e che costituisce la via di salita invernale dalla Valsassina (che però viene seguita anche nelle altre stagioni). Il punto è segnato da questa sorta di cancello con le bandierine di preghiera tibetane (ormai molto diffuse sulle montagne lombarde per motivi che non ho ancora ben capito: scelta politica a favore della causa tibetana? manifestazione religiosa alternativa al cristianesimo? semplice moda?). |
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Uno sguardo dalla cima del Grignone (2410 m) verso Nord-Est. In secondo piano si vedono la cima e il versante Ovest del Pizzo della Pieve con, a sinistra, il solco della Val Cugnoletta e la Cima del Palone (2091 m). Contro il cielo, oltre i profili delle Alpi Orobie, si stagliano le grandi cime delle Alpi Centrali, dal Pizzo Badile (3308 m), al Monte Disgrazia (3678 m), al gruppo del Pizzo Bernina (4049 m). |
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Poco sotto la cima del Grignone si trova lo storico rifugio Luigi Brioschi, inaugurato nel 1895 col nome di "Capanna Grigna vetta". Il nome attuale gli fu attribuito nel 1926, quando Luigi Brioschi(1), ormai ottantenne, assistette all'inaugurazione della struttura che era stata rinnovata grazie al suo generoso contributo economico. Demolito dalle truppe fasciste nel 1944, fu ricostruito nel dopoguerra e inaugurato nuovamente nel 1948. L'attuale sistemazione si deve ai lavori di adeguamento del 1995. (1) Luigi Brioschi fu uno dei pionieri dell'alpinismo lombardo. Nel 1876 salì la punta Nordend del Monte Rosa per la parete Est. Fu presidente del CAI Milano (la sezione proprietaria del rifugio). |
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In discesa lungo la via normale (foto di Roberto Benzi). Siamo ancora sulla cresta Sud del Grignone, poco prima della Bocchetta della Bassa e del Bivacco Merlini (2115 m al mio altimetro). Davanti alla piccola costruzione il sentiero scende a sinistra (Nord-Est) poi, almeno per come l'ho descritto, si abbassa nella Foppa di Ger (visibile nella foto contro il margine sinistro, appena sopra la zona in ombra). Raggiunta la zona del Pialeral, si abbassa verso Pasturo e Baiedo, dove si chiude la lunga e bellissima escursione. |
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