Pizzo del Diavolo di Tenda, cresta SSO - via Baroni

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Panoramica ripresa dai pressi del Lago Rotondo, 1972 m, nei pressi del Rifugio Calvi. Sullo sfondo, contro il cielo, al centro della foto, appare l'inconfondibile sagoma del Pizzo del Diavolo di Tenda con, a destra, il Diavolino. Sono visibili sia la traversata dal Diavolino al Pizzo del Diavolo (si svolge lungo la cresta contro il cielo), sia la via Baroni che percorre la cresta SSO (visibile quasi al centro della piramide rocciosa del Pizzo del Diavolo), sia la via normale, che dalla cima scende lungo la cresta a sinistra contro il cielo. Nella foto si vedono anche il Monte Grabiasca (2705 m), a destra, e il Pizzo Rondenino (2747 m), a sinistra.

   

Un bel passaggio panoramico lungo il sentiero che conduce al Pizzo del Diavolo. Poco prima di raggiungere la valletta sotto il passo di Valsecca, si incontra questo laghetto nel quale si specchia la bella mole rocciosa del Pizzo Poris (2712 m). Sul versante settentrionale di questa montagna (in ombra nella foto) sono stati tracciati diversi itinerari impegnativi (V, A1/A2) tra il 1931 e il 1970. Non mi pare che oggi siano frequentati. A sinistra del Pizzo Poris si apre il Passo di Valsecca (2496 m), dal quale, verso sinistra, sale la cresta Sud del Diavolino, prima parte della bella traversata in cresta che raggiunge il Pizzo Diavolo.

Nella foto a sinistra si vedono il Pizzo del Diavolo e, a destra, il Diavolino. In primo piano si può notare un segnavia della normale del Pizzo del Diavolo (un triangolo rosso in campo bianco). Si vede bene anche il dosso erboso e detritico che, abbandonato il sentiero della via normale, si percorre per raggiungere l'attacco della via Baroni. Nella foto a destra si vede meglio il versante sud-occidentale del Pizzo del Diavolo con al centro la cresta SSO percorsa dalla via Baroni. Con il cerchio rosso ho indicato il punto in cui è stata messa (settembre 2012) la targa in ricordo della guida Antonio Baroni; un po' più a sinistra, con una piccola croce rossa ho individuato l'attacco del canale con cui inizia la via.

Nella foto a sinistra vediamo l'uscita in cresta al termine del canale iniziale. A destra invece siamo all'uscita del camino di III che costituisce il "passaggio-chiave" della via Baroni. Alle spalle del mio compagno si vedono anche i salti verticali che caratterizzano questo tratto della cresta. Il camino, poco a destra del filo, permette di evitarli senza allontanarsi troppo dalla linea di cresta.

Ancora due momenti di arrampicata lungo la via Baroni. A sinistra il mio compagno è impegnato nel tratto in cui, dopo il camino, si ritorna in cresta. E' un tratto che presenta qualche passaggio di III un po' esposto (noi abbiamo protetto il tiro con un nut medio). Si vede bene anche il detrito che, presente un po' dappertutto, caratterizza molte salite nelle Alpi Orobie. Su queste difficoltà non crea grossi problemi, ma richiede ovviamente attenzione. Nella foto a destra si vede un passaggio nel tratto terminale della cresta, meno inclinato, ma arioso e a tratti affilato. Qui le difficoltà diminuiscono gradualmente, ma l'arrampicata continua a essere divertente e piacevole fino in cima.

Dalla cima del Pizzo del Diavolo si gode un magnifico panorama. Qui l'obiettivo della macchina fotografica è puntato verso Nord e inquadra il gruppo del Pizzo Bernina. Contro il cielo (da sinistra a destra) si distinguono in particolare il Piz Roseg (3920 m), il Pizzo Scerscen (3971 m), il Pizzo Bernina (4049 m) con l'evidente spalla nevosa dove si trova il Rifugio Marco e Rosa, la Crestaguzza (3869 m), il Piz Argient (3945 m), il Piz Zupò (3996 m), la lunga cresta di Bellavista e infine i Pizzi Palù (3905 m) sotto i quali si stende l'ampio Ghiacciaio di Fellaria.

Verso Ovest si staglia contro il cielo il profilo del gruppo montuoso più imponente delle Alpi Orobie, dove sono concentrati i "tremila" di questa porzione dell'arco alpino, tra cui il Pizzo di Coca (3050 m), a sinistra, e il Pizzo Redorta (3038 m), sulla destra. Non sono invece in grado di indicare le altre cime.

Infine, verso Sud-Ovest, vediamo emergere dal mare di nubi il profilo della Presolana (2521 m), la regina delle Prealpi Bergamasche.

Durante la discesa lungo la via normale, nelle vicinanze della Bocchetta di Podavit, abbiamo incontrato numerosi stambecchi. Nella foto a sinistra sinistra ammiriamo un giovane stambecco maschio, in quella a destra due femmine con un piccolo nato all'inizio della stagione estiva (tra la fine di maggio e l'inizio di giugno). I maschi sono più confidenti e si lasciano avvicinare più facilmente delle femmine.

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