Pizzo di Trona (2) - La salita e la cima

 

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In arrampicata sulla prima parte del "lastrone". Alle spalle del mio compagno si vede la prima parte della cresta con la "cavallina" e le roccette successive (attrezzate). Più in fondo si nota il tratto iniziale della cresta, ancora erboso e percorso da una buona traccia. La salita è molto bella, esposta, ariosa e, come si può vedere nella foto successiva, anche panoramica.
   
Salendo lungo le ultime catene del "lastrone". Sullo sfondo la cresta, il Dentini di Trona, la casa dei guardiani e la diga del Lago dell'Inferno. Dalla parte opposta della cresta (verso Est) si trova (ed è ben visibile durante la salita) il Lago di Trona.
   
In questa foto mi si vede impegnato sul diedro più impegnativo. Si scala su roccia solida affrontando difficoltà di II grado con un'uscita (in corrispondenza della profonda V alla mia sinistra) che a mio parere è di III (questa valutazione mi pare più giusta del II+ con cui di solito viene classificato l'intero passaggio). Si vede bene anche lo spit posto all'inizio del diedro. Sul masso in primo piano, a sinistra della corda, si nota un segnavia sbiadito. Se si vuole evitare questo passaggio, bisogna spostarsi ancora un po' a sinistra e superare un diedro più semplice (foto di Roberto Benzi).
   
Questa foto, che ho scattato in discesa, mostra il mio compagno impegnato nel diedro più semplice (I e II). Appena a sinistra del piede di Roberto si nota un segnavia "cancellato" (chissà perché) con una passata di vernice grigia. La stessa cosa si può notare più in basso, sul masso vicino al bordo sinistro della foto. In realtà questi segnavia indicano la via giusta. Fino ad alcuni anni fa anche in questo tratto c'erano delle catene. Adesso sono state smantellate e restano solo quelle della prima parte della cresta (che è più esposta e, senza catene, sarebbe la più impegnativa, anche se non come il diedro di II e III).
   
In questa foto vediamo le roccette che seguono i due diedri. Si arrampica ancora, sebbene su difficoltà minori (I e II). Qui noi abbiamo preferito rimanere legati, sfruttando (dopo lo spit alla base del diedro impegnativo) un fittone cui un tempo era agganciata una catena. Ho letto che dovrebbe esserci qualche ancoraggio in più: noi abbiamo visto solo i due che abbiamo utilizzato. Dopo questo tratto la salita diventa più facile e siamo saliti senza più utilizzare la corda. Il percorso è abbastanza intuibile (a tratti ancora un po' esposto); comunque c'è qualche traccia e si trovano altri segnavia piuttosto sbiaditi.
   
Vediamo ora alcune foto panoramiche scattate dalla cima. Qui (verso Nord) vediamo il Lago di Trona e uno scorcio del magnifico Lago Zancone (l'acqua ha un colore e una limpidezza incredibili) dominati dal versante occidentale del Pizzo Tronella. Più avanti si vede il solco della Val Gerola (con il paese di Gerola Alta) che sfocia nella Valtellina. All'orizzonte, se non fosse coperto di nuvole, dovrebbe vedersi una bella sfilata di montagne, dal Pizzo Badile al Monte Disgrazia.
   
Volgendo lo sguardo a Nord-Ovest possiamo ammirare una parte della cresta percorsa (coi Dentini di Trona) e il Lago dell'Inferno. Sopra lo specchio d'acqua si vedono il Pizzo Varrone (2325 m) e l'ampia sella della Bocchetta di Trona (2092 m), dietro cui si abbassa la Val Varrone. La cima in ombra è il Pizzo Mellasc (2465 m). Alla sua destra si nota il Monte Rotondo (2496 m); alla sua sinistra si vedono il Pizzo Alto (2512 m) e il Monte Legnone (2609 m). Sullo sfondo sfilano le montagne dell'Alto Lario e della Mesolcina (catena dei Muncech).
   
Verso Est-Sud-Est, a picco sotto la cima, si ammira il Lago Rotondo, un altro magnifico specchio d'acqua, sopra il quale si alza la struttura rocciosa della Torre Maria. Sulla sinistra si vede la testata della Valle di Trona con la Bocchetta di Trona (2224 m; chiamata anche Bocchetta di Val Pianella) da cui passa il giro dei laghi della Val Gerola.
   
In quest'ultima fotografia vediamo il Pizzo dei Tre Signori (2554 m), il signore della Val Gerola che però, rispetto al Pizzo di Trona, se ne sta un po' appartato in fondo alla valle.
   

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