Pizzo Scalino (salita primaverile)
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Il Pizzo Scalino nella luce del tardo pomeriggio, visto dal sentiero che collega il Rifugio Zoia e l'Alpe Campagneda. A sinistra della cima si nota la piccola punta rocciosa del Cornetto (2850 m). L'itinerario estivo sale lungo il canale sulla destra; quello invernale, descritto nella relazione, percorre l'ampio pendio che scende sulla sinistra e raggiunge una sorta di sella/pianoro appena visibile contro il margine sinistro della foto. Il pendio, nella parte alta, è abbastanza ripido e richiede condizioni di neve sicura. Noi lo abbiamo salito in gran parte con le ciaspole, poi la durezza della neve e la pendenza ci hanno fatto procedere con i soli scarponi. |
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La cima del Monte Disgrazia (3678 m) e i suoi satelliti illuminati dal sole sorto da poco. In primo piano si vedono le piste di sci del Monte Motta (2336). |
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La bella piramide sommitale del Pizzo Scalino vista dalla valletta che si percorre dopo aver superato il pendio Nord-Ovest del Cornetto. Siamo circa a 2800 m di quota. In questo tratto abbiamo portato le ciaspole sulle zaino, ma poi le abbiamo calzate di nuovo all'inizio del pendio sotto la piramide perché da lì fino alla cresta finale la neve (a causa della temperatura elevata di quel giorno) non sosteneva il nostro peso. Se fossimo riusciti ad affrontare la gita un mese prima, all'inizio di maggio o alla fine di aprile, sicuramente le avremmo usate di più e avremmo incontrato la neve già dal Rifugio Zoia invece che dal Piano di Campagneda. |
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Eccoci sulla Vedretta dello Scalino. Sul fondo, contro il cielo, si vede la cresta Sud-Est della montagna: il piccolo colle a quota 3230 m non è il punto più basso, visibile sulla sinistra della foto, ma quello a destra dell'evidente tratto orizzontale della cresta (praticamente al centro della foto). Lo si raggiunge superando un corto pendio piuttosto ripido che può essere interrotto da una sorta di modesta crepaccia terminale che richiede un po' attenzione (specie se è coperta da neve molle), ma che non presenta particolari difficoltà. |
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Ed eccoci sulla cresta terminale, nel tratto immediatamente successivo al colletto di uscita (visibile all'altezza delle spalle del mio compagno). Sulla sinistra si nota la Cima Fontana (3197 m); in secondo piano si vedono le cime della sinistra idrografica della Val Fontana; sullo sfondo, contro il cielo e oltre il profondo solco della Valtellina, sfilano le Alpi Orobie ancora molto innevate (quello che si vede è il loro versante settentrionale). |
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Siamo quasi in cima: alle spalle del mio compagno si vede la fascia di rocce che occorre superare affrontando qualche breve passaggio di I o al massimo di II grado. Le foto, come spesso accade in queste occasioni, non rendono esattamente la natura del terreno. Pur non essendo difficile la cresta presenta alcuni tratti abbastanza esposti al di sopra dei ripidi pendii che scendono a Sud (Val di Togno). |
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La cima del Pizzo Scalino è estremamente panoramica. Qui l'obiettivo della macchina fotografica è puntato a Nord, in direzione del Gruppo del Bernina. Contro il cielo si distinguono, da sinistra, il Pizzo Sella (3511 m), il Piz Roseg (3920 m), il Pizzo Scerscen (3971 m), il Pizzo Bernina (4049 m), la Crestaguzza (3859 m), il Piz Argient (3945 m), il Pizzo Zupò (3995 m), la cresta dei Bellavista e i Pizzi Palù (3905 m la punta più alta), sotto i quali si stende l'ampia vedretta di Fellaria. In basso si vedono la distesa in parte acquitrinosa del Piano di Campagneda e due degli omonimi laghi (meta di una bellissima e facile gita nella stagione estiva). |
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Questa foto è un particolare della precedente, ripreso con il teleobiettivo: da sinistra si vedono la bella piramide rocciosa del Piz Roseg, la massa del Pizzo Scerscen, l'innevata punta del Pizzo Bernina, la Rocciosa Crestaguzza (che da qui non ha il caratteristico aspetto che le ha dato il nome), la punta innevata del Piz Argient, il Pizzo Zupò e la cresta dei Bellavista. |
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Ancora una foto scattata dalla cima del Pizzo Scalino, ma verso Sud. In primo piano si vede la massiccia forma del Pizzo Painale (3248 m). Contro il cielo si profilano le Alpi Orobie, tra cui spiccano, a sinistra della cima del Pizzo Painale, il gruppo del Pizzo Redorta (3038 m) e il Pizzo Coca (3050 m), punto culminante della catena orobica. |
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Ed eccoci nella zona del Piano di Campagneda. Lo sfondo è dominato dalla bella mole del Monte Disgrazia (3678 m), cui fanno da corona, a sinistra i Corni Bruciati (3114 m) e il Pizzo Cassandra (3226 m), a destra il monte Sissone (3330 m), la Cima di Rosso (3366 m) e la Cima di Vazzeda (3301 m), sotto cui si stende l'omonima vedretta. |
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