Monte Resegone - Traversata delle creste (1)
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La chiesa e alcune case di Brumano (911 m), il piccolo centro abitato in fondo alla Valle Imagna da cui inizia e dove termina l'escursione presentata nella relazione. Nell'angolo destra in basso si vede uno dei due parcheggi dove è possibile lasciare l'auto. |
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Il grande faggio monumentale che si incontra salendo sui pascoli sopra Brumano. Se ne incontra un secondo anche durante la discesa, poco prima di arrivare nuovamente a Brumano. |
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Dal valico della Passata (1244 m) si può dare uno sguardo alla meta principale dell'escursione: sullo sfondo della foto appare infatti la vetta del Resegone (a destra della quale si vede l'edifico del Rifugio Azzoni). La cima più alta, sulla destra, è il Pizzo di Brumano (1851 m), dietro cui si intravede il Pizzo Daina (1864 m). Sotto il Rifugio Azzoni si vede il solco del Canalone di Val Negra, lungo il quale sale uno degli itinerari più diretti per raggiungere la cima del Resegone partendo da Erve. |
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Ed eccoci impegnati nella prima parte della cresta, che dalla Passata sale alla Cima Quarenghi. E' il tratto più ripido di tutta l'escursione. Il sentiero, ben segnalato ed evidente, si tiene talvolta sul filo, talvolta sul suo fianco orientale per evitare qualche salto roccioso. In fondo, prima che la cresta riprenda a salire verso la Corna Camozzera, si vede il valico della Passata. |
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In questa foto si vede uno dei tanti traversi sul versante orientale della cresta, erboso e spesso ripidissimo. Il buon sentiero permette di procedere sicuri, ma sempre senza dimenticare la dovuta attenzione. Come ho scritto nella relazione, l'escursione ha difficoltà escursionistiche solo in mancanza di neve, altrimenti questi pendii diventano decisamente più impegnativi e la salita può assumere un carattere alpinistico. |
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Montagna popolarissima e frequentata, il Resegone vede alle sue pendici numerosi rifugi. Qui, dall'alto della cresta, possiamo ammirare uno di quelli storici, la Capanna Monzesi (1173 m), raggiungibile da Erve con una comoda passeggiata, oppure da Lecco (o anche, più comodamente, dai Piani d'Erna) dopo aver scavalcato il Passo del Fo, di poco più alto (1284 m). |
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Questa foto, come le due successive, è stata scattata dalla Cima Quarenghi (1636 m). Qui vediamo l'ultimo tratto della salita. Sullo sfondo, verso Sud, il panorama è molto vasto: in primo piano osserviamo le boscose sommità della Corna Camozzera (1452 m) e dell'Ocone (1369 m), alla cui destra si vede il solco della valle di Erve che sfocia in quella dell'Adda (si vede il piccolo lago di Olginate, formato proprio dal fiume che, uscito dal lago di Como, scende verso il Po). Più in fondo, sulla destra, si delinea la lunga dorsale del Monte San Genesio (832 m), ormai in Brianza. Poi, nella foschia, si stende la Pianura Padana. |
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Verso Sud-Est lo sguardo prende d'infilata l'intera Valle Imagna, con i suoi tanti paesi e le sue diramazioni. Sulla destra, in alto, si notano i monti della Valcava, l'ultima elevazione della catena montuosa che dal Resegone scende verso la pianura, delimitando a Ovest l'intera Valle Imagna. |
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Questa foto è ripresa guardando verso Nord: sulla destra si vede la tondeggiante sommità della Cima di Piazzo (1645 m). Poi, lungo la cresta che sale verso sinistra si distinguono, come minuscoli rilievi, le sommità dei Solitari (1667 m) e della quota 1756 m, che spesso è indicata come il Pizzo di Brumano che invece, dopo alcune ricerche, credo che sia quello che nella foto appare come la cima più alta (1851 m). Alla sua sinistra, molto più basso a causa della prospettiva, si vede il punto culminante del Monte Resegone, cioè la Punta Cermenati (1875 m). |
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In questa foto, ripresa dal sentiero che aggira a Est il modesto testone roccioso che segue la Cima di Piazzo, vediamo i Solitari. Il sentiero segnalato li aggira sulla destra (Est). Il superamento di questa cima lungo il filo della cresta è impegnativo perché, come si può vedere nella foto, ci sono diversi passaggi rocciosi, brevi ma in alcuni casi anche esposti (per questo si veda l'appendice alla relazione). |
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Questa foto è stata scattata dai pressi della cima dei Solitari verso Sud e rivela il carattere impegnativo della salita. Tratti di prato talvolta assai ripidi e percorsi da una traccia ridotta ai minimi termini si alternano a brevi passaggi rocciosi. C'è qualche vecchio segno di vernice rossa ormai assai sbiadito, ma non del tutto invisibile. Il percorso di questo tratto di cresta è a mio parere riservato ad escursionisti esperti con almeno un po' di pratica di arrampicata. |