Sentiero Roma - Terza tappa
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Lasciato il Rifugio Gianetti, ci voltiamo a vedere l'ultima parte della seconda tappa (foto a sinistra): si distinguono il Pizzo Ligoncio (3032 m; è la cima più alta) e, alla sua destra, la Cima del Barbacan (2738 m). A destra di quest'ultima, dove finisce la linea d'ombra diagonale, si trova il Passo del Barbacan (2598 m), punto di passaggio tra la Val Codera e la Val Porcellizzo. Nella foto a destra vediamo l'Anticima meridionale del Pizzo Cengalo, posta lungo la sua lunga cresta Sud-Sud-Ovest, il celebre "Spigolo Vinci", una delle arrampicate più belle della regione, con difficoltà fino al V+. |
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Ecco ancora due immagini con le più belle montagne della Val Porcellizzo. Nella foto a sinistra vediamo la Punta Sant'Anna (3171 m), il Pizzo Badile (3308 m) e la Punta Sertori (3195 m), con la cresta Sud (via Marimonti) in evidenza tra luce e ombra. Del Pizzo Badile si osserva la vasta parete Sud-Est, percorsa da numerosi itinerari di arrampicata; al limite sinistra di questa parete, nei pressi della cresta che scende verso sinistra (cresta SSE), passa la via normale (II e III). Nella foto a destra, oltre al Pizzo Badile e alla Punta Sertori, osserviamo di nuovo il Pizzo Cengalo (3367 m), con la sua lunga cresta Sud-Sud-Ovest ("Spigolo Vinci") e le sue anticime: orientale (a destra) e meridionale (sulla cresta Sud-Sud-Ovest). |
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Raggiunto il Passo Camerozzo (2720 m) si impone innanzitutto alla vista la grande mole del Monte Disgrazia (3678 m), ai cui piedi giungeremo alla fine della quarta tappa. Sotto la sua cima, si riconosce la tozza forma del Torrione Qualido (2707 m): il Passo Qualido Nord (2647 m), da cui passa il Sentiero Roma, è l'intaglio subito alla sua sinistra. Nella foto a destra si vede la prima parte della discesa dal Passo Camerozzo in Valle del Ferro: placche, cenge e canalini si percorrono con la dovuta attenzione utilizzando le catene che garantiscono la sicurezza e facilitano la progressione. |
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Nella foto a sinistra vediamo un altro passaggio della discesa dal Passo Camerozzo. A destra vediamo invece la parete Est del Pizzo Camerozzo lungo cui si svolge la discesa dal passo. Si percorre prima una diagonale verso Sud (sinistra nella foto), poi una diagonale verso Nord (destra nella foto). Le due diagonali si distinguono abbastanza bene nella foto. Come si può notare, ci si muove su una parete vera e propria: il casco potrebbe davvero essere molto utile. Noi però (le foto lo dimostrano chiaramente) non l'avevamo portato. Farlo sarebbe stato probabilmente più saggio. |
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I Pizzi del Ferro chiudono a Nord l'omonima valle. Nella foto a sinistra, separati dall'intaglio del Passo del Ferro (3205 m), vediamo il Pizzo del Ferro Occidentale (3267 m)) e il Pizzo del Ferro Centrale (3287 m), detto anche Cima della Bondasca. Nella foto a destra, sullo sfondo di una grande placca percorsa da un torrentello, vediamo (parzialmente) il Pizzo del Ferro Centrale, il Torrione del Ferro (3235 m) e, molto più a destra, il Pizzo del Ferro Orientale (3200 m). |
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Nella foto a sinistra vediamo un altro particolare della catena dei Pizzi del Ferro: al centro spicca il Torrione del Ferro con la massiccia ed estrema propaggine della sua cresta Sud. La foto a destra ci mostra impegnati nella prima parte della discesa dal Passo Qualido Nord (si vede bene anche la traccia, da non seguire, che prosegue verso il Passo Qualido Sud). |
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Nella foto a sinistra si osserva un altro passaggio (la cengia esposta) lungo la discesa dal Passo Qualido: dopo la breve risalita visibile in alto nella foto, la discesa prosegue su terreno assai esposto prima di raggiungere la base della parete. Nella foto a destra vediamo invece il caratteristico Passo dell'Averta. Tra le pareti dello stretto intaglio possiamo scorgere il fondo della Val Qualido, dominato da una poderosa parete di granito compatto, e il solco della Val di Mello. |
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A sinistra vediamo un passaggio lungo la discesa in Valle di Zocca dal Passo dell'Averta. L'itinerario percorre cenge e canalini attrezzati. C'è ancora qualche passaggio esposto, ma nel complesso questa discesa è abbastanza facile. A destra si può invece ammirare uno scorcio della testata della Valle di Zocca. Sulla sinistra, ombreggiata dalle nubi, si distingue la Punta Allievi (3123 m), con il lineare profilo del suo celebre spigolo Sud percorso dalla via Gervasutti (IV e V). Illuminata dal sole viene poi la Cima di Castello (3386 m), separata dalla Punta Rasica (3305 m) dal nevoso Passo Lurani (3215 m). |
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Nella foto a sinistra abbiamo una bella visione panoramica dalla Valle dell'Averta. In primo piano vediamo la parte terminale dello spigolo Sud del Monte di Zocca, che occorre scavalcare prima di arrivare al Rifugio Allievi. In secondo piano si vede la cresta che separa la Valle di Zocca dalla Val Torrone: in alto a sinistra svetta il Picco Luigi Amedeo (2800 m), che domina il Passo di Val Torrone, primo passaggio della quarta tappa. In terzo piano, completamente in ombra, si vede una parte della cresta che separa la Val Torrone dalla Val Cameraccio. Sullo sfondo, le nubi nascondono la cima del Monte Disgrazia, ma lasciano vedere la cresta che separa la Val Cameraccio e la Val di Mello dalla Valle di Preda Rossa. Nella foto a destra vediamo il Rifugio Allievi-Bonacossa, punto di arrivo della terza tappa. In realtà sono due costruzioni: il Rifugio Allievi, a destra, che attualmente è seriamente danneggiato, e il Rifugio Bonacossa, a sinistra. |
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