Taou Blanc dal Pian del Nivolet
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Una volta raggiunti i Piani del Rosset, ci si muove in un ambiente molto bello (caratterizzato dalla presenza di numerosi laghi e laghetti) e circondati da un vasto panorama. In questa foto vediamo il Lago Rosset (2703 m) dominato dalla vicina Punta Basei (3338 m). Sullo sfondo si notano la Grande Aiguille Rousse (3482 m), al centro, e le prime cime del gruppo delle Levanne (a sx). |
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La Grande Aiguille Rousse ripresa con il teleobiettivo. Proprio sotto si nota la Cima d'Oin (3280 m), interamente rocciosa. Alla sua sinistra vediamo la Cima del Carro (3326 m), con l'omonimo ghiacciaio. Sulla destra si osserva invece Punta della Vacca (3183 m). Sotto queste montagne si trova il Lago Serrù (2278 m), vicino al quale passa la strada che sale al Colle del Nivolet. |
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I Piani del Rosset con l'omonimo lago dominati dal gruppo delle Levanne, le montagne che caratterizzano il panorama di Ceresole Reale. Da sinistra si distinguono: Levannetta (3439 m), Levanna Centrale (3619 m), Levanna Occidentale (3593 m), Aiguille Percée (3427 m) e Uja di Nel (3382 m). Sulla sinistra, scurissimi per il controluce, si delinenano i Denti del Nivolet (2760 m il punto più alto). |
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Proseguendo nella salita si possono ammirare i Laghi Tre Becchi (2727 e 2722 m) sullo sfondo del gruppo del Gran Paradiso (la cima principale appare solo in parte sulla sinistra della foto). Contro il cielo, da sinistra, si osservano: Tresenta (3609 m), Ciarforon (3642 m), Becca di Monciair (3544 m), Denti del Broglio (3454 m), Punta Fourà (3411 m) e,subito alla sua destra, Mare Percia(3385 m) |
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Il Gran Paradiso (4061 m) con sulla destra la piccola punta rocciosa della Becca di Moncorvé (3875 m) e la sella del Colle del Gran Paradiso (3345 m). |
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Lungo il sentiero che costeggia in alto il Lago Rosset, guardando verso Nord. Si impone alla vista la parete meridionale della Punta Bes (3177 m), dietro la quale, più bassa per la prospettiva, si delinea la cresta sommitale della Punta del Leynir (3235 m). L'itinerario per il Colle del Leynir passa a destra della Punta Bes e supera con un bel tracciato i pendii erbosi ben visibili nella foto. |
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Eccoci finalmente in vista della meta, il Taou Blanc (3438 m) con il suo caratteristico profilo. La vetta non è il punto che appare più alto, ma la puntina alla sua sinistra. Il Colle del Leynir (3084 m) è nascosto dalla cresta della Punta Bes, (visibile sulla sinistra dell'immagine) e si trova alla base dell'unica zona che, nella foto, appare illuminata dal sole (si notano anche le rocce biancastre che danno il nome alla montagna). |
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La Punta del Leynir vista dal vallone che porta al colle (posto alla base della cresta Nord-Est della montagna, sulla destra della foto). L'ambiente, privo di vegetazione, ha qualcosa di lunare; anzi forse sarebbe meglio dire di "marziano" per via del colore delle rocce e della sabbia (proprio sabbia, non terra) presente nel vallone e sui suoi fianchi. |
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In questa foto vediamo il primo tratto della salita al Taou Blanc classificabile EE, poco sopra il Colle del Leynir. In rosso ho segnato con discreta precisione il percorso descritto nella relazione (vedi le ultime due foto). In giallo ho indicato in modo più approssimativo il tracciato che porta alle roccette da superare mediante una breve arrampicata lungo un canalino inclinato a sinistra. |
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Il lungo, ampio ed elementare pendio che costituisce il versante Sud-Ovest del Taou Blanc. Lo percorre una discreta traccia di sentiero con qualche ometto di pietre a indicare la rotta. Il pendio è detritico e sabbioso e, sgombro di neve, non offre difficoltà. |
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In primo piano vediamo ancora il pendio che porta in cima al Taou Blanc sullo sfondo delle cime della Valle di Rhêmes. Sulla destra, in ombra, si notano le due cime (N e S) della Punta del Leynir. In lontananza si notano invece alcune delle cime principali della valle (vedi la foto sotto). |
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In questa foto (scattata con il teleobiettivo) vediamo un particolare di quella precedente con alcune delle principali cime della Valle di Rhêmes: la Tsanteleina (3601 m), a sinistra, la Granta Parei (3387 m), al centro, e la Becca della Traversière (3337 m), a destra. Ben visibili sono anche il Ghiacciaio di Tsanteleina (a sinistra) e il Ghiacciaio di Goletta (a destra). |
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L'arrivo in vetta al Taou Blanc implica pochi metri di facile arrampicata (I). Foto di Roberto Benzi. |
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Dall'estate del 2022 sulla cima del Taou Blanc è collocata una piccola croce metallica con una campanella. Dietro di essa si dovrebbe vedere il MOnte Bianco, qui purtroppo nascosto dalle nubi. La cima visibile sulla destra della foto è l'Aouillé (3340 m). |
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In questa foto scattata durante la discesa vediamo la caratteristica cengia diagonale che permette di superare il tratto più impegnativo della salita al Taou Blanc. Si nota bene anche il pulpito di rocce grigie che si raggiunge con breve traversata dal Colle del Leynir (osservando bene si nota anche il sentiero). |
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Lo stesso passaggio visto dal basso. La cengia è facile e occorre solo un minimo di attenzione, specie in discesa, per la presenza di un po' di sabbia sulle rocce. Naturalmente le cose sarebbero diverse in presenza di neve (foto di Roberto Benzi). |
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In questa foto di Riccardo Benzi (scattata durante la salita) vediamo l'uscita del canalino che permette di superare il breve salto di rocce che si deve affrontare se non si scegli il più facile percorso della cengia obliqua. |
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Panoramica ripresa dai pressi dell'Alpe Riva. Si ammirano l'ampia distesa del Pian del Nivolet e, sulla destra, uno degli omonimi laghi. Sullo sfondo, sulla sinistra, si staglia la Grivola (3969 m); a destra si vede il Gran Paradiso con i suoi satelliti più vicini: Piccolo Paradiso (3926 m), subito a sinistra, Becca di Montandayné (3838 m) ed Herbetet (3778 m). Foto di Riccardo Benzi. |
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In primo piano vediamo l'ampia superficie del Lago Rosset con, sullo sfondo, il gruppo delle Levanne, a sinistra, la Grande Aiguille Rousse e, a destra, la Punta Basei (foto di Riccardo Benzi). |
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Uno dei Laghi dei Tre Becchi con una parte dei Piani del Rosset sullo sfondo delle montagne della Valsavarenche, dalla Becca di Montandayné, a sinistra, alla Punta Fourà, a destra (foto di Riccardo Benzi). |
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