Tour dell'Argentera - Quarta tappa (variante alpinistica)

 

Indietro (torna alla relazione della tappa)    Indietro (torna alla pagina introduttiva)

 

Nella foto a sinistra (scattata la sera precedente) vediamo la Cima Sud dell'Argentera, con la Cima Purtscheller (3040 m), subito sotto illuminata dal sole, e la Cima Genova (3191 m), più a destra contro il cielo e in ombra. Il Passo dei Detriti si trova al sommo del lungo pendio di sfasciumi con un po' di neve ai lati e compreso tra i due speroni rocciosi illuminati dal sole. In primo piano si vede anche il corto pendio erboso da superare per arrivare alla conca detritica sotto il passo. Nella foto a destra vediamo un momento della salita, nelle ultime ripide decine di metri prima del colle (si vede anche la traccia che percorre il pendio detritico e che rende più agevole la salita, che altrimenti risulterebbe davvero faticosa).

Nella foto a sinistra (di Roberto Benzi): la vasta parete orientale della Cima Sud dell'Argentera, come appare dai pressi dell'attacco. Al di sopra delle placche che caratterizzano la parte bassa della parete si vede la cengia della via normale, che prima scende leggermente, poi sale trasformandosi in una sorta di rampa che conduce al canale-camino prima della cresta finale, a destra della cima. Nella foto a destra siamo impegnati sulle facili roccette che portano all'inizio della cengia (si vede un segnavia rosso piuttosto sbiadito in primo piano). In fondo, dove termina il pendio nevoso, si intravede la piazzola con lapide dove si può lasciare il materiale non necessario per la salita alla Cima Sud dell'Argentera.

In queste due foto vediamo i passaggi attrezzati con corde di nylon nella prima parte della cengia: a sinistra il saltino di 2 metri o poco più che bisogna scendere all'andata e salire al ritorno; a destra il breve tratto che la parete aggettante costringe a percorrere un po' all'esterno (quasi a carponi in mancanza della corda fissa). Nella foto a destra vediamo anche una porzione più ampia del glacionevato chiamato "la Balconera". Alla sua sinistra si vede lo speroncino roccioso che si percorre all'inizio della discesa verso il Rifugio Genova-Figari. Allo speroncino si arriva dalla piazzola, aggirando sia a sinistra (sul versante visibile nella foto) che a destra la puntina rocciosa in ombra che si alza proprio sopra il nevaio.

Nella foto a sinistra: un tratto abbastanza largo e comodo nella seconda parte della cengia. A destra: alla fine la cengia si trasforma in una sorta di rampa che porta alla base del canale-camino che permette di uscire in cresta vicino alla vetta.

A sinistra: arrampicando sulla bella roccia rossastra del canale-camino (II), anch'esso attrezzato con una corda di nylon. A destra: la croce sulla Cima Sud dell'Argentera (3297 m). Sulla sinistra della foto si vede la massa grigia della Cima di Nasta (3108 m). Purtroppo le nubi sono arrivate presto a coprire le cime, togliendoci la possibilità di godere del vastissimo panorama che si gode dalla vetta. Nelle giornate più limpide si riescono a vedere le grandi montagne della Val d'Aosta (dal Monte Bianco al Monte Rosa) verso Nord e addirittura la Corsica verso Sud.

Nella foto a sinistra si vede in primo piano la vicinissima Cima Nord dell'Argentera (3286 m). Nella foto a destra, scattata guardando a Nord-Nord-Ovest, vediamo invece la parte sommitale del Corno Stella (3050 m), una montagna dall'aspetto particolare sulla cui bellissima roccia corrono numerose vie di arrampicata, sia classiche che moderne.

A sinistra vediamo in primo piano la morena della "Balconera", dove si arriva dopo essere scesi lungo lo speroncino sotto il Passo dei Detriti (vedi la sesta foto). In secondo piano osserviamo la catena di cime che domina a Sud-Est il Lago del Chiotas; da sinistra si distinguono: il Colle di Fenestrelle (2462 m), il Roc di Fenestrelle (2758 m), la Bassa Margot (2646 m), la Cima dell'Agnel (2927 m) e il Caire dell'Agnel (2935 m). Tra le ultime due cime si nota una cresta dentellata: dovrebbe essere la Cima di Cougourda (2921 m). Infine, contro il cielo, la montagna più alta è il Monte Gelas (3143 m). Nella foto a destra vediamo il tratto attrezzato lungo le placche percorse dal torrentello che scende dalla "Balconera" (foto di Roberto Benzi). Poco più in basso si riesce a individuare la cengia che permette di attraversarlo.

A sinistra: il guado del torrentello sulle placche sotto "la Balconera". A destra vediamo il Bivacco del Baus (2568 m) sullo sfondo del Lago artificiale del Chiotas. Al termine della stradina sterrata si individua anche il Rifugio Genova-Figari. Nella foto si possono anche individuare alcuni punti caratteristici della discesa dal bivacco al rifugio: la grande pietraia di grossi massi da attraversare seguendo i segnavia gialli; il salto di rocce sotto cui transita l'itinerario; la lunga cresta orientale della Cima del Baus, alla base della quale si può vedere l'esposta cengia erbosa del "Passaggio del Baus".

La foto a sinistra è stata scattata poco sotto il bivacco. Si vede bene quasi tutto il il Lago del Baus con le due dighe che lo formano. Sullo sfondo, da sinistra a destra, si possono vedere la Punta Ciamberline (2790 m; il punto più alto quasi al centro della foto), il Caire Ciamberline (2736 m), la Punta di Fenestrelle (2699 m), il Colle di Fenestrelle (2462 m) e il Roc di Fenestrelle (2758 m). La foto a destra è stata scattata nel canale che, a ridosso della cresta orientale della Cima del Baus, scende fino alla cengia del "Passaggio del Baus" (se ne vede l'inizio un po' a destra del profondo intaglio che si apre nel punto in cui il canale precipita quasi verticalmente verso il lago).

Nella foto a sinistra, sullo sfondo delle cime già individuate, vediamo l'esposta cengia erbosa del "Passaggio del Baus", percorsa da una traccia di sentiero che porta al tratto attrezzato con un robusto cavo d'acciaio visibile nella foto a destra. In quest'ultima foto si possono vedere anche i salti rocciosi che precipitano verso il lago. Il passaggio richiede la dovuta attenzione, specialmente se il terreno è umido o bagnato (eventualmente ci si può assicurare al cavo).

A sinistra: ancora lungo il "Passaggio del Baus", nel tratto, ancora abbastanza esposto, dopo la fine del cavo d'acciaio. Nella foto a destra vediamo il Lago artificiale del Chiotas. Si notano bene le due dighe separate da un dosso di roccia sul quale si trova la moderna casa dei custodi. Oltre il lago si apre il solco del Vallone della Rovina, parte anch'esso, come tutti gli altri valloni percorsi durante il tour, della Valle Gesso. Sulla sinistra si vede in parte il Vallone del Chiapous, con in bella evidenza la punta della Rocca Barbis (2753 m).

Al centro della foto a sinistra, scattata dal Rifugio Genova-Figari, vediamo tutto il Vallone del Chiapous che si risale interamente nel corso della quinta e ultima tappa del tour. In alto, a destra del Colle del Chiapous, da cui transita il sentiero, vediamo la  Punta del Chiapous (2805 m; in ombra) e la Rocca Barbis (2753 m). A sinistra del lago, parzialmente in ombra, si vedono i salti rocciosi attraversati dal "Passaggio del Baus". Nella foto a destra vediamo il Rifugio Genova-Figari con in primo piano l'estremità settentrionale del Lago Brocan (2004 m). Il rifugio è infatti costruito su un bel poggio di roccia ed erba tra questo lago naturale e il più grande Lago artificiale del Chiotas (1970 m).

Indietro (torna alla relazione della tappa)    Indietro (torna alla pagina introduttiva)