Via Spluga - Seconda tappa
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Iniziamo la seconda tappa lasciandoci alle spalle l'abitato di Isola, frazione del comune di Madesimo. Nella foto, spicca sopra le case il campanile della chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Martino e Giorgio, risalente al XV secolo. Tra le case si trova anche l'antico edificio del Casón, costruito nel 1722: un tempo era una sosta, oggi è diventato la caratteristica Locanda Cardinello. La prima parte dell'itinerario si svolge sulla strada asfaltata visibile in primo piano: la si segue fino alle case di Mottaletta, da cui si comincia a salire lungo l'antica mulattiera che, attraverso Rasdeglia, ci porta a Soste e poi nella Gola del Cardinello |
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Finalmente, oltrepassate le case di Mottaletta (visibili al centro della foto), il paesaggio si apre. In primo piano vediamo la mulattiera che sale alle belle case in legno di Rasdeglia. Più in fondo, oltre le case di Mottaletta, si vedono Isola e il suo lago artificiale (a Isola è presente anche una centrale idroelettrica). Contro il cielo, verso il margine sinistro della fotografia, si distingue anche la piramide del Pizzo Stella (3163 m), uno dei più frequentati "tremila" della Valle Spluga. Quella che si vede è la parete Nord-Ovest, un tempo perennemente caratterizzata da un bel canalone nevoso che ora invece scompare quasi del tutto in estate. |
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Dopo Rasdeglia la Via Spluga raggiunge le baite di Soste, dove cambia decisamente direzione e, verso Est, si addentra nella Valle del Cardinello seguendola sul lato destro idrografico fino ad un ponticello di legno ricostruito nel 1998. Guadagnato l'opposto versante della valle, il sentiero sale fino a incontrare il tratto più suggestivo di questa tappa: la Gola del Cardinello. Nella foto si vede l'inizio del percorso tagliato nella roccia della parete che precipita sul fondo della gola. L'immagine lascia solo intuire l'altezza del salto roccioso, che invece risulta più evidente nella foto successiva. |
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Ancora un'immagine della Gola del Cardinello, ripresa però dalla sua uscita. Come si può vedere il sentiero è piuttosto largo; ciò non toglie che occorra fare sempre una certa attenzione, specialmente se il terreno non è asciutto. Questo spettacolare percorso risale probabilmente alla seconda metà del XVII secolo, ma solamente dopo il 1709 fu definitivamente compiuto: venne infatti allargato e dotato di nuovi muri di sostegno, staccionate e tratti coperti. Dopo essere caduto in disuso, è stato reso di nuovo percorribile negli anni Ottanta del secolo scorso. |
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Ed eccoci usciti dalla Gola del Cardinello; siamo ormai giunti all'altezza della diga del Lago di Montespluga. In primo piano si vede un tratto dell'antico percorso. Poi, oltre il solco della gola che abbiamo appena percorso, si vedono le propaggini occidentali dell'ampia dorsale degli Andossi (all'altezza di Stuetta). Il panorama si è di nuovo allargato: in questa foto ne vediamo solo una parte: un po' sulla sinistra, contro il cielo, si nota la bella piramide rocciosa del Pizzo Quadro (3015 m), sulla destra si vede il gruppo Monte Bardan-Cima di Barna. Ai piedi di queste cime si può osservare la verdeggiante distesa del Pian dei Cavalli. |
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Nell'ultimo tratto prima del passo, ci voltiamo ad ammirare la vasta conca di Montespluga, con l'omonimo lago creato dalla diga costruita nel 1931. La strada statale percorre la sponda sinistra idrografica, la Via Spluga si tiene su quella destra (un tempo la strada dello Spluga passava in mezzo alla conca ora riempita dalle acque del lago). Sullo sfondo, sulla sinistra, si staglia il Pizzo d'Emet (3209 m), sulla destra si vede il Pizzo Groppera, dove arrivano gli impianti sciistici di Madesimo. In centro alla foto si osservano le case di Montespluga (1905 m), dove, fino al 1841, si trovavano l'unico ospizio e l'unica chiesa nei pressi del Passo dello Spluga. |
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Abbiamo appena lasciato alle nostre spalle il Passo dello Spluga, punto culminante della nostra camminata, e stiamo scendendo lungo l'ampio vallone dell’Hüscherenbach che ci porterà fino a Splügen. In primo piano si vede un tratto dell'antico tracciato della Via Spluga che, vicino al passo e fin quasi all'incrocio con la strada asfaltata, si è ben conservato. Le tre cime calcaree che spiccano contro il cielo dovrebbero essere (da sinistra) il Wisshorn (2988 m), l'Alperschällihorn (3039 m) e il Teurihorn (2973 m), la cima che domina Splügen e che appare più alta solo perché è più vicina rispetto alle altre che si trovano un poco più a Nord. |
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Dopo aver incrociato la strada cantonale presso il tornante a 1847 m, la Via Spluga torna a trasformarsi in sentiero e si tiene costantemente sul versante sinistro idrografico della valle (la strada asfaltata percorre invece per un tratto il versante opposto). Il percorso tocca le baite di Bodmastafel (o Bodmenstafel; 1787 m), dove si trova anche una stazione degli impianti sciistici di Splügen, e poi torna a traversare verdissimi prati e macchie di bosco. Lo sfondo è dominato dalle tre cime già presentate nella didascalia precedente. Da sinistra: Wisshorn (2988 m), Alperschällihorn (3039 m) e Teurihorn (2973 m) |
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Nel punto in cui il sentiero della Via Spluga attraversa di nuovo la strada cantonale, possiamo ammirare il Marmorbrücke (Ponte di marmo), costruito nel 1834 su progetto dell'ingegnere svizzero Richard La Nicca al posto della precedente passerella di legno. E' solo il primo dei ponti "storici" presso cui o su cui passa il percorso della Via Spluga nel tratto svizzero. Nel corso della terza tappa cammineremo sul Valtschiel-Brücke (risalente al 1925) e durante la quarta tappa scavalcheremo la Viamala sfruttando il Wildener-Brücke (costruito nel 1739). |
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Stiamo ormai per concludere la seconda tappa. Il percorso della Via Spluga raggiunge Splügen attraversando la gola scavata dalle acque dell’Hüscherenbach. Di qui un tempo passava la strada carrozzabile costruita tra il 1818 e il 1823, ma di essa non è rimasta alcuna traccia perché tutto è stato spazzato via dalle alluvioni del 1834. La stradina che vediamo nella foto non è che il fondo di una pista da sci lungo la quale raggiungeremo di nuovo la strada cantonale. Dopo averla attraversata, toccheremo finalmente il fondo della valle del Reno Posteriore, raggiungendo il bel villaggio di Splügen. |
NOTA. Ho elaborato i testi delle didascalie basandomi sulle mie osservazioni e sulle informazioni trovate in Internet, sui cartelli dislocati lungo il percorso e soprattutto nella guida di Kurt Wanner citata nella pagina introduttiva (Bibliografia).
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