Resegone - Canalone Bobbio
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1300 m circa DURATA: 3,30/3,45 ore la salita; 2/2,30 ore la discesa DIFFICOLTA': F+/PD- AGGIORNAMENTO RELAZIONE: febbraio/marzo 2008
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Come ho già scritto presentando la salita al Canalone Còmera, l’ampio versante occidentale del Resegone, affacciato su Lecco e sul Lago di Como, è ricco di possibilità per gli amanti della montagna e delle salite su neve. Il Canalone Còmera è forse la salita più nota, ma anche quella del Canalone Bobbio (F+/PD-) merita, a mio parere, di essere proposta. Il canale in sé è più corto e un po’ più facile del Còmera, ma il percorso che lo unisce alla vetta principale del Resegone si svolge in un ambiente molto bello a cui la neve conferisce un tocco di alta montagna che ne aumenta la suggestione. Piccozza e ramponi sono naturalmente necessari: è vero che le condizioni di questi percorsi sono molto variabili, perché la neve può essere tanta o poca, ghiacciata o molle, segnata da una traccia o vergine, ma proprio per questo ritengo che sia ottima abitudine avere sempre con sé questi due attrezzi. Se li ho portati, posso decidere di non usarli, ma la situazione contraria potrebbe rivelarsi pericolosa (e ciò vale anche per la discesa). Come per ogni salita invernale, ritengo essenziale consultare il bollettino valanghe: le condizioni del manto nevoso devono essere sicure e ciò vale soprattutto per i ripidi pendii che bisogna attraversare per arrivare all’inizio del canale.
Quest’inverno (2007/2008) il Canalone Bobbio è stato un po’ trascurato per via della chiusura della funivia dei Piani d’Erna (che dovrebbe riaprire nell’estate del 2008); la mia descrizione parte comunque dal piazzale/parcheggio della funivia, a Versasio (frazione di Lecco); quando la funivia funzionerà nuovamente sarà possibile utilizzarla per ridurre il dislivello e la lunghezza dell’avvicinamento. Faccio poi notare che il Canalone Bobbio può essere anche percorso in discesa dopo la salita del Canalone Còmera: quando la funivia tornerà a funzionare questa soluzione può essere, nello stesso tempo, sbrigativa e divertente.
ACCESSO STRADALE. Utilizzando la Strada Statale 36 (superstrada), giunti a Lecco si prende l’uscita per la Valsassina e si segue la nuova strada (prevalentemente in galleria). La si lascia all’uscita per Versasio/Piani d’Erna e si seguono le indicazioni per la funivia che sale ai Piani d’Erna. La macchina si può lasciare nel vasto piazzale/parcheggio della funivia. Se invece non si arriva a Lecco con la superstrada bisogna comunque seguire le indicazioni per la Valsassina e poi quelle per la funivia dei Piani d’Erna
ITINERARIO. Dal piazzale/parcheggio della funivia che sale ai Piani d’Erna (m 602), prendere la stradina a destra della teleferica (cartello indicatore del sentiero n. 1 che sale al Resegone per la via normale). Si incontra subito un sentiero che scende nel bosco verso Est e, perdendo poco più di venti metri di dislivello, raggiunge una stradina asfaltata chiusa al traffico: seguirla verso destra fino al suo termine, davanti a un cancello. Imboccare la mulattiera che parte a sinistra del cancello e seguirla fin sotto le case di Costa; lasciare la mulattiera e salire a sinistra, attraversare le case (m 786) e proseguire fino alla Capanna Stoppani (m 894). A sinistra dell’edificio proseguire lungo il sentiero n. 1 (cartelli indicatori) che, dopo un tratto in salita, compie un lungo traverso pianeggiante fino a guadare un torrentello. Poco dopo lasciare a destra il sentiero n. 6 che sale al Passo del Fo e proseguire lungo il n. 1 fino ad incontrare (a 1000 m circa) una deviazione sulla sinistra che conduce alla Fonte Spreafico e quindi ai Piani d’Erna (cartello indicatore metallico). Seguendo questo sentiero si raggiunge prima la fonte suddetta e poi un gruppetto di baite (m 1170 circa) dove da destra giunge il sentiero n. 7 proveniente dal pian del Fieno. Proseguendo su questo evidente sentiero si raggiunge la Bocca d’Erna (m 1291 – ore 1,45 dal piazzale della funivia).
Dalla Bocca d’Erna volgere a destra (Est) e seguire una stradina (cartelli indicatori del sentiero n. 10) che sale verso un boschetto di conifere; seguire un tornante a sinistra e poco dopo girare a destra (cartello del sentiero n. 10) sotto una villetta. La nuova stradina passa a destra della villetta e termina a m 1330 m circa, dietro ad altre villette: da qui parte il sentiero (segnavia n. 10) che porta all’inizio del canalone. Il sentiero attraversa dapprima un tratto boscoso, poi procede su terreno aperto verso Sud-Est. I pendii che si traversano sono piuttosto ripidi; qualche volta si incontrano passi rocciosi in alcuni casi attrezzati con corde metalliche o catene (l’attraversamento di questi pendii richiede neve sicura). Si giunge così, in corrispondenza di una piazzola artificiale, sulla costola erbosa e rocciosa che costituisce la sponda destra orografica del Canalone Bobbio (m 1460 – ore 0,30 dalla Bocca d’Erna).
Con un breve traverso si giunge sul fondo del canalone e lo si risale; ben presto il canale si restringe e diventa abbastanza ripido; si incontrano alcuni passaggi rocciosi in parte attrezzati con catene (talvolta sommerse dalla neve). Dopo una settantina di metri il canale torna ad allargarsi: lo si risale su pendenza via via meno accentuata fino alla Selletta di Bobbio (m 1740 circa), dominata dalla parete rocciosa della Cima Pozzi. Da qui si volge a destra (Sud) lungo la cresta che porta al Dente: non se ne raggiunge la sommità ma, a circa 1760/1770 m, se ne traversa il versante orientale giungendo alla selletta che precede le Punte Manzoni e Stoppani, che da qui sembrano una sola elevazione. Si procede stando sempre un po’ a sinistra della cresta; si lascia a destra la Punta Manzoni e si sale fin quasi in cima alla Punta Stoppani; se ne traversa il versante orientale tra i 1830 e i 1840 m (ripido) e quindi si scende alla Selletta di Val Còmera, dove esce l’omonimo canalone. Da qui si evita verso sinistra un tratto roccioso più ripido (si può anche superare un canalino roccioso di I grado appena a sinistra della linea di cresta) e, tornati in cresta, si raggiunge facilmente la grande croce della Punta Cermenati, punto culminante del Resegone (m 1875 – ore 1,15/1,30 dall’inizio del Canalone Bobbio; ore 3,30/3,45 dal piazzale della funivia)
DISCESA. Avviene lungo la via normale da Lecco (segnavia n. 1). Qui la descrivo con la variante dell’Om de sass (uomo di sasso), forse un po’ più impegnativa della via normale vera e propria, ma più rapida e, tutto sommato, più conveniente. In ogni caso descriverò, più sotto, anche la via normale: le condizioni di innevamento e le tracce presenti suggeriranno di volta in volta la scelta più opportuna.
Dalla cima del Resegone ci si abbassa al sottostante Rifugio Azzoni (m 1860, sempre aperto durante i fine settimana). Dal rifugio, all’estrema destra del “balcone” che si affaccia a Sud, si scende (segnavia n. 1) nel Canalone di Val Negra stando sulla sua sponda destra e talvolta avvicinandosi al fondo; si perdono così circa 80 metri di quota (dal rifugio) e, giunti a una sorta di piccolo ripiano, si traversa a destra, dapprima in discesa poi quasi in piano, verso la cresta che scende dalla cima del Resegone, raggiungendola all’Om de sass, segnalato da un cartello metallico (m 1750; l’Om de sass è il nome di un curioso spuntone di roccia che si alza nelle vicinanze). Sul versante opposto (Ovest) della cresta un ripido canale si abbassa fino al piano inclinato del Pian Serrada: la discesa prosegue lungo questo canale. Dapprima lo si traversa verso destra, abbassandosi verso la base delle rocce su cui si trova il cartello d’inizio della ferrata Silvano De Franco. Prima di raggiungerle, si scende lungo il canale (o sulla sua sponda destra) fino a circa 1650/1670 m; quindi ci si abbassa verso destra e poi a sinistra per tornare verso il canale sotto il suo tratto più ripido. Piegando ancora a destra ci si abbassa fino ai ruderi della Baita Serrada, sotto la quale, presso un cartello metallico, si incontra di nuovo l’itinerario normale (segnavia n. 1). Continuare ad abbassarsi verso destra entrando in un bosco di faggi; più in basso si gira decisamente a destra e, su terreno spoglio e ripido, si entra nella Val Còmera raggiungendone il fondo. Passati sull’opposto versante si traversa verso Ovest fino al ripiano della Beduletta (m 1315 circa), dove si trova un crocifisso. Il sentiero si abbassa a destra tra i faggi, passa sotto una parete di roccia chiara, incrocia (m 1230 circa) il sentiero n. 5 e si abbassa fino alla radura del Pian del Fieno (m 1150 circa), dove incrocia il sentiero n. 7. Seguendo il segnavia n. 1, ci si abbassa a sinistra tra i faggi e si perde quota con diverse svolte fino a incontrare (m 1000 circa) la deviazione per la Fonte Spreafico e i Piani d’Erna. Da qui si torna al piazzale della funivia seguendo l’itinerario percorso in salita (ore 2/2,30 dalla cima del Resegone)
NOTA. La via normale vera e propria segue il percorso descritto fino a pochi metri prima dell’Om de sass. Invece di salire in cresta (dove si trova il cartello segnaletico metallico), si prosegue la discesa tenendosi ancora sul versante orientale della cresta che scende dalla cima del Resegone. La si raggiunge più in basso, ad una forcelletta con due piccole betulle (m 1690 circa); si traversa a destra su terreno molto ripido fino ad uno sperone roccioso che si supera grazie a una cengia (fune metallica). Superato questo passaggio abbastanza esposto (è il cosiddetto Passo della Sibretta), si scende ancora lungo il filo della cresta che ora diventa via via più facile. A quota 1575 m circa (cartelli indicatori) la cresta si confonde con il piano inclinato del Pian Serrada. Si scende facilmente verso destra; poi il tracciato diventa pianeggiante e, verso Nord, arriva fin sotto i ruderi della Baita Serrada (attenzione in caso di ghiaccio, perché il pendio a sinistra del sentiero è ripido e finisce su salti di roccia). Da qui si segue l’itinerario descritto sopra (questo percorso, come la variante suggerita qui sotto, richiede più o meno lo stesso tempo del precedente: ore 2/2,30 dalla cima del Resegone al piazzale/parcheggio della funivia).
Se si è deciso di seguire questo percorso ritengo però migliore la seguente variante, che permette di arrivare più velocemente alla Baita Serrada evitando il tratto pianeggiante. Poco dopo il Passo della Sibretta, sulla cresta, si noterà un canale ripido ma corto che scende a Ovest sul pendio del Pian Serrada: scendere questo canale e poi abbassarsi in diagonale verso destra puntando alla Baita Serrada che è ben visibile. Il terreno è abbastanza ripido ma facile.
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