Corno Nero e Ludwigshöhe

Traversata da Sud a Nord

 

Ghiaccio&neve

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 336 m la salita al Rifugio Gnifetti; 780 m complessivi la traversata dal Rifugio Gnifetti

DURATA: per la sola traversata: ore 3,30/4 dal Rifugio Gnifetti; ore 4/4,30 dal Rifugio Mantova

DIFFICOLTA': PD+

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: luglio 2010

 

Il Corno Nero (4322 m) e la Ludwigshöhe (4342 m) sono due dei tanti “quattromila” del gruppo del Monte Rosa; in un certo senso sono due cime minori in quanto la loro sommità si eleva di poco dal filo di cresta che fa da margine orientale al Ghiacciaio del Lys. La loro salita, magari in traversata da Sud a Nord come proposto in questa pagina, costituisce tuttavia una bella ascensione nello splendore dei grandi ghiacciai del Rosa.

 

Il Corno Nero è conosciuto anche con il più roboante nome tedesco di Schwarzhorn, ma è più corretto chiamarlo Corno Nero, visto che è la più alta cima del Monte Rosa interamente in territorio italiano. Il nome deriva dalle rocce scure della cuspide terminale che, vista dai Colli Vincent e Zurbriggen, appare proprio come un corno. Ludwigshöhe significa invece “sommità di Ludovico” e così la chiamò il suo primo salitore, l’ufficiale austriaco Franz-Ludwig Freiherr von Walden, che ne raggiunse la cima il 25 agosto (festa di San Ludovico) del 1822, durante una campagna esplorativa e topografica nel gruppo del Monte Rosa.

 

La traversata qui proposta parte dal Rifugio Gnifetti (3611 m) o dal Rifugio Mantova (3470 m), raggiunge il Colle Vincent (4088 m), segue la cresta Sud del Corno Nero, prima nevosa e poi rocciosa (PD+), scende al Colle Zurbriggen (4272 m) per un ripido pendio di neve (PD+) e quindi sale alla Ludwigshöhe per l’ampia e nevosa cresta Sud-Ovest (F+). Da qui scende al Colle del Lys (4248 m) per la nevosa cresta Nord-Ovest (F+). Come si nota, le difficoltà sono limitate e ciò vale anche per il dislivello (780 m dal Rifugio Gnifetti; 920 m dal Rifugio Mantova); tuttavia la bellezza dell’ambiente e le magnifiche visioni sul selvaggio bacino del Ghiacciaio delle Piode che si godono dalla cresta Sud del Corno Nero la rendono, a mio parere, raccomandabile.

 

AVVICINAMENTO. Il punto di partenza della salita è la stazione di arrivo (3275 m) della nuova funivia che collega il Passo dei Salati (2980 m) al Ghiacciaio d’Indren. Il Passo dei Salati è raggiungibile con gli impianti di risalita sia da Gressoney (Val d’Aosta) che da Alagna Valsesia (Piemonte). Da Gressoney (località Stafal) si prende la cabinovia che porta all’Alpe Gabiet e poi quella che conduce al passo. Da Alagna si prende la cabinovia che porta all’Alpe Pinalunga e poi la funivia che conduce al passo (e che ha sostituito il vecchio impianto per Punta Indren, chiuso al termine della stagione invernale 2006/2007). Per l’apertura degli impianti e gli orari si può consultare il sito “monterosa-ski.com” oppure, cosa più consigliabile, telefonare ai numeri 0163.922922 se si parte da Alagna, o 0125.303111 se si parte da Gressoney.

 

ITINERARIO. Dalla stazione di arrivo degli impianti si raggiunge in pochi minuti il Ghiacciaio d’Indren e lo si risale verso Nord guadagnando alcune decine di metri di dislivello; quindi si volge a Nord-Ovest e, praticamente in piano, si raggiunge la base della bastionata rocciosa che lo separa dal soprastante Ghiacciaio del Garstelet. Da questo punto, proseguendo verso Ovest, si traversa (tracce evidenti e una corda fissa) verso il termine della barriera rocciosa e poi, volgendo a Nord, si sale al Rifugio Città di Mantova (m 3470; tel. 0163-78150; 40 minuti dalla stazione della funivia). Si raggiunge verso Nord-Est il vicinissimo Ghiacciaio del Garstelet e si procede un po’ sul suo lato meridionale, poi lo si traversa in salita verso sinistra, raggiungendo, con un ultimo breve tratto attrezzato, il Rifugio Gnifetti (m 3611; tel. 0163-78015; ore 1,10 dalla stazione della funivia). Il percorso è facile e un’evidente traccia è praticamente sempre presente sui ghiacciai perché si tratta di un itinerario frequentatissimo. Se si vuole salire direttamente al Rifugio Gnifetti è anche possibile un percorso più diretto, ma più faticoso: dal termine del Ghiacciaio d’Indren, invece di traversare verso Ovest in piano, si sale lungo la soprastante barriera rocciosa seguendo un percorso evidente perché segnalato e attrezzato con numerose corde fisse; nell’ultimo tratto la salita si fa piuttosto ripida, ma è sempre facilitata dalle numerose attrezzature. Giunti sul bordo del Ghiacciaio del Garstelet a circa 3490 m, lo si traversa verso Nord-Ovest fino al Rifugio Gnifetti (in questo modo si risparmiamo 10 minuti rispetto all’itinerario che passa dal Rifugio Mantova).

 

Dal Rifugio Gnifetti si mette piede sul Ghiacciaio del Lys (in questo tratto quasi pianeggiante ma con diversi crepacci, anche nascosti, che richiedono la dovuta attenzione); si procede in direzione Nord-Est verso la Piramide Vincent, poi si sale (alcuni crepacci) verso Nord seguendo la pista, di solito presente, che sale alla Punta Gnifetti e alla Capanna Margherita. Prima di giungere al roccione del Balmenhorn (dove si trovano il Bivacco Giordano e la statua del Cristo delle Vette), si piega a destra nell’avvallamento poco pronunciato che porta al Colle Vincent. Lasciate sulla destra le tracce che salgono alla Piramide Vincent, si prosegue fino alla larga insellatura del colle (4088 m; ore 1,30 dal Rifugio Gnifetti). Se si parte dal Rifugio Mantova non è necessario passare dal Rifugio Gnifetti: si sale lungo il Ghiacciaio del Garstelet in direzione Nord-Est, passando a destra dell’isolotto roccioso del Rifugio Gnifetti, fino a ricongiungersi (attenzione ai crepacci nel tratto pianeggiante all’altezza del rifugio) con l’itinerario precedente dove esso volge a Nord (in questo caso calcolare 30 minuti in più).

 

Dal Colle Vincent, volgendo a sinistra (Nord), si segue il largo dosso della cresta Sud del Corno Nero fino all’inizio della parte rocciosa, a 4170 m circa. Il primo salto si attacca sulla sinistra per evitare il tratto verticale alla sua base: salendo verso destra si raggiunge il filo della cresta che alterna tratti rocciosi a brevi crestine nevose. L’arrampicata è facile (II grado con qualche brevissimo passaggio di III) e sicura nonostante qualche sasso mobile. Non ci sono chiodi, ma nut, friend e anelli di cordino permettono la necessaria sicurezza. Superato l’ultimo tratto roccioso (il più lungo), si raggiunge la sommità occidentale del Corno Nero. Una breve crestina nevosa conduce alle facili roccette della sommità orientale, la più alta, dove è collocata una piccola statua della Madonna (ore 1,30/2 dal colle).

 

Dalla cima si torna sulla crestina nevosa e ci si abbassa a destra lungo il ripido pendio nevoso settentrionale per raggiungere il Colle Zurbriggen. Il pendio è breve (poco meno di 50 metri), ma all’inizio è davvero molto ripido (50°); di solito è comunque presente una profonda traccia che rende un po’ più semplice la discesa (in caso di ghiaccio alcune cordate ricorrono ad una corda doppia). Dall’ampia sella del Colle Zurbriggen (4272 m) si sale alla Ludwishöhe (4342 m) lungo la nevosa cresta Sud-Ovest, che in realtà si presenta come una sorta di largo pendio (30 minuti dal Corno Nero; ore 3,30/4 dal Rifugio Gnifetti; ore 4/4,30 dal Rifugio Mantova).

 

Dalla Ludwigshöhe si scende lungo la bella cresta Nord-Ovest, nevosa e abbastanza affilata ma facile, che in breve raggiunge i dolci pendii nevosi del Colle del Lys (4248 m) dove passa la traccia che sale alla Capanna Margherita. Seguendo quest’ultima ci si abbassa verso Sud-Ovest, si lascia a sinistra il roccione del Balmenhorh e si torna ai rifugi seguendo il percorso della salita (ore 1,30 dalla Ludwigshöhe al Rifugio Gnifetti; ore 1,45 al Rifugio Mantova).

 

NOTA. Qui di seguito descrivo anche l’itinerario che sale ai rifugi partendo dal Passo dei Salati. Il sentiero parte immediatamente a Nord della cabinovia che raggiunge il passo da Gressoney. Se si sale da questo versante, quindi, lo si imbocca direttamente. Se si sale da Alagna, usciti dalla stazione delle funivia, si procede verso Ovest fino all’impianto che giunge da Gressoney; poco prima di arrivarvi si sale su una sorta di terrapieno dal quale, proprio di fianco all’arrivo della cabinovia, parte il sentiero, segnalato con bolli e ometti. Il percorso segue la cresta Sud dello Stolemberg (un tratto esposto è attrezzato con corde fisse) ma, prima di raggiungerne la cima, si sposta sul suo versante occidentale e raggiunge un pulpito a quota 3160 m circa. Da qui si scende (rocce un po’ scivolose all’inizio; corde fisse) fino all’ampia sella del Colle superiore delle Pisse (m 3112) da cui si risale fino alla stazione (ormai in disuso) della funivia di Punta Indren (m 3260; ore 1,10 dal Passo dei Salati). Da qui, procedendo verso Nord-Ovest, si raggiunge il Ghiacciaio d’Indren e lo si attraversa praticamente in piano raggiungendo la base della bastionata rocciosa che lo separa dal soprastante Ghiacciaio del Garstelet. Da questo punto si segue l’itinerario descritto in precedenza, raggiungendo il Rifugio Mantova (1 ora da Punta Indren) e il Rifugio Gnifetti (ore 1,30 da Punta Indren).

 

PRECISAZIONE. A proposito della quota del Rifugio Mantova vorrei fare una precisazione: la guida del CAI/TCI e alcune cartine lo collocano a 3470 m; al rifugio e su altre cartine è invece indicata la quota di 3498 m. Il mio altimetro, tarato in discesa all’altezza del Rifugio Gnifetti, segnava al Rifugio Mantova 3450 m circa. Non intendo avanzare pretese circa le mie rilevazioni, ho ritenuto però più giusto utilizzare, nella mia relazione, la quota indicata dalla guida del CAI/TCI, più vicina a quella segnata dal mio altimetro.

 

 
 
 
 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Gino Buscaini, MONTE ROSA, CAI/TCI (guida dei Monti d'Italia), 1991

   

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