Motto Rotondo (Dosso Bello)

 

Ghiaccio&neve

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1275 m (ma, con alcune risalite, si arriva complessivamente a circa 1400 metri)

DURATA: 3,00/4,00 ore la salita; 2,00/2,30 la discesa (a seconda delle condizioni)

DIFFICOLTA': F+/PD-

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: febbraio 2009

 

Il Dosso Bello è una delle lunghe dorsali che dalle vette della catena dei Muncech (Alto Lario) scendono verso il Lago di Como alla sua estremità settentrionale; esso termina con la quota 2245 m che, a mio parere, è da considerarsi una cima vera e propria (per quanto secondaria), nota anche come Motto Rotondo. Queste dorsali offrono tutte percorsi molto interessanti e in questo sito ho già descritto (nella sezione “escursionismo”) la salita alla Corveggia dalla Costa Sterlera. Il Dosso Bello è considerato da molti il più bello di questi crestoni e anch’io sono portato a considerarlo tale: l’ho salito due volte, sempre nella stagione invernale, e ogni volta mi ha riservato sensazioni stupende, sia per il paesaggio (ma in questo anche le altre dorsali non sono da meno), sia per le caratteristiche tecniche della salita, che è abbastanza impegnativa. In estate e all’inizio dell’autunno il percorso è classificabile E con un tratto finale F (ai limiti dell’alpinismo facile). In inverno la musica cambia decisamente e per questo ho deciso di inserire questa salita tra quelle “alpinistiche” invece che tra quelle escursionistiche, classificandolo F+/PD-. Fino alla quota 1689 m non ci sono particolari problemi, poi si incontrano alcuni tratti più impegnativi: innanzitutto la discesa dalla stessa quota 1689 m, che con forte innevamento si svolge lungo una crestina abbastanza affilata, poi il lungo tratto che precede la quota 1979 m con una pendenza media vicina ai 30°, quindi lo strappo tra i 2050 m e i 2200 m, in cui la pendenza arriva fin quasi a 40°, infine la breve crestina finale caratterizzata da un passaggio esposto (II grado se non c’è la neve). Insomma, ci sono tutti gli ingredienti, secondo me, per farne una salita molto interessante, ma anche di carattere alpinistico. Certo: per un alpinista non ci sono grosse difficoltà, ma per chi ha poca esperienza alpinistica su neve le cose potrebbero farsi più complicate. Personalmente non mi sono vergognato di portare (oltre a piccozza e ramponi) la corda e di averla utilizzata lungo la crestina finale e nella discesa del tratto più ripido. Magari qualcuno potrà contestare questi giudizi, ma preferisco essere preso per un tipo eccessivamente prudente che per uno che suggerisce itinerari sottovalutandone le difficoltà. Dato che si tratta di una salita su neve invernale, anche le ciaspole possono essere utili. Noi le abbiamo usate fino a circa 1800 metri e ci sono state assai utili soprattutto in discesa, visto che la neve, al caldo sole di febbraio, era diventata abbastanza molle. Un’ultima considerazione: i pendii che scendono lungo i fianchi del costone sono molto ripidi e noi abbiamo osservato molte valanghe di fondo, alcune delle quali partivano abbastanza vicine alla cresta. Attenersi al “filo” sarà quindi essenziale per la sicurezza.

 

ACCESSO STRADALE. Provenendo da Milano si segue la superstrada per la Valtellina fino al grande bivio dopo Colico; si segue quindi la strada per la Valchiavenna (SS 36) e, dopo aver superato il ponte sull’Adda, si svolta a sinistra per Como seguendo la statale 340d (“Regina”) fino a Gravedona (se invece si proviene da Como si segue la suddetta statale “Regina” fino a Gravedona). Da qui si prende la strada che sale in direzione di Livo, Peglio e Dosso del Liro. Arrivati a Dosso del Liro (m 625) si prosegue lungo la via ai Monti che, dietro al paese, risale la boscosa costa della montagna in direzione di Caiasco. Arrivati alla cappella di Rossino (m 947) si lascia la strada che prosegue per Caiasco e si gira decisamente a destra proseguendo fino alla fine della stradina, poco sotto le case di Prà Naro (o Prennaro), a m 970 circa (limitate possibilità di parcheggio). Per conoscere le condizioni di percorribilità della strada oltre Dosso del Liro si può telefonare in comune (0344.89941).

 

ITINERARIO. Dal termine della stradina (m 970 circa), si sale in breve alle case di Prà Naro (m 1012). Da qui, volgendo a sinistra si segue la bella dorsale fino in direzione della quota 1360 m. Poco prima di arrivarvi, si piega a destra (Nord) e ci si abbassa ad una piccola sella oltre la quale si raggiungono le case di Piaghedo (m 1348) in bella posizione panoramica (50 minuti/1 ora dalla stradina). Oltre le case si prosegue sempre verso Nord lungo la dorsale superando il Monte Piaghedo (m 1454) e raggiungendo la quota 1689 m. Per una cresta che con molta neve può essere abbastanza affilata si scende alla sella successiva (m 1650); da qui si supera un ripido tratto fino alla quota 1979 m, dove la dorsale spiana leggermente prima del balzo finale. I 200 metri che seguono sono progressivamente più ripidi e nel tratto mediano sfiorano i 40°. Alla fine il filo della dorsale si confonde coi pendii laterali e sembra di salire su una parete triangolare (bello). A 2200 m la dorsale torna a farsi definita e di nuovo si corica; facilmente si raggiunge la sommità della calotta nevosa dalla quale parte la crestina finale che a metà presenta un salto roccioso di circa 6 metri (esposto). Se è privo di neve oppone una breve arrampicata di II grado, altrimenti si tratta di superare una paretina di neve molto ripida (in entrambi i casi ci si tiene leggermente a sinistra del filo). Oltrepassato l’ostacolo la cresta, piuttosto aerea ed esposta, conduce brevemente al punto culminante (m 2245; ore 2,15/3,00 da Piaghedo, a seconda delle condizioni; 3,00/4,00 ore dalla stradina). La discesa avviene lungo il medesimo itinerario (2,00/2,30 ore).

 

VARIANTE INIZIALE. La dorsale che da Prà Naro sale alla quota 1360 m può essere raggiunta anche partendo dalla stradina 250/200 metri prima del suo termine, in prossimità delle case di Rossino. Da qui si segue un dosso secondario stando a destra di un fitto boschetto. Dopo una baita isolata visibile dal basso si supera un tratto più ripido (poco agevole con le ciaspole) e si raggiunge la dorsale che proviene da Prà Naro a circa 1280 m. Questo percorso è meno agevole di quello descritto sopra, ma può essere utile se non si riesce a raggiungere il termine della stradina.

 

 
 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

Alessandro Gogna, Angelo Recalcati, MESOLCINA SPLUGA, Guida Monti d'Italia, CAI/TCI, 1999

Carta 1:50.000, ROVEREDO, foglio 277, Carta Nazionale della Svizzera

 

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