Pizzo della Pieve, versante Ovest

"Canalone a esse" e traversata al Grignone (Grigna Settentrionale)

 

Ghiaccio&neve

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: complessivamente circa 1300 m

DURATA: 4,45 fino in cima al Grignone; 2,00/2,30 ore la discesa

DIFFICOLTA': PD

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: marzo 2017

 

Il Pizzo della Pieve (2257 m), detto anche Grigna di Primaluna, è una massiccia montagna che si eleva a Nord-Est della Grigna Settentrionale (Grignone). Nell’ambiente alpinistico, il Pizzo è noto soprattutto per la sua gigantesca parete Nord-Est, detta Parete Fasana (dal nome del primo salitore, Eugenio Fasana), che precipita nel solco della Valsàssina con un salto di 800 metri (è la parete più alta del gruppo delle Grigne, ma è di roccia friabile e risulta quindi ben poco frequentata dagli arrampicatori). Gli altri versanti sono di roccia poco solida e detritici, solcati da frequenti e profondi canali. Insomma, questa montagna ha tutte le caratteristiche per restare un luogo solitario e ben poco frequentato anche dagli escursionisti.

 

Tuttavia aveva attirato la mia attenzione già molti anni fa, in inverno, mentre scendevo dalla vetta del Grignone lungo la Via della Ganda, il classico itinerario che sale dal Passo del Cainallo e passa dal Rifugio Bogani. Ammantato di neve, il suo versante occidentale rivelava la possibilità di una bella salita, forse non difficile, ma lontano dai luoghi più frequentati del massiccio, da collegare al Grignone percorrendo la lunga cresta che unisce le due montagne. Lo salii poco dopo, ricavandone una grande soddisfazione. Ci sono tornato quest’inverno e ne sono tornato di nuovo entusiasta, così ho deciso di pubblicarne la relazione sul sito.

 

La salita che propongo (e che mi piace chiamare “Via del Canalone a esse”) percorre al centro il versante occidentale del Pizzo della Pieve seguendo una sorta di canale sinuoso non sempre ben delineato (a parte il tratto finale, profondamente incassato tra due pareti rocciose) che sbuca sulla cresta sommitale a breve distanza dalla cima. Non presenta particolari difficoltà: la pendenza arriva a 40/45 gradi con qualche brevissimo tratto più ripido; tuttavia il suo fascino non sta certo nelle difficoltà tecniche, quanto nell’ambiente solitario e selvaggio in cui si svolge, lontano dalle vie più frequentate del Grignone. L’uscita sulla cresta sommitale ha, per me, qualcosa di magico: il breve pendio poco inclinato si inabissa quasi subito nella sottostante Parete Fasana, dando la sensazione di trovarsi quasi sospesi sopra la Valsasina, in compagnia del cielo e del vento. In ogni direzione (ma non verso Ovest) il panorama è molto vasto: dalle Alpi Retiche alle Orobie, dalle montagne della Valsassina alla Pianura Padana. E poi c’è da continuare fino in vetta al Grignone percorrendo la lunga cresta (poco più di 1200 metri in linea d’aria), superando all'inizio un breve tratto che richiede attenzione e più avanti raccordandosi alla via normale che sale dalla Valsàssina. La discesa si svolge lungo la Via della Ganda: ne risulta un percorso abbastanza lungo (circa 7 ore) e con un discreto dislivello (complessivamente quasi 1300 metri). Difficoltà: PD. A mio parere le condizioni migliori si incontrano verso la fine della stagione invernale, quando il manto nevoso è più trasformato. In ogni caso, comunque, la salita deve essere effettuata in condizioni di neve sicura.

 

ACCESSO STRADALE. Seguire la superstrada che collega Lecco alla Valtellina, uscire a Bellano e proseguire lungo la strada che sale in Valsassina, fino al bivio per Parlasco. Prendere questa deviazione e, dopo Parlasco, proseguire verso Esino Lario raggiungendo il Passo del Cainallo (1290 m), dove si parcheggia (la strada prosegue fin quasi alla Bocchetta del Cimone, dove c’è un altro parcheggio, ma in inverno è tenuta pulita solo fin qui). Il parcheggio è a pagamento (2 euro; inverno 2017) e la macchinetta che distribuisce i biglietti è collocata presso il cancello dell’Albergo del Cainallo, che si trova sulla sinistra della strada appena arrivati nella conca del Cainallo. A Esino Lario e al Passo del Cainallo si può arrivare anche da Varenna, sul Lago di Como, ma la strada è più lunga e molto tortuosa.

 

ITINERARIO. Dal Passo del Cainallo (1290 m) si sale verso Sud-Ovest lungo il tratto superiore di una pista da sci, si passa sotto lo skilift e si raggiunge di nuovo la strada; girando a sinistra lungo di essa si arriva al parcheggio (1450 m) sotto la Bocchetta del Cimone (1460 m). Al termine del parcheggio si prende a destra un buon sentiero (cartelli indicatori, tra cui quelli per i Rifugi Bogani e Bietti) che, scavalcata la cresta, percorre un lungo traverso alla testata della Valle dei Mulini. Si è ancora nel bosco, ma il terreno è ripido e, a seconda delle condizioni dell’innevamento, può richiedere attenzione, specialmente nell’attraversamento di un canale roccioso particolarmente scosceso (Canale dell’Ometto). Si raggiunge così il bivio segnalato (1585 m) per il Rifugio Bietti. Si ignora la deviazione e si prosegue diritti; poco dopo ci si abbassa di circa 65 metri e si traversano verso Est i ripidi canali (attenzione) della Valle delle Lavine. Quindi si riprende a salire verso Sud-Ovest, in parte nel bosco e in parte attraverso belle radure, fino alla panoramica Alpe di Moncódeno (1680 m); si prosegue verso Sud fino a un’ampia conca sul fondo della Valle del Laghetto; da qui, verso Est, si sale tra i larici fino al Rifugio Bogani (1816 m; ore 1,45 dal Passo del Cainallo).

 

Si seguono per cinque minuti  le tracce che salgono al Grignone (Via della Ganda) fino a un cartello con diverse indicazioni tra cui quella per la Via del Nevaio. Qui si abbandona la traccia e si traversa a sinistra, scavalcando una sorta di costola ed entrando nel vallone chiuso a Nord-Est dalla Costa e dalla Cima del Palone (a volte la traccia nella neve non segue esattamente il sentiero estivo della Via della Ganda e sta un po’ più a destra: dopo cinque minuti bisogna comunque lasciarla). Se si è fortunati si trova una traccia (fino nei pressi del Passo di Val Cugnoletta l’itinerario è in comune con la Via del Nevaio), altrimenti bisogna battere la pista, sperando che la neve sia portante.  Tenendosi sui pendii sulla sinistra idrografica del vallone (attenzione alle condizione della neve perché i pendii, coperti dagli ultimi larici, sono abbastanza ripidi) si prosegue verso Sud-Ovest fino in vista delle due conche delle Foppe: ci si abbassa brevemente a sinistra, si costeggia la prima conca, si passa accanto a due bacheche del Parco delle Grigne, si traversa la seconda conca e, sempre verso Sud-Ovest, si raggiunge l’ampia sella del Passo di Val Cugnoletta (1906 m; 30 minuti circa dal Rifugio Bogani), dietro la quale si alza la parete occidentale del Pizzo della Pieve.    

                   

Dal Passo si scende in Val Cugnoletta e, cercando di perdere meno quota possibile, ci si porta all’inizio dell’ampio pendio-canale che sale fino al netto intaglio tra il Pizzo della Pieve (a sinistra) e la cresta Nord-Est del Grignone. Si sale il pendio non particolarmente ripido fino alla base della parete rocciosa (2050 m circa) che scende dalla cima del Pizzo della Pieve. Da qui si sale a sinistra nel canale all’inizio stretto tra le rocce poi più ampio e meno definito fin quasi alle rocce della cresta Nord-Ovest del Pizzo (2150 m circa). A questo punto si piega a destra e si sale il bel canale che sale diritto e regolare incassato tra due pareti rocciose (suggestivo) fino ad uscire sulla cresta sommitale del Pizzo della Pieve. Seguendo la cresta verso destra, in pochi minuti si arriva sul punto culminante (2257 m; ore 1,30 dal Passo di Val Cugnoletta; ore 3,45 dal Passo del Cainallo).

 

Per traversare al Grignone si prosegue per un breve tratto lungo la cresta sommitale verso Sud-Ovest; prima di arrivare al salto roccioso che scende sull’intaglio tra il Pizzo e il Grignone, ci si abbassa a sinistra su terreno per lo più detritico (se non c’è neve si può trovare qualche traccia di passaggio), abbastanza ripido e sotto il quale si abbassano pendii ripidi e molto lunghi. Facendo la dovuta attenzione, si transita alla base del salto di rocce e poi facilmente si raggiunge l’intaglio all’inizio della cresta Nord-Est del Grignone. Ora si prosegue lungo la cresta tenendosi leggermente a sinistra del filo (anche per evitare eventuali cornici sporgenti sul versante Nord); più avanti si incrocia la traccia che sale dalla Valsassina e si prosegue senza problemi fino in cima al Grignone (2410; ore 1,00 dal Pizzo della Pieve; ore 4,45 dal passo del Cainallo), poco sotto la quale si trova il Rifugio Brioschi.

 

DISCESA. Si svolge lungo la via normale dal Cainallo, detta Via della Ganda (via normale dal Cainallo). Normalmente esiste una traccia evidente (ci si può informare presso i rifugi; vedi nota 2). In ogni caso ne do una sommaria descrizione: dalla cima, sotto la cappelletta presso il Rifugio Brioschi, si imbocca l’ampio e ripido canalone (Gerone) che scende a Nord. Dopo essersi abbassati di un centinaio di metri, si inizia a traversare verso Nord-Ovest passando sotto la cresta di Piancaformia e perdendo progressivamente quota. Oltrepassata la Bocchetta della Neve e ben prima di arrivare all’altezza dalla Bocchetta del Guzzi, si raggiunge verso Nord il piccolo dosso dell’Ometto del Bregai (2103 m). Da qui si continua a scendere verso Nord incontrando presto i primi larici. Poco sotto i 1900 metri di quota, si piega a Nord-Ovest, raggiungendo in breve il Rifugio Bogani (1816 m). Da qui la discesa continua lungo il sentiero di accesso al rifugio, già percorso all’andata (ore 2/2,30 dalla cima).

 

NOTA 1. Il tracciato della Via della Ganda passa accanto a un paio di profondi crepacci rocciosi (ingressi di grotte): prestare la dovuta attenzione. Inoltre,  prima di arrivare all’ometto del Bregai, presso un piccolo sperone di roccia, c’è un cartello giallo con la scritta “Rifugio Bogani” che invita a scendere verso destra: ignorarlo e proseguire diritti lungo la traccia che, per un brevissimo tratto, è in leggera salita.

 

NOTA 2. Il Rifugio Brioschi e il Rifugio Bogani sono normalmente aperti anche durante i fine-settimana invernali. Per informazioni si può telefonare ai numeri 0341.910498 (Rif. Brioschi) e 368.3527021 (Rifugio Bogani).

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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