Punta d'Arbola - Salita primaverile
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 1825 m da Canza (784 m il primo giorno e 1041 m il secondo giorno) DURATA: ore 2,40 (la salita al rifugio; ore 3,20 la salita alla vetta; ore 4,00 la discesa dalla vetta a Canza) DIFFICOLTA': F AGGIORNAMENTO RELAZIONE: aprile 2016
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Pur non essendo la vetta più alta della Val Formazza (questo primato spetta al vicino Blinnenhorn, 3375 m), la Punta d’Arbola (3235 m) è considerata la più bella, tanto da meritarsi il titolo di Regina della valle. La sua cima presenta uno splendido e rinomato panorama (con una bellissima vista sulle vicine montagne dell’Oberland bernese), ma la sua attrattiva è legata anche agli itinerari di salita, alpinisticamente facili, ma molto interessanti anche nella stagione primaverile, quella dello scialpinismo in alta quota.
La salita che qui propongo, lungo il Vallone del Vannino, è definita dalla guida del CAI/TCI un’ascensione classica, «la più bella scialpinistica alla vetta più frequentata della regione». L’avevo fatta 34 anni fa, al termine del corso di scialpinismo, ed era stata davvero una bellissima gita, con una magnifica e lunga discesa. Quest’anno mi è venuto in mente di rifarla con le ciaspole ai piedi: ne è venuta fuori una gita altrettanto interessante e ho quindi pensato di proporla nelle pagine del sito.
Il Vallone del Vannino (molto bello, anche se segnato dalla presenza della diga e dei piloni della linea elettrica), si presta magnificamente all’uso delle ciaspole (specie se si usa la seggiovia o se si sale da Canza); la salita alla cima presenta invece due tratti (il lungo traverso iniziale e il pendio finale) piuttosto ripidi che potrebbero rendere problematico procedere con le ciaspole in presenza di neve dura: per questo è necessario avere con sé anche i ramponi. Inoltre la seconda parte della salita, dopo il Passo del Vannino, si svolge su un ghiacciaio: anche se è facile, piccozza e corda (anche una leggera) mi paiono quindi altrettanto raccomandabili (possibili crepacci con scarso innevamento). La difficoltà complessiva è F (Facile) secondo la scala delle difficoltà alpinistiche, BSA secondo quella delle difficoltà scialpinsitiche. I pendii ripidi di cui sopra richiedono anche una particolare attenzione al bollettino delle valanghe: la salita va fatta con condizioni di innevamento sicure.
Infine: dato il notevole dislivello da superare (l’utilizzo della seggiovia lo riduce, ma i suoi orari di apertura costringerebbero a partire troppo tardi per fare la gita in giornata e in sicurezza), è meglio spezzare la gita in due giorni, pernottando al Rifugio Margaroli (2194 m), presso la diga del Lago Vannino (tel. 0324.63155; 327.0197444).
ACCESSO STRADALE Raggiunta la Val d’Ossola si prosegue lungo la superstrada oltrepassando Domodossola e prendendo l’uscita per le valli Antigorio e Formazza. Seguire la strada, percorrendo prima la Valle Antigorio e poi la Val Formazza fino a Valdo (1274 m; partenza della seggiovia) o fino a Canza (1419 m), dove si può parcheggiare sia presso la strada provinciale oppure, dopo aver attraversato il paesino, presso le case oltre il Fiume Toce (piccolo parcheggio subito dopo il ponte).
ITINERARIO. La prima parte della salita, fino a Sagersboden (1772 m), può essere effettuata in due modi: a piedi da Canza oppure da Valdo con la seggiovia. Per informazioni sull’apertura della seggiovia si può chiamare il comprensorio Formazzaski di Valdo (348 0941964). La risalita dell’unica pista (nera) che scende da Sagersboden è possibile solo quando è chiusa e non è molto agevole con le ciaspole perché piuttosto ripida. A piedi è dunque meglio partire da Canza.
Da Canza (1419 m), passando tra le case, si traversa il Toce su un ponte dopo il quale c’è ancora un piccolo parcheggio (anche qui si può lasciare la macchina). Passando davanti alle case affacciate, sul parcheggio si raggiunge un bivio con diverse segnalazioni; si prende a destra una stradina che diviene subito sterrata e attraversa i prati a monte delle case. Quando si arriva al bosco si può scegliere se continuare lungo la stradina sterrata o prendere il sentiero che si stacca a sinistra (cartello indicatore per il Lago del Vannino). Se si segue questo sentiero, bisogna prestare attenzione al bivio non segnalato che si trova a circa 1500 m: bisogna salire a destra (se si prosegue diritti si arriva a una radura erbosa da cui – salendo a destra – si riprende il giusto sentiero). Il sentiero comunque raggiunge di nuovo la strada poco sotto i 1600 metri: la si segue fino a raggiungere Sagersboden (1772 m; ore 1,10 da Canza), dove arriva la seggiovia che sale da Valdo. Si continua verso Ovest lungo la strada (comoda ma devastante per l’ambiente) che, con alcuni ripidi tornanti, conduce all’inizio della parte superiore del Vallone del Vannino che si segue con percorso evidente e per lunghi tratti pianeggiante, raggiungendo infine il Rifugio Margaroli (2194 m; ore 1,30 da Sagersboden: ore 2,40 da Canza), posto su un dosso a destra delle costruzioni di servizio della diga del Lago Vannino.
Dal Rifugio Margaroli ci si abbassa alla vicinissima Alpe Vannino, poi si risalgono in diagonale verso sinistra (Nord-Ovest) i ripidi pendii del versante sinistro idrografico del vallone (occorre neve sicura) fino ad una larga ed evidente sella che immette nella conca del Lago Sruer. Abbassandosi leggermente, si raggiunge il lago (2330 m), lo si contorna a destra (Nord) poi si inizia a salire verso Ovest-Nord-Ovest per bei pendii che portano ad una seconda conca pianeggiante. La si attraversa e, stando a sinistra, si sale a raggiungere un’ultima conca pianeggiante, quella che precede l’ormai evidente valico del Passo del Vannino (2754 m). Un facile e largo canale conduce al valico (ore 1,40 dal Rifugio Margaroli), dal quale ci si affaccia sul Ghiacciaio del Sabbione. Guardano a sinistra si può ammirare la Punta d’Arbola con l’evidente e ripido pendio finale.
Dal Passo del Vannino, con ampio giro verso Sud-Ovest sui dolci pendi del ghiacciaio (con scarso innevamento prestare attenzione a eventuali zone crepacciate), ci si porta alla base del versante Nord-Est della montagna. Stando a sinistra di una modesta costola di roccette che emerge dalla neve, si punta verso la cima e si comincia a risalire il pendio finale, progressivamente più ripido. Le condizioni della neve determineranno di volta in volta la possibilità di tenere calzate le ciaspole lungo il tratto più inclinato del pendio. In alto la pendenza diminuisce e si raggiunge il moderato pendio sotto la cornice della cresta sommitale. In base a come si presenta la cornice, si può salire direttamente alla cima oppure raggiungerla seguendo verso destra la panoramica cresta sommitale (ore 1,40 dal Passo del Vannino; ore 3,20 dal Rifugio Margaroli).
DISCESA. Si effettua lungo il percorso della salita (ore 2,00 dalla cima al Rifugio Margaroli; ore 2,00 dal rifugio a Canza; min totale 4,00 ore). La discesa del ripido pendio sotto la vetta può presentare problemi con le ciaspole: noi abbiamo disceso il tratto più inclinato camminando senza ciaspole lungo la linea di massima pendenza (la neve lo permetteva abbastanza comodamente); in altri casi potrebbero essere utili i ramponi.
NOTA. Anche la strada che da Canza sale a Sagersboden e da qui alla parte superiore del Vallone del Vannino attraversa pendii ripidi e quindi a rischio di valanghe. In condizioni normali però, data la quota, quando le condizioni sono sicure per la salita alla vetta, lo sono anche per questo tratto della salita (dove a primavera c'è, normalmente, molta meno neve).
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