Sentiero Roma - Seconda tappa Dal Rifugio Brasca al Rifugio Gianetti |
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Dal Rifugio Brasca (1304 m) si prosegue brevemente lungo la pista fino alla vicina Alpe Coeder (1330 m). Qui si lascia il fondovalle della Val Codera e, verso destra (Est; cartello indicatore), si inizia a risalire la Valle dell'Averta. Il sentiero sale, con traccia non sempre evidente ma ben segnalata, un bosco di abeti sul versante sinistro idrografico della valle. E’ una salita ripida, che non concede respiro, ma fa guadagnare quota rapidamente. Un incassato canale si supera grazie a due ponticelli di legno, poi la salita riprende nel bosco di larici che, man mano si sale, divengono via via più radi, fino a lasciare del tutto libera la vista sul circo terminale della Valle dell'Averta con le tre cime dell’Averta, l’aguzza Cima del Barbacan (2738 m) e, alla sua destra, l’inconfondibile profilo della Punta Milano. Si vede bene anche il lungo e ripido canale detritico che scende dal Passo del Barbacan, a sinistra dell’omonima cima, da dove passa il tracciato del Sentiero Roma.
A circa 1840 metri di quota termina il primo ripido tratto della salita. Ora il sentiero inizia un lungo traverso prima verso Est, poi verso Nord-Est per raggiungere le baite dell’Alpe Averta (1957 m), sul lato destro idrografico della valle. Raggiunte le prime baite dell’alpeggio ormai abbandonato, l’itinerario piega a destra (Sud-Est) e sale tra molti rododendri con pendenza inizialmente non eccessiva. Superata poi una ripida costola di erba e detriti, si raggiunge un bel ripiano erboso con grandi massi a circa 2120/2140 metri di quota. Qui si trova un bivio segnalato (scritte in vernice su un masso). A destra sale il sentiero che raggiunge il Passo dell’Oro e il Rifugio Omio; il Sentiero Roma sale a sinistra (Est) ed imbocca il grande canalone detritico che, sempre più stretto e più ripido, conduce al Passo del Barbacan (nell’ultimo tratto è possibile trovare neve anche a stagione avanzata), uno stretto intaglio nella cresta rocciosa (2598 m; ore 3,30/4,00 dal Rifugio Brasca), affacciato sulla straordinaria testata della Val Porcellizzo, dominata dalle strutture rocciose del Pizzo Badile e del Pizzo Cengalo.
Dalla parte opposta si scende lungo un canalino, all'inizio ripido e un po' impegnativo, dove occorre anche fare attenzione a non smuovere sassi che potrebbero colpire chi sta più in basso. Il canalino diviene progressivamente più facile e meno ripido fino a sfociare su un pendio di erba e detriti lungo il quale il sentiero scende fino a incontrare il Sentiero Risari, che proviene dal Rifugio Omio. Raggiunto l'incrocio tra i due sentieri (2470 m c.a), si prende a sinistra, iniziando un lungo traverso che, con qualche saliscendi, prima verso Nord-Nord-Est, poi verso Nord-Est, conduce al Rifugio Gianetti (2534 m; ore 1,30 dal Passo del Barbacan; ore 5,00/5,30 dal Rifugio Brasca). In caso di scarsa visibilità, lungo il traverso occorre fare molta attenzione ai segnavia perché il sentiero non è sempre evidente.
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