Monte Sodadura - Versante Ovest

(Valsassina - Lombardia)

 

Ghiaccio&neve

 

SCHEDA TECNICA

DISLIVELLO: 1150 m

DURATA: 3,10/3,20h la salita; 2,20h la discesa

DIFFICOLTA': F+

AGGIORNAMENTO RELAZIONE: dicembre 2019

 

Il Monte Sodadura (2009 m) è una cima delle Prealpi Lombarde molto frequentata in ogni stagione, soprattutto dai Piani di Artavaggio, in Valsassina. La sua salita invernale, bella e divertente, si svolge lungo le creste Sud-Ovest e Nord-Ovest, generalmente collegate in traversata (difficoltà: F). Se si utilizza la funivia che sale ai Pani di Artavaggio da Moggio, il dislivello della salita si riduce a 370 metri e questo porta spesso a sottovalutarla, mentre richiede sempre la dovuta attenzione e un’adeguata attrezzatura (ramponi e spesso anche piccozza).

 

In questa pagina descrivo una simpatica alternativa alle due creste, non difficile (F+), ma un po’ più “alpinistica”: la salita diretta del caratteristico versante Ovest, di forma perfettamente triangolare. La parte più bella è costituita dalle ultime decine di metri, dove la pendenza si mantiene sui 45° dopo un breve tratto più ripido (50°) in corrispondenza della fascia rocciosa che taglia tutto il versante e che forma i caratteristici gradini sulle due creste (Nord-Ovest e Sud-Ovest) che delimitano la parete. Date le caratteristiche del terreno, la salita va percorsa solo quando le condizioni del manto nevoso sono davvero sicure. Portare piccozza e ramponi (la corda può essere utile in presenza di principianti).

 

Descrivo la salita partendo da Moggio (Valsassina) e precisamente dal parcheggio che si trova all’inizio del Vallone (è un vallone e si chiama proprio così), sulla strada per il Culmine di San Pietro. Alla fine darò qualche indicazione sulla traversata delle creste Sud-Ovest e Nord-Ovest.

 

ACCESSO STRADALE. Raggiunta la Valsassina si prosegue fino al Colle di Balisio, dove si trova una rotonda. Seguendo le indicazioni, si raggiungono Moggio e la Funivia per i Piani di Artavaggio. Da qui si prosegue lungo la strada per il Culmine di San Pietro: dopo una breve discesa, prima di un ponte, si trova un bel parcheggio sulla sinistra (860 m).

 

ITINERARIO. In fondo al parcheggio (860 m), prendere la stradina che si inoltra nel Vallone e dopo pochi minuti termina presso un’area di sosta con fontana. Da qui si continua lungo un sentiero che costeggia il torrente e, poco più avanti, con un paio di tornanti, raggiunge una stradina sterrata proveniente da Moggio. La si segue verso destra e si arriva a una seconda area di sosta con fontana; la stradina prosegue col fondo in cemento, raggiunge un ponte su un torrentello che scende da sinistra e, divenuta di nuovo sterrata, termina poco oltre (970 m c.a – fin qui ignorare tutte le deviazioni a destra o a sinistra, segnalate o meno).

 

Al termine della stradina (cartelli indicatori per i Piani di Artavaggio) imboccare il sentiero (sono due, ma si riuniscono subito) che prosegue lungo il Vallone sempre sulla destra idrografica. A 1120 m c.a si incontra un bivio: lasciare a destra il sentiero 726 (che pure sale ai Piani di Artavaggio) e andare a sinistra. Dopo un breve tratto in piano, il sentiero riprende a salire. A 1220 m c.a arriva da sinistra un sentiero che proviene da Moggio: proseguire verso destra e, più avanti, passare alla base di una parete rocciosa (statuina della Madonna in un piccolo anfratto; 1370 m c.a) e quindi raggiungere la radura dove si trova il Baitello del Vallone (1505 m). Poche decine di metri più avanti si incontra un bivio segnalato. Andare a destra e seguire il sentiero che, percorrendo una valletta verso Sud, arriva ai Piani di Artavaggio. Stando a sinistra di due tapis-roulant per non camminare sulle piccole piste di sci, raggiungere una costruzione in cemento (1640 m c.a; ore 1,50/2,00 dalla partenza) nel cuore del pianoro, tra il Rifugio Casari a sinistra e il vecchio Albergo Sciatori a destra.

 

Dietro la costruzione si incontra l’ampia pista battuta che proviene dalla funivia e sale ai Rifugi Nicola e Cazzaniga. La si segue verso Nord-Est, in direzione dell’evidente parete triangolare del Monte Sodadura. Oltrepassata una casa gialla sulla destra (ex Rifugio Aurora), la pista compie una decisa svolta a sinistra (1760 m c.a) e sale verso Nord. La si abbandona e si raggiunge in breve una piccola costruzione in cemento. Stando sul dosso che costituisce il suo bordo settentrionale, si risale il ripido pendio dietro la piccola costruzione e, al suo termine, traversando a sinistra, ci si porta sul ripiano alla base del versante occidentale del Monte Sodadura (1860 m c.a). Da qui si sale direttamente il pendio puntando al vertice del triangolo. La pendenza aumenta gradualmente e, in corrispondenza della fascia rocciosa che taglia il pendio, si arriva, per un breve tratto, a 50°; oltre questo passaggio più ripido, si prosegue su pendenza meno forte (45°) fino in cima (2009 m; ore 1,20 dai Piani di Artavaggio; ore 3,10/3,20 dalla partenza).

 

DISCESA. Dalla cima si segue la cresta Nord, all’inizio abbastanza aerea e affilata. Si scende con attenzione il breve tratto ripido in corrispondenza del gradino costituito dalla fascia rocciosa (con poca neve emergono facili roccette), quindi si prosegue molto più facilmente fino a un’ampia sella da cui, verso sinistra, si raggiunge il caratteristico Rifugio Nicola (1870 m c.a). Da qui, lungo l’ampia traccia battuta si torna ai Piani di Artavaggio e, lungo il percorso dell’andata, a Moggio.

 

VIA “NORMALE”. Giunti ai Piani di Artavaggio, portarsi nei pressi della chiesetta che si trova a sinistra dell’ex Albergo Sciatori. Da qui, prima in piano verso Nord-Est, poi in leggera salita verso Est, si raggiunge l’inizio della cresta Sud-Ovest. Salendo lungo il dorso, dapprima ampio, poi più delineato, si raggiunge il saltino roccioso ben visibile già da lontano. A seconda delle condizioni di innevamento, lo si supera in arrampicata (II-; attenzione con il ghiaccio) o spostandosi sul ripido pendio nevoso a sinistra; quindi si prosegue fino in cima seguendo la cresta abbastanza aerea e un po’ ripida (ore 1,30 dai Piani di Artavaggio). In discesa si segue la cresta Nord-Ovest come indicato sopra.

 

Questo è il percorso probabilmente più logico, perché il saltino roccioso della cresta Nord-Ovest è più facile di quello sulla cresta Sud-Ovest.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ghiaccio&neve