La fortezza di Hohen Rätien

 

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La fortezza di Hohen Rätien (Alta Rezia) era ed è il più grande complesso fortificato del Canton Grigioni. Fu costruito durante il Medioevo in posizione strategica, sulla sommità di un testone roccioso (Crap Son Gion) dominante la gola della Via Mala, verso la quale precipita da tre lati con altissime pareti di roccia verticale. Solo il lato orientale è facilmente accessibile: lo percorre un buon sentiero che sale da Sils e lungo il quale passa la variante "Veia Traversina" della Via Spluga.

Probabilmente il complesso aveva subito dei danni già con il disastroso terremoto del 1295, ma è stato durante i secoli successivi che è andato progressivamente in rovina. A partire dagli anni Settanta del XX secolo è stato oggetto di un importante lavoro di restauro promosso dalla Fondazione della famiglia proprietaria (la fortezza è privata) e dall'Associazione Castello di Hohen Rätien. Questi lavori lo hanno reso nuovamente visitabile da parte dei turisti e degli escursionisti e agibile per manifestazioni culturali.

Gli edifici principali che possiamo ammirare sono tre torri e la chiesa di San Giovanni. Due delle torri (Hoch Rialt e Pfaffenturm) avevano una destinazione abitativa; la terza fu costruita per scopi difensivi. La chiesa di San Giovanni, di forme romaniche, risale al XV secolo, ma era stata preceduta da altri edifici di carattere religioso risalenti all'epoca tardo romana e alto medievale.

La fortezza è sempre accessibile, ma gli edifici sono aperti solo da maggio a ottobre nei fine settimana. Il costo dell'entrata (2014), è di 5 CHF per gli adulti e di 2 CHF per i bambini dai 6 ai 16 anni.

Il complesso di Hohen Rätien visto da Sud-Ovest. Si distinguono tutti gli edifici che lo caratterizzano: a sinistra, seminascosta dagli alberi, si vede la torre chiamata Hoch Rialt, accanto alla quale si trova la piccola costruzione della cantina (Gewoelbekeller), scarsamente visibile nella foto. Dietro l'albero giallo un po' a destra del centro della foto si vede la torre difensiva (Eckturm o Wehrturm), sopra la quale si distinguono la chiesa di San Giovanni e un'altra torre (Pfaffenturm) con il tetto spiovente. Dietro la chiesa si nota una costruzione in lamiera: protegge gli scavi archeologici che hanno messo in luce gli edifici più antichi costruiti nella zona, tra cui un battistero del VI secolo.

In questa bella immagine autunnale si vedono bene la Pfaffenturm e la chiesa di San Giovanni. La torre ha il tetto moderno a spioventi perché è stata destinata a scopi abitativi dopo il restauro degli anni 1975/78: essa viene utilizzata dai membri della fondazione della famiglia von Jecklin (proprietaria della fortezza) e dell'Associazione Castello di Hohen Rätien. La chiesa era stata abbandonata dall'ultimo pastore all'inizio del XVI secolo e si era ridotta a un rudere che è stato restaurato negli anni 1980/81.

In questa foto vediamo la torre chiamata Hoch Rialt. In origine era anch'essa destinata ad abitazione. Danneggiata nel corso dei secoli, è stata restaurata negli anni 1989/91 ed è adibita ad accogliere eventi e spettacoli. Una piramide di vetro, non visibile dall'esterno, funge da copertura e protegge l'interno, nel quale è stata costruita una moderna struttura in legno.
Qui a sinistra vediamola torre costruita a scopi difensivi (Eckturm o Wehrturm). E' stata messa in sicurezza negli anni 1984/87 e conserva intere solo due pareti (quelle visibili). Sotto, a sinistra, in primo piano vediamo il piccolo edificio della cantina (messo in sicurezza negli anni 1974/76). A destra si può invece osservare l'interno, semplice e spoglio, della piccola chiesa.

NOTA. Sulla fortezza di Hohen Rätien la documentazione in lingua italiana è pochissima: qualche riga sui siti "viamala.ch" e "wanderland.ch". Esiste il sito ufficiale ("hohenraetien.ch"), ma è esclusivamente in tedesco. Su wikipedia esiste la voce "Hohen Rätien", ma solo nell'edizione tedesca. Mi sono basato su questa fonte (oltre che sul pannello illustrativo, anch'esso in tedesco, presente sul posto), perché mi è stato molto più facile comprenderla e, in qualche modo, tradurla.

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